La
bozza dell’azienda Ausl di Ravenna sulla revisione dell’ organizzazione interna
dei tre presidi ospedalieri desta molta preoccupazione e, soprattutto, corre il
rischio di essere adottata a breve, passando sulla testa delle popolazioni
interessate:."La spending review da una parte, l’imminente ingresso in
area vasta d’altra, oltre all’esigenza di razionalizzare l’assetto
organizzativo complessivo, produrrà l’ennesimo sacrificio richiesto alla nostra
provincia la quale, sull’argomento, ha già dato in precedenza il proprio
consistente contributo. Peraltro la riduzione dei posti letto, su cui farò mi
soffermerò di seguito, in un “quadro organico di programmazione d’interventi e
di riconversione e ottimizzazione delle risorse” doveva essere attuata con il
contributo dei professionisti e della comunità locale, ma quest’ultima ho la
netta impressione sia costretta ancora una volta a subire supinamente e quindi
a non incidere in alcun modo nelle scelte in discussione". "Nel concreto la situazione dell’ospedale di Ravenna subirà un
taglio di posti letto nell’ area medica di un totale di 57 posti letto (– 37 e – 20 in day hospital), mentre nell’area
chirurgica la riduzione è più modesta , - 5 posti, per l’aggiunta di
prestazioni e di attività in un’ottica di piattaforma chirurgica provinciale
sottratte a Faenza e a Lugo. A Lugo,
l’area medica ridurrà “…nella prima fase…” 32 posti, cioè 18 e 14 di day hospital, mentre l’area chirurgica vedrà scomparire 26 rispetto ai 78 attuali. Ma se
Atene piange Sparta non ride. Passando a Faenza,
infatti, l’area medica si riduce di 31
letti e quella chirurgica di 20. Insomma, oltre agli oltre 175 posti asportati con un pesante bisturi senza
avere, oltretutto, alcuna certezza che l’operazione di negativo maquillage si
fermi qui. In altri termini, il forte timore è di vedere gradualmente
depauperati i servizi di Faenza e di
Lugo, per concentrare molte attività
primarie a Ravenna: tutto questo creerà gravi disagi e un forte
pendolarismo per i cittadini, gli unici sempre pronti, obotorto collo, a donare
il sangue".Per Lugo e Faenza, ad esempio, "nel progetto si
precisa chiaramente come la chirurgia
addominale maggiore e l’urologia dovrà essere concentrata a Ravenna, e
altre attività quali, ad esempio, le malattie croniche intestinali che faranno
capo a Faenza, mentre la funzione
senologica farà capo a Lugo. L’attività chirurgica di otorinolaringoiatria
sarà concentrata a Ravenna così pure la degenza
chirurgica dell’oculistica dovrebbe anch’essa essere accentrata nel capoluogo.
Resta aperta, inoltre, una forte discussione sulla rete dei punti di nascita e, al riguardo, una
specifica tabella contenuta nel documento Usl evidenzia bene come nell’area
faentina, così pure per il territorio lughese, rispetto ad altri indicatori di
città limitrofe più popolose, si registri un numero di parti limitato sino a
fare ipotizzare nelle conclusioni del citato documento, la possibile concentrazione dei punti nascita in una o nell’altra città
della provincia". Anche Ravenna, tuttavia, oltre ai citati tagli di
almeno 62 posti letto, "pensa a
come favorire lo sviluppo dell’assistenza primaria – medici di medicina
generale e pediatri, e alle case della salute: quei servizi organizzati sul
territorio dove diversi professionisti integrano le loro competenze, ma già
sobbarcati da elevati carichi di lavoro. Evidente, dunque, come in questo modo
si sgravi l’ospedale e di conseguenza i costi diretti per l’azienda sanitaria
diminuiscano. Ma a che prezzi e a quali condizioni e quali saranno i soggetti
più penalizzati!? Insomma, queste e altre questioni riguardanti l’ubicazione
dei servizi e la salute in generale, dovrebbero essere oggetto di confronto con
i cittadini e con i professionisti, per evitare, come avviene spesso, l’
inevitabile ricorso a proteste, petizioni e forte dissenso popolare… Faenza docet!".
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