La vecchia polemica sulla necessità dei corridoi umanitari
per i migranti provenienti dall’Africa è superata. Perché i corridoi umanitari
sono già stati realizzati. Da dicembre dello scorso anno ad oggi, cioè nel giro
di appena quattro mesi, i migranti che hanno usufruito di questi corridoi
umanitari sono stati più di 44mila. Il maltempo invernale, che fino all’anno
scorso frenava l’afflusso dei profughi, è stato bellamente debellato da 14 navi
attrezzate di proprietà delle Ong che hanno assicurato un viaggio tranquillo ai
fuggitivi da fame e guerre raccogliendoli dai barchini dei trafficanti di
persone e depositandoli nei porti italiani. A prima vista sembra una vicenda da
premio Nobel per la solidarietà. Ma 14 navi private che operano quotidianamente
nel Canale di Sicilia e fanno la spola tra le acque antistanti i porti libici e
i moli dei porti italiani costituiscono un fenomeno che non può essere
derubricato ad atto di bontà di privati generosi. Perché queste Organizzazioni
non governative saranno pure guidate da novelli buoni samaritani decisi a
garantirsi il Paradiso, ma quando la bontà costa ai neosamaritani parecchi
milioni al giorno (i costi delle navi sono particolarmente elevati) e rischia
di scaricare sul nostro Paese il costo dell’accoglienza di più di duecentomila
migranti all’anno, è necessario porsi qualche interrogativo oltre il plauso per
una bontà così esasperata e carica di inquietanti e pericolose conseguenze. A
Catania, il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro ha aperto un’inchiesta
per scoprire la legalità o meno secondo la legge italiana di questo singolare
fenomeno. Ed è bene che la magistratura metta in chiaro se, ad esempio, esista
un qualche rapporto tra Ong e trafficanti di persone. Ma è fin troppo evidente
come la vicenda non sia una questione esclusivamente giudiziaria. Queste
Organizzazioni non governative introducono nel nostro Paese un flusso di
migranti che incide pesantemente sul bilancio dello Stato al punto da
costringere il nostro Governo a chiedere l’aiuto dell’Unione europea. Cioè
compiono un atto che non essendo stato concordato con le autorità nazionali e,
a quanto pare, neppure con quelle sovranazionali, costituisce una pesante
ingerenza negli affari interni di una nazione sovrana. Nessuno pretende che
l’Italia dichiari guerra alle Ong che fanno traffico di migranti. Ma sapere chi
finanzia queste Organizzazioni e perché sia così interessato ad introdurre
fattori di oggettiva destabilizzazione della società italiana e di quella
europea diventa una necessità assoluta.
Che aspettano i partiti, non solo di opposizione ma anche
di maggioranza, a sollevare il problema ed a chiedere al Governo di sciogliere
gli interrogativi prima che le Ong samaritane abbiano trasportato in Italia
qualche milione di mine vaganti? Arturo
Diaconale
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