lunedì 8 febbraio 2010

MILANO INQUINA? CON IL 16,70% IN PIU’, RAVENNA NO

Ravenna prima in tutte le classifiche!
     30 Gennaio 2010- Il quotidiano “il Giornale” oggi elenca le quindici città “irrespirabili nel 2009, indicando il numero dei giorni in cui è stato superato il limite medio giornaliero del Pm10”, sigla che identifica le Polveri sottili.  Ravenna con il 16,70% in più, 126 giorni contro 108, batte Milano.
     Domani, domenica, la città di Milano sarà chiusa al traffico. Praticamente da sola ha creato un caso, pur non essendo la città più inquinata è l’unica che ha preso una decisione conseguente al rispetto dei limiti imposti dall’Unione Europea e così costretta ad essere pi rigorosa, più controllata, più soggetta a rimbrotti, sanzioni e denuncie agli amministratori sindaci (Moratti pdl) e Presidenti di Provincia (Penati pd). Non voglio pensare che la Provincia di Ravenna se ne importi, delle normative europee, ma, come sempre avviene nella rossa Romagna, nessuno se ne accorge (mancanza di trasparenza e controllo).
      L’assessore all’ambiente Mengozzi continua a emanare proclami, in accordo con il Presidente della Provincia Giangrandi, Protocollo 25.2.2009: “Protocollo d'intesa tra la Provincia, i Comuni, col supporto dell’Arpa, per la prosecuzione dell'attività di monitoraggio della qualità dell'aria”, e protocollo 29-01-2010: “Attuazione e controllo dei gas di scarico degli autoveicoli, (cosiddetto “bollino blu)”. Ovviamente le spese di durata triennale a carico degli enti pubblici sono notevoli. L’onere per il 2009 ammonta a 214mila euro, ed è così ripartito: 100mila euro a carico dei Comuni; 114mila euro a carico della Provincia.  Senza prescindere dai danni a tutta la comunità e dal disagio alle attività produttive.
     In merito ho presentato un’interpellanza in Provincia per avere chiarimenti e precisazioni sulla differente interpretazione della normativa europea ed il conseguente modo di agire di Ravenna.
Condivido in pieno la volontà del governo italiano di realizzare un piano energetico nazionale (PEN), con la fonte nucleare – che è sicura e rispettosa dell’ambiente, e l’unica in grado di affrontare responsabilmente gli obiettivi del Protocollo di Kyoto – che dia alle fonti rinnovabili la dignità che esse meritano ma entro i limiti di ciò che possono realisticamente offrire; che si interrompa la proliferazione di scoordinati piani energetici comunali, provinciali o regionali e che non siano disposte incentivazioni a favore dell’una o dell’altra tecnologia di produzione energetica al di fuori del quadro programmatico di un PEN, trasparente e motivato sul piano scientifico e tecnico-economico

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