lunedì 1 agosto 2016

FORZA PARISI. MARONI: UNA LEGA LEPENISTA RISCHIA DI PEREDER IL NORD


Il governatore lombardo sulla svolta di Salvini: "Il partito federale è un'incognita. Faccio un'apertura di credito a Stefano, ma sbaglia ad attaccare i partiti e dobbiamo evitare le ammucchiate
 Matteo Salvini? "È come Umberto Bossi, uno stratega visionario. Io sono più un tattico... ". Stefano Parisi? "Lo osservo con interesse, ma sbaglia quando attacca i partiti". Tra i due poli del centrodestra, Roberto Maroni - da buon tattico - sta esattamente in mezzo. Ed è appena tornato da un incontro ("Come due vecchi amici, mi sono commosso ") con Silvio Berlusconi. Allora, da uno a dieci Parisi leader del centrodestra quanto le piace? "Non do giudizi. Anche perché non ho capito bene se deve diventare il nuovo amministratore di Fi con la sua due diligence, o se andare a capo della coalizione".
Fosse il secondo caso? "Da parte mia c'è un'apertura di credito, del resto sono un curioso di natura. Ma voglio vedere cosa dirà alla convention di settembre".Salvini è stato molto netto nel prenderne le distanze."Quando dice no alle ammucchiate condivido. Lui è più tranchant, io sono più prudente. Sono differenze caratteriali". Cosa ne pensa del partito formato Fronte Nazionale che Salvini presenterà a Ponte di Legno? "Sono curioso, andrò a sentire. Aprire al Sud è un'opportunità e insieme un rischio. Venti anni fa fui spedito da Bossi al Sud per fare la Lega Italia Federale, quel progetto non andò bene". Che rischi vede? "Aggregare le forze autonomiste e territoriali con un patto federativo è corretto. Il rischio è che l'investimento al Sud depotenzi il messaggio nordista. Quasi ovunque vada alle feste del partito vedo il simbolo della Lega e poi le bandiere con lo slogan "prima il Nord", quello del mio congresso del 2012". Ma l'alleanza con Le Pen le piace?
"La vedo come una scelta tattica, ma non strategica. Noi siamo per l'Europa dei popoli, lei è per gli stati nazionali. Molte battaglie sono comuni, ma penso che le nostre strade divergeranno". Salvini può fare il candidato leader del centrodestra? "Perché no? Ha energia, voglia, coraggio. Le caratteristiche del leader ce l'ha. Eccede a volte, ma Bossi ne sparava molte di più. Solo che conta molto la tempistica nelle cose". In che senso?"Che se si vota nel 2018, o ancor più ovviamente nel 2017, non si può andare da soli, non c'è partita con il M5S". E quindi Salvini non può candidarsi? "Io sono fautore delle primarie, le ho utilizzate anche al congresso della Lega".Lei è fautore anche del cosiddetto "modello Lombardia", cioè un centrodestra con dentro tutti: da Lega a Ncd. Però a Milano è andata male."Ma non basta la coalizione, devi avere le persone giuste. E poi penso che Parisi sbagliò ad attaccare troppo i partiti che lo sostenevano. Non è che la politica possono farla solo manager e banchieri". Nell'elenco delle donazioni private alla Lega nel bilancio del partito ci sono i nomi di praticamente tutti gli eletti tranne il suo, come mai? "Perché non ho presentato la dichiarazione congiunta che dà la possibilità di fare la detrazione fiscale, ma l'ho dato come sempre".
Con Berlusconi avete parlato di politica oggi? "Poco e niente, era una visita di amicizia. È ancora combattivo, non credo abbia voglia di farsi da parte. Mi ha fatto vedere un sondaggio in cui il centrodestra unito è avanti di un punto rispetto a Renzi". Senta,non è che andrà a finire così: Parisi leader di Fi, Salvini che resta al comando della Lega, e lei che si occupa di federare il centrodestra? "No no, faccio il governatore e voglio rivincere nel 2018, così inauguro la Pedemontana".


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