E’ il calloso egoismo che
ormai nemmeno fingono di nascondere sotto una qualunque maschera di
“socialità” e “democrazia”. Per loro essere
di sinistra è aver votato la legge
Cirinnà, sono progressiste le nozze gay e l’utero in
affitto per il finocchione pugliese miliardario di Stato, mica i
problemi della disoccupazione alle stelle, le infrastrutture
arretrate, la magistratura arbitraria loro alleata… Difendono i
loro emolumenti indebiti, scandalosi, senza alcuna vergogna: “Non siamo mica metalmeccanici!”,
ha esclamato giorni fa il deputato Angelo Sannicandro a difesa delle indennità milionarie del
parlamento più costoso del mondo.
“Mica siamo
metalmeccanici!” – è lo slogan perfetto per questa oligarchia di parassiti.
“Mica siamo
metalmeccanici!” è in vario modo il concetto espresso dai 3 milioni di
statali e pubblici
fancazzisti che esigono, pretendono, l’aumento perché “i
nostri stipendi sono fermi da sette anni!”. Sanno da quanto sono
fermi i salari del settore privato? Quando poi ci sono, perché sono
ormai milioni i privati snza lavoro. Sanno che l’Italia è in crisi economica
profondissima , irreversibile, che il prodotto interno loro è calato, che sono
scomparse il 25% delle imprese – ma a loro, non gliene frega niente. Vogliono
l’aumento. Non intendono condividere alcuno dei sacrifici che la Nazione sta
accettando (idiota!) da otto anni; loro, “mica sono metalmeccanici!”. Lo stesso
dicasi per gli insegnanti che si rifiutano di “andare al Nord”: a coprire cattedre: “Ci deportano!”. Cosa
fare? Vorrebbero che fossero gli scolari ad essere deportati al Sud,
vicino a casa loro.
Questa è l’oligarchia
sfruttatrice.
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