giovedì 29 gennaio 2015

Non possiamo permettere che passi un Capo dello Stato che per curriculum personale e scuola politica sia una timida o forte ombra rossa del premier in carica. Se così accadesse sarebbe un fatto dirompente. Maschererebbe di legalità un fatto eversivo dell’unità nazionale. Ma osiamo credere nel raziocinio e nell’onestà intellettuale di Renzi. Altrimenti sarà un guaio per l’Italia, ma anche per Renzi.

La scelta del Presidente della Repubblica – Perché rappresenti davvero l’unità della nazione e non una parte, che finora è sempre stata quella minoritaria e di sinistra. Dopo vent’anni di Quirinale ostile al centrodestra, prevalgano i princìpi dell’alternanza e del bilanciamento dei poteri. Una figura alta che non sia l’ombra rossa del premier.
Bisogna cambiare tinta al Colle – Gli ultimi vent’anni da Scalfaro, a Ciampi, a Napolitano due volte sono stati espressioni di una sola parte politica. Un dato che fa a pugni anche e proprio con i numeri. Nelle sei elezioni politiche, che si sono susseguite dal 1994 al 2013, la somma dei voti ottenuti dal centrodestra è di 72 milioni e 737mila voti. Il centrosinistra invece ne ha avuti 64 milioni e 668 mila. Otto milioni in più! 0,37 per cento – Lo 0,37 per cento dei voti con cui la coalizione di centrosinistra ha scavalcato nel 2013 quella di centrodestra ha determinato un premio di 148 parlamentari alla Camera (130 del Pd + 18 di Sel): troppi e di troppo!


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