giovedì 22 gennaio 2015

GRANDE BERLUSCONI


da sempre affermiamo che, dal 1948 ad oggi, noi italiani non abbiamo mai imparato a votare. La legge in discussione al Senato può forse essere lo strumento per superare quella frammentazione endemica del quadro politico che riteniamo essere uno dei peggiori mali della nostra democrazia e che troppe volte, nei decenni passati, ha contribuito a minare l'efficacia della azione di ogni governo.
Nella cosiddetta Prima Repubblica sono stati indispensabili cinque partiti per fare una maggioranza e un governo. Col risultato che i litigi erano la regola e i governi duravano in media undici mesi. Dal '94 ad oggi la situazione è un po' cambiata. Nel Centro-Destra abbiamo cercato col Popolo della Libertà di mettere insieme sette partiti (tutti meno la Lega) ma l'esperimento ha funzionato solo in parte.
Ora con la nuova legge elettorale l'attribuzione del premio di maggioranza a una lista invece che a una coalizione può rappresentare un importante stimolo a superare egoismi e particolarismi delle forze politiche, quasi una imposizione di legge per l'unificazione del Centro-Destra. E' questo un ulteriore tentativo per raggiungere quel bipolarismo che davvero riteniamo essere la migliore soluzione per governare un Paese.
Vedremo. La nuova legge sarà applicabile solo tra un anno e otto mesi. Un periodo sufficiente per una auspicabile maturazione di tutti i movimenti moderati e magari per introdurre l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, in modo da rendere finalmente l'Italia una moderna democrazia.

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