I
Ravennati hanno accolto con
entusiasmo, nonostante le difficoltà derivanti dal caldo e dal periodo estivo,
l’invito rivolto loro a manifestare solidarietà e vicinanza al leader del Pdl,
Silvio Berlusconi. Nel sit-in svoltosi in via del Plebiscito si è riscontrato
entusiasmo, ma anche commozione, di fronte all’ennesimo attacco di chi vuole
usare i tribunali per fare politica. Berlusconi non è mancato all’appuntamento
con i suoi elettori all’indomani del pronunciamento della Cassazione che
vorrebbe chiudere un ciclo di vent’anni di persecuzione giudiziaria. In via del
Plebiscito sono tornate le belle bandiere di Forza Italia, a dimostrazione
dell’attualità delle battaglie condotte in difesa della libertà: il popolo
della libertà ha intonato l’inno di Mameli per sottolineare il carattere, prima
di tutto nazionale, dei suoi valori. Il sit-in di Roma non è stata una manifestazione
eversiva, ma una vera prova di responsabilità in difesa della democrazia e
della libertà. Nella Costituzione c’è
scritto che la sovranità appartiene al popolo, non alla magistratura. “Berlusconi
rischia una limitazione della sua libertà e della possibilità di rappresentare
i 10 milioni di elettori che lo hanno votato: noi non possiamo tacere. Enrico
Letta non deve dimenticare il senso di responsabilità con il quale il Pdl sta sostenendo il governo,
mentre nel suo partito, il Pd, non passa giorno in cui non si tenti di
sabotarlo. In ogni caso, se il Governo Letta dovesse cadere, l’unica strada
praticabile è quella delle elezioni politiche”.
I ravennati
a Roma sono stati confortati dalle parole chiare di Berlusconi: “Io sono
innocente, io non mollo. Il Governo vada avanti, noi siamo responsabili”.
Parole ferme e chiare che hanno rasserenato gli animi. Inaccettabili sono state
le parole di “scomunica” del direttore di Famiglia
Cristiana, periodico schierato, per l’ennesima volta, a fianco dei
giustizialisti e dei propugnatori delle gogne e dei falò.
L’economista Francesco
Forte ha ieri dichiarato: “La frode fiscale? Con i criteri applicati a
Berlusconi può essere condannato chiunque.
Se Berlusconi è colpevole arrestateci tutti”. In questo contesto Filippi ha
ricordato l’urgenza di una riforma della giustizia che riequilibri i poteri
costituzionali, che ponga un freno allo strapotere della magistratura e che
salvaguardi lo stato di diritto, impedendo un uso politico dei processi e delle
sentenze come è stato evidente contro Silvio Berlusconi.
I militanti
di Forza Italia ravennati in partenza per Roma
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