Mons. Mario Toso
Papa Francesco ha nominato
monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e
Pace, vescovo di Faenza-Modigliana. Toso succede al vescovo Claudio
Stagni, che va in pensione per raggiunti limiti di età. Nato a Mogliano Veneto
nel 1950, Toso, salesiano, è stato ordinato sacerdote nel 1978.
Baccalaureato in Teologia a Torino, laurea in Filosofia alla Cattolica di
Milano, licenza in filosofia all’Università pontificia salesiana e licenza in
teologia alla Lateranense, Toso, all’ateneo salesiano, è stato docente di
filosofia, decano della stessa facoltà e, dal 2003, rettore dell’università.
Benedetto XVI lo nominò, il 22 ottobre del 2009, segretario di Iustitia et Pax.
Due giorni dopo fu nominato presidente il cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah
Turkson. Nei piani – ancora in fase di
studio – della riforma della Curia romana ai quali stanno lavorando in questi
mesi il Papa e il Consiglio dei suoi nove cardinali consiglieri, il Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace dovrebbe essere accorpato assieme ad altri dicasteri.
Alla fine, dai dicasteri responsabili di Laici, Famiglia, Migranti, Pastorale
sanitaria, Giustizia e Pace e Carità (Cor Unum) dovrebbero nascere due
congregazioni per i laici e per la carità. Con le recenti parole del cardinale
Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore del cosiddetto C9 e salesiano
come Toso (nonché come il cardinale Tarcisio Bertone), non si
tratterà della «somma aritmetica di quello che c'è già. Perché, prima di tutto,
come congregazioni avranno uno status giuridico diverso da quello dei pontifici
consigli. E poi non è necessario che a capo di ogni dicastero ci sia un
cardinale oppure un vescovo: potrebbe essere per esempio una coppia di sposi a
occuparsi di famiglia, e per i migranti potrebbe essere una suora che ha
competenze specifiche in materia, come per esempio una religiosa delle
scalabriniane». Toso ha da sempre dedicato la propria attenzione di studioso ai
fenomeni della giustizia sociale. «La globalizzazione ha messo in moto un
processo di convergenza dei redditi medi dei paesi più poveri verso i paesi più
ricchi, ma allo stesso tempo, ha accresciuto le diseguaglianze tra diverse
parti della popolazione mondiale», ha detto per esempio l’anno scorso, ai
microfoni della Radio Vaticana, in occasione di un convegno promosso dallo
stesso Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e dalla Casina Pio IV e dedicata
alla esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii Gaudium. «I due fenomeni sono figli della stessa
rivoluzione, ovvero di un mercato che si globalizza aumentando i divari di
rendimento della scolarizzazione e mettendo in forte concorrenza lavoratori a
basso reddito con lavoratori ad alti salari dei paesi ad alto reddito». In
secondo luogo, «si sta vivendo una transizione lunga, promettente, sebbene
problematica e complessa, che si spera porti dal "vecchio mondo" –
segmentato nei confini nazionali – a un "nuovo mondo" popolato da
un’unica famiglia umana». Infine, «il problema economico di cui
tradizionalmente gli economisti si sono occupati, è soltanto una delle
dimensioni del problema odierno. Bisogna infatti assicurare che la creazione di
valore economico sia sostenibile a livello ambientale. C’è dunque, oltre alla
dimensione economica, anche una dimensione ambientale; che non produca
drammatiche crisi finanziarie – quindi c’è una dimensione finanziaria – e che
non esista un disallineamento tra il prodotto interno lordo e il benessere».
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