venerdì 2 agosto 2013

COMUNQUE VADA IL LEADER E’ SEMPRE BERLUSCONI


Sia chiaro: Berlusconi, anche nell'ipotesi di una condanna in terzo grado, resta il leader indiscusso del movimento che ha fondato. L'unico con il carisma e la visione politica in grado di guidare in Italia il grande popolo dei moderati e dei liberali, un popolo che anche alle ultime elezioni - nonostante vent'anni di processi e di persecuzioni giudiziarie - gli ha consegnato dieci milioni di consensi. Un terzo dell'Italia. Una forza decisiva per il presente e per il futuro. Non sarà dunque il verdetto della Cassazione a far cambiare idea sul proprio leader ai moderati, che da sempre sono la maggioranza in Italia. Anzi, come stanno rivelando i sondaggi, una condanna farebbe addirittura crescere i consensi verso Berlusconi, che dopo le elezioni del febbraio scorso non ha sbagliato una mossa, e con grande senso di responsabilità ha indicato per primo le soluzioni politiche poi adottate per la riconferma di Giorgio Napolitano al Quirinale e per la costituzione del governo Letta-Alfano, l'unico possibile per evitare all'Italia gli assalti della speculazione finanziaria e mettere in campo le misure idonee per la ripresa, e per una presenza meno genuflessa in Europa. Per questo, comunque vada, saranno i fatti recenti e le indicazioni sagge per il futuro a confermare la leadership di Berlusconi davanti al popolo dei suoi sostenitori. Un ruolo che il leader potrà svolgere in modo efficace anche senza sedere su uno scranno parlamentare: per dare indicazioni di buon senso agli italiani che amano la libertà basteranno la rete internet e i media.


Non è utopia, questa. Interrogati dai media, numerosi deputati e senatori hanno dichiarato in questi giorni che sarebbero orgogliosi di continuare il loro impegno politico sotto la guida di Berlusconi anche in caso di condanna. Sanno che la capacità di Berlusconi di interpretare i sogni ed i bisogni di milioni di italiani di tutte le tendenze, dai moderati ai liberali ai riformatori, non ha eguali. E' il quid che fa di Berlusconi un grande leader. Vale per le tasse: in passato la sinistra è sempre stata il partito del "tassa e spendi"; Berlusconi ha sempre cercato il meno tasse per tutti. Vale per la casa: per noi, come per milioni di famiglie, un bene sacro da non colpire con l'Imu quando si tratti di prima casa.
Vale per le imprese: un antagonista per gli altri, mentre per noi è l'unica vera fonte per produrre ricchezza e lavoro.
Vale per le grandi opere infrastrutturali: per gli altri un attentato all'ambiente, per noi uno strumento necessario per ammodernare l'Italia.
E vale per le grandi riforme istituzionali: per noi la vera via maestra per rendere l'Italia un paese governabile, e farla finita con l'eccesso di burocrazia, con la giustizia politicizzata, con il fisco nemico, che impoverisce le famiglie e uccide le imprese.
E' con messaggi concreti come questi che negli anni Berlusconi ha trasmesso agli italiani il significato del suo impegno politico, il suo amore per l'Italia, il suo spirito di servizio al Paese. Gli italiani lo hanno apprezzato per vent'anni, e continueranno a farlo anche dopo la sentenza della Cassazione. Comunque vada.

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