sabato 28 febbraio 2015
venerdì 27 febbraio 2015
CORTE DEI CONTI, RENZI ASSOLTO PERCHE’ INCAPCE DI COMPRENDERE IL REATO
Quindi non c'è tutto ......
Arrivano le motivazioni della sentenza della Corte dei Conti che ha assolto in appello Matteo Renzi, precedentemente condannato a pagare 14mila euro per le presunte...
giovedì 26 febbraio 2015
RENZOCCHIO. UN ANNO DI BUGIE. PROMESSE TRADITE
Da "Enrico stai sereno" all’abolizione delle Province ecco le bufale del premier che annuncia e non fa
Un anno di Matteo Renzi a palazzo Chigi. Un anno di parole, promesse, rassicurazioni tornate indietro come un’eco, ma al contrario. Un lungo elenco di impegni, giuramenti e patti trasformatisi quasi sempre, e spesso in un lampo, nel loro opposto. Insomma, dopo 365 giorni al potere, il premier non si può certo definire un «uomo d’onore» da cui aspettarsi coerenza solo perché ti ha stretto la mano.
Siamo nell’aprile del 2013. Renzi, sindaco di Firenze, è ospite delle Invasioni barbariche su La7, quando alla domanda se vorrebbe governare il Paese, risponde: «Passando dalle elezioni sì, non passando dagli inciuci di Palazzo». Meno di un anno dopo approda a palazzo Chigi con un inciucio di Palazzo. In un’altra occasione ribadisce che per arrivare a palazzo Chigi «o passi dal consenso popolare o non sei credibile». Per sua stessa ammissione, non sarebbe credibile. TUTTO COMINCIÒ: CON #ENRICOSTAISERENO
È ormai memorabile il suo tweet di rassicurazione al premier Enrico Letta. È il 17 gennaio 2014, Renzi è già segretario Pd, quando tranquillizza Letta così: “Enrico stai sereno, nessuno ti vuole fregare il posto”. Un mese dopo Letta va a casa e Renzi al governno. Nel novembre 2012, da candidato alle primarie, Renzi afferma: «Se vinciamo le primarie faremo solo 10 ministri». Da premier ne fece 16.
"VOGLIO LE PREFERENZE": MA TI BLOCCO IL CAPOLISTA...
L’11 novembre 2010, da sindaco, Renzi sostiene che occorre ridare agli elettori "il diritto di scegliere con le preferenze". Il 3 dicembre scorso aggiunge: «Porto avanti il lavoro per le preferenze nella legge elettorale». È finita coi capilista bloccati e una piccola concessione alle preferenze. Il 7 giugno 2014, da premier, afferma: "Ci sono le condizioni perché entro l’estate la legge elettorale possa essere approvata". Quell’estate è trascorsa, siamo quasi a quella dopo e la legge elettorale non è ancora stata approvata definitivamente.
"NON CI SARÀ PIÙ IL SENATO" MA A SPARIRE È SOLO IL VOTO
A Porta a porta , il 14 marzo 2014, Renzi promette: «Via il Senato». In realtà il Senato è ancora al suo posto, sarà (forse) solo modificato e conserverà molte prerogative in alcune delicate materie. Nel gennaio 2014 Renzi parla del Trattato di Maastricht: «È evidente che il tetto del rapporto deficit/pil al 3 per cento si potrà sforare». Due mesi dopo cambia versione: «Noi rispettiamo tutti i limiti che ci siamo dati, a partire da quelli del Trattato di Maastricht. L’Italia non chiede di sforare».
"IO LE TASSE LE HO RIDOTTE" L’ISTAT NON è D’ACCORDO
Renzi flip-flop anche sui caccia F35. Nel luglio 2012 afferma: «Non capisco perché buttare via così una dozzina di miliardi». Nel marzo 2014 annuncia: «Le spese militari in Italia vanno ridotte. Tagli anche sugli F35». E un mese dopo: «Il problema in Italia è l’F24, non gli F35». Ed ecco il Renzi convinto di aver abbassato la pressione fiscale: «Io le tasse le ho ridotte», sostiene infatti in tv nel gennaio scorso. Nelle stesse ore l’Istat ne certifica l’aumento.
"ORA LA SPENDING REVIEW" E LICENZIA IL COMMISSARIO
mercoledì 25 febbraio 2015
PD E CARITAS E COOP VARIE DICHIARANO GUERRA ALLA MARINA EGIZIANA
IL
CAIRO – ”Navi da guerra della Marina egiziana sono al largo
delle coste libiche
per impedire qualsiasi tentativo di far arrivare armi ai jihadisti in Libia”: lo ha riferito
all’ANSA il portavoce delle operazioni dell’esercito libico, Mohamed el Hagazi.
- E’ in atto da poche ore il blocco
navale della Marina Militare egiziana, e questo è certamente il
segnale più forte dei preparativi di invasione
dell’esercito egiziano in Libia.
Alla frontiera sono ammassate divisioni corazzate e brigate d’assalto, oggi il Presidente egiziano Al Sisi s’è recato personalmente sulla linea di fuoco per un vertice di generali.
Alla frontiera sono ammassate divisioni corazzate e brigate d’assalto, oggi il Presidente egiziano Al Sisi s’è recato personalmente sulla linea di fuoco per un vertice di generali.
PD e Caritas e coop varie
dichiarano guerra alla Marina egiziana.
Come faranno a trovare un
altro
business da 80 miliardi l’anno facendo la figura dei buonisti agli occhi dei
co…oni che credono di poter ospitare tutta l’Africa?
martedì 24 febbraio 2015
IL DITTATORELLO CRESCE NEI SONDAGGI? E' IL FATALISMO DI CHI NON VEDE ALTERNATIVE. DIAMOGLIELE. IL 9 MARZO, IL PRIMO GIORNO DI PIENA LIBERTA' DI BERLUSOCNI, E' VICINO
Come si spiega allora che Renzi
sia, secondo le rilevazioni di Pagnoncelli per il Corriere, in risalita
nei sondaggi? I dittatori di fatto generano uno strano rapporto,
quello tra vittima e carnefice. Subentra una specie di fatalismo, un consenso
mesto perché non si scorge alternativa realistica. Non può esserla quella
di Grillo, il cui corteo di adepti somiglia all'ora di ricreazione in un
manicomio, non lo è neppure il lepenismo di Salvini, la cui testa è
utilitaristicamente immersa nella propria pancia.
E Forza Italia? C'è un bel lavoro da fare, una lunga marcia. La liberazione di Berlusconi consentirà una ripresa di vigore e di energia di sicuro. Avremmo guadagnato tempo e diffuso un messaggio positivo immediato se dopo aver risposto – su invito del medesimo Berlusconi – alla prepotenza solitaria di Renzi uscendo dall'Aula, svincolandoci così da un Patto infranto ma ancora vischioso per troppi, non si fosse derubricata una scelta chiara e distinta a mossa esagerata. Un bel modo di confondere la gente. Di insinuare dubbi. Di dare spazio oltretutto a manifestazioni divisorie invece che arricchenti. Non vediamo l'ora che arrivi il 9 marzo. Berlusconi libero e forte. Chi lo sottovaluta o lo ritiene spaventato da colpi sotto la cintura giudiziaria, non lo conosce. “Il Mattinale” è nato pronto per ricominciare, abbiamo il magazzino pieno di idee, e il nostro forno produce roba fragrante per un'alternativa che spezzi la solitudine dell'Italia e degli italiani.
sabato 21 febbraio 2015
JOBS ACT: IL GOVERNO RENZI STRAVOLGE LA LEGGE BIAGI
Forza Italia contrasterà questo
progetto. Nella maggioranza qualcuno si svegli e stia dalla nostra parte. Prima di
valutare taluni singoli aspetti dei provvedimenti di attuazione delle deleghe
contenute nel Jobs Act (rispetto ai quali sono prevedibili anche
significative ‘marce indietro’ per accontentare la sinistra dem nel nuovo clima
scaturito dall’elezione del Capo dello Stato) non convince il disegno di
politica del diritto, prima ancora che del lavoro, che emerge in modo sempre
più evidente.
Il si appresta a stravolgere la , non
tanto e non governo Renzi legge Biagi solo, per il proposito di
manomettere o addirittura abrogare forme contrattuali (già ampiamente
rivisitate dalla legge Fornero) che rispondono a precise esigenze delle imprese
e dei lavoratori, quanto piuttosto per l’architettura complessiva degli
interventi. Marco Biagi non pensava affatto di introdurre, nella legge a lui
intestata, tipologie flessibili in entrata, allo scopo di consentire ai datori
di aggirare, in uscita, le forche caudine della reintegra da parte del giudice.
riteneva, giustamente, che la frammentazione esistente nella realtà del Biagi
mercato del lavoro potesse essere affrontata in modo adeguato e pertinente
– nell’interesse delle imprese e dei lavoratori – solo attraverso la previsione
di una gamma di contratti specifici, mirati a regolare le diversità delle
condizioni lavorative, anziché imporre, per via legislativa, una sorta di
reductio ad unum nell’ambito di un contratto a tempo indeterminato, sia pure
meno oppressivo e poliziesco per quanto riguarda la tutela del licenziamento.
Non è un caso che, in occasione
della prima lettura del Senato, nell’emendamento dei partiti centristi a firma
di , Pietro Ichino campeggiassero le parole ‘senza alterazione dell’attuale
articolazione delle tipologie dei contratti di lavoro’. Per , la
riunificazione del mercato del lavoro non avrebbe mai Biagipotuto trovare posto,
in modo forzato, in un contratto a tempo indeterminato ancorché caratterizzato
da tutele meno ossessive sul versante del recesso. La via indicata dal
professore bolognese, di cui tra un mese ricorderemo tutti l’assassinio,
poggiava sull’obiettivo di politiche di protezione sociale e di welfare
tendenzialmente uniformi per tutte le tipologie di lavoro ‘economicamente
subordinato’. Il governo Renzi ribadisce invece la linea
dell’unificazione forzata all’interno del sarchiapone del contratto a tempo
indeterminato a tutele crescenti (drogando il mercato del lavoro con
robusti incentivi all’assunzione), mentre adotta misure sperimentali, prive
della necessaria copertura finanziaria, incerte per quanto riguarda la
continuità di erogazione, ancora divisive e sostanzialmente ripetitive delle
modeste tutele già esistenti da anni, per quanto riguarda i nuovi ammortizzatori
sociali che cambiano solo nome ma non sostanza.
Forza Italia contrasterà questo progetto. E si augura che,
all’interno della Forza Italia maggioranza, le forze politiche che
condivisero il disegno riformatore di Marco Biagi si accorgano della trappola
ed evitino di prender parte ad un progetto alternativo alla legge che porta il
suo nome.
venerdì 20 febbraio 2015
MILLE PROROGHE, IL GOVERNO SALA LAZIO E VENEZIA: CLIENTELISMO ELETTORALE DI RENZI
Avevano sfondato i paletti fissati dal Patto di Stabilità. Rischiavano sanzioni e penalizzazioni. Hanno invece spuntato una deroga. Con due norme ad hoc. Che provocano polemiche. Per gli aiuti molto interessati. Nei palazzi parlamentari non si parla d’altro. E si grida allo scandalo per gli aiuti di stampo locale, elettorale e clientelare. Una Regione e un comune sforano il patto di Stabilità? Ovvero spendono più di quanto gli è consentito? Vengono puniti con sanzioni e meno soldi. O almeno dovrebbero. Perché alcuni enti locali al governo non sembrano uguali agli altri, tanto da meritare un “aiutino”. E’ il caso della Regione Lazio (guidata da un governatore del Pd) e del comune di Venezia (dove a breve si voterà per il nuovo sindaco), che hanno spuntato una deroga sulle sanzioni. Con due norme ad hoc (o quasi) contenute nel decreto Milleproroghe. Di cosa si tratta esattamente? La prima, la norma “salva Lazio” prevede che le Regioni che nel 2014 hanno sforato il patto di stabilità interno, ma lo hanno fatto per il 50% pagando dei debiti pregressi, possono applicare la contrattazione integrativa, assumere a tempo indeterminato con immissioni in ruolo, accendere mutui per opere in fase di realizzazione e avere meno sanzioni. E qual è pressoché l’unica Regione in Italia ad avere il requisito necessario? Quella guidata dall’amico Nicola Zingaretti, per l’appunto. Che, in virtù di questa norma inserita di notte da governo e relatori (ma con la contrarietà di uno di loro, Francesco Paolo Sisto di Forza Italia), non dovrà pagare parte delle sanzioni previste per legge (ma solo per il 2% di entrate tributarie e per accensione di prestiti), potrà “destinare risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa nei limiti stabiliti dalla contrattazione nazionale” e potrà “procedere ad assunzioni a tempo indeterminato” per immettere in ruolo i vincitori di concorsi pubblici che ancora aspettano un posto.
giovedì 19 febbraio 2015
BUCCI: “FAMIGLIE E GIOVANI PER IL FILM SU CODEVIGO. MARIANI UN LUOGO APERTO
Il titolare della sala dove sarà proiettato per la prima volta in città
la pellicola sulla strage: «La controserata dell'Anpi crea tensioni»
L'attore faentino Claudio Casadio in un'immagine di L'uomo che verrà
«Proiettare un film, tra l’altro molto bello con un importante attore locale, sulla strage di Marzabotto in contrapposizione con quello sull'eccidio di Codevigo, è un modo per creare delle tensioni». Dopo l’annuncio (vedi correlato) da parte dell'associazione culturale Ravenna Cinema di una serata antifascista – con la visione di L'uomo che verrà in contrapposizione alla proiezione del film Il segreto d’Italia – interviene Maurizio Bucci, titolare del Mariani Lifestyle dove si svolgerà l'evento dedicato alla pellicola che ricostruisce la strage compiuta dai partigiani nel 1945 in provincia di Padova.
Bucci è anche consigliere comunale nelle file di Forza Italia e da lui è partito il suggerimento ai gestori della sala in via Ponte Marino per la proiezione: «Il Mariani è un contenitore del centro storico dove oltre alla buona cucina c’è spazio per le idee e per il confronto. Sono stati proiettati in quella sala anche il film sul Papa, sui pellegrinaggi a Medjougurie, su Berlinguer di Walter Veltroni». L'imprenditore e politico si dice quindi sorpreso dall’iniziativa della contrapposizione di proiezioni: «Più volte si parla di avere un 25 aprile condiviso e poi noto invece che da una certa parte politica ogni occasione è buona per creare un distinguo. Il fatto di proiettare un film tra l’altro molto bello con un importante attore locale sulla strage di Marzabotto in contrapposizione, quindi, con il film di Belluco, è forse un modo per creare delle tensioni e non accettare un’analisi critica e comunque democratica su avvenimenti storici di quel periodo». E ribadisce: «Non certo per ragioni ideologiche il Mariani Lifestyle ha ritenuto insieme a “Cinema in centro” opportuna la scelta di proiettare il film Il segreto d’Italia indipendentemente dai contenuti e dalla storia che rievocherà fatti e personaggi della nostra città».
Al momento sono molte le prenotazioni sia per la prima visione delle 20.30 (al completo) sia per quelle delle 22.30 per cui restano pochi posti: «Sono soddisfatto della risposta avuta in quanto gran parte delle prenotazioni sono venute da giovani studenti, famiglie e di tanti ravennati curiosi per una pellicola che in città non si era mai vista».
mercoledì 18 febbraio 2015
martedì 17 febbraio 2015
SI ALL’INTERVENTO IN LIBIA, MA IL GOVERNO COINVOLGA IL PARLAMENTO
"La drammatica evoluzione della situazione in Libia é la
dimostrazione di quanto furono sbagliate le scelte occidentali relative al Nord
Africa negli anni passati. Scelte che non abbiamo mai mancato di criticare e
denunciare, ben prefigurando quali nefasti scenari futuri avrebbero prodotto.
Oggi purtroppo la realtà ci dà ragione. L'Italia non può tollerare la minaccia derivante dall'esistenza di un califfato dichiaratamente ostile alle proprie porte, sulle coste di uno Stato, la Libia appunto, ormai totalmente fuori controllo e distante poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. Accogliamo con favore l'intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo e nella difesa del nostro continente, della sua civiltà e dei suoi valori di libertà, oggi minacciati. Forza Italia, in questi venti anni sia da forza di governo che di opposizione, non ha mai rinunciato ad assumersi le proprie responsabilità e anche oggi é pronta a contribuire in modo costruttivo alle difficili scelte che il nostro paese dovrà prendere. Ci auguriamo che l'esecutivo voglia al più presto coinvolgere il Parlamento tutto nell'assunzione di decisioni che, per la loro gravità, debbono trascendere le appartenenze di parte e di schieramento".
Oggi purtroppo la realtà ci dà ragione. L'Italia non può tollerare la minaccia derivante dall'esistenza di un califfato dichiaratamente ostile alle proprie porte, sulle coste di uno Stato, la Libia appunto, ormai totalmente fuori controllo e distante poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. Accogliamo con favore l'intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo e nella difesa del nostro continente, della sua civiltà e dei suoi valori di libertà, oggi minacciati. Forza Italia, in questi venti anni sia da forza di governo che di opposizione, non ha mai rinunciato ad assumersi le proprie responsabilità e anche oggi é pronta a contribuire in modo costruttivo alle difficili scelte che il nostro paese dovrà prendere. Ci auguriamo che l'esecutivo voglia al più presto coinvolgere il Parlamento tutto nell'assunzione di decisioni che, per la loro gravità, debbono trascendere le appartenenze di parte e di schieramento".
Dopo la notizia del
possibile invio di 5mila soldati italiani nell'ex colonia, il Cavaliere si dice
d'accordo con l'ex alleato del Nazareno. Prodi: "Non so perché non fui
coinvolto quando le autorità libiche mi chiesero come mediatore". Salvini:
"I migranti? Lasciamoli al largo" Forza Italia ha detto sì: il partito ex
alleato del Pd in tema di riforme garantisce il proprio appoggio al governo su
un eventuale intervento
militare in Libia.
E’ stato il leader azzurro in persona a giudicare positivamente il
possibile invio di 5 mila soldati nell’ex colonia per contrastare
l’avanzata dell’Isis:
“Un intervento di forze militari internazionali, sebbene ultima risorsa, deve
essere oggi un’opzione da prendere in seria considerazione – ha detto Silvio Berlusconi-
accogliamo con favore l’intento del governo di non abdicare alle responsabilità che ci
derivano dal ruolo che il nostro paese deve avere nel Mediterraneo”. La questione
libica offre quindi al Cavaliere, nonché contraente del patto del Nazareno,
l’occasione per tendere la mano all’ex alleato Matteo Renzi e per far intravvedere la
possibilità di una riappacificazione.
Giovanni Toti è ancora più chiaro:
“L’esecutivo – ha dettol’europarlamentare e consigliere politico di Forza
Italia–deve coinvolgere tutte le forze politiche e non solo quelle che
sostengono il governo perché qui si parla di 5mila soldati italiani che rischiano la vita.
Il nostro partito – ha sottolineato – non ha mai fatto mancare il suo supporto, per cui saremo
sicuramente d’accordo in caso di un intervento in Libia”.
venerdì 13 febbraio 2015
MPS, UN TOTALE FALLIMENTO! E IL TESORO NE DIVENTERA’ AZIONISTA!!! MANGIANDOSI NEL TEMPO TUTTO IL CAPITALE
VERGOGNA,
VERGOGNA….TUTTI I SOLDI PER SALVARE LA ROSSA BANCA CHE CONTINUA A FARE DEL
ROSSO
Nell’articolo del Financial Times di oggi, è definita il più grande
fallimento degli stress test dell’Eurozona dello scorso anno". E’ Monte
dei Paschi di Siena, al centro dei riflettori dopo aver annunciato che
l’importo dell’aumento di capitale sarà più pesante di quanto inizialmente reso
noto. Non 2,5 miliardi di euro, come annunciato a fine novembre, ma 3 miliardi
di euro. L’annuncio è arrivato in concomitanza con la pubblicazione del
bilancio, che ha messo in evidenza una perdita di 4,19 miliardi di euro nel
quarto trimestre del 2014 e di 5,34 miliardi in tutto l’anno, sulla scia di
pesanti svalutazioni che hanno colpito il portafoglio dei prestiti.
La banca ha motivato l’aumento di capitale più pesante con l’esigenza
di disporre di cuscinetti di capitale, e dunque aderire alle richieste della Bce
di alzare il Common Equity Ratio al 10,2%. Con il nuovo piano, la banca senese
lancerà il quarto aumento di capitale in sei anni. Lo scorso giugno, Mps aveva
raccolto 5 miliardi; le perdite che si sono abbattute sul titolo hanno portato
la capitalizzazione a scendere a 2,2 miliardi.
Ma non è solo questa la notizia
"boom" di Mps. L’altra grande notizia è che a partire dal prossimo
luglio il Ministero del Tesoro entrerà nel capitale di Mps per effetto del
pagamento degli interessi sui Monti Bond.
Mps ha ricevuto 4 miliardi di euro dal Ministero del Tesoro – prima
sotto forma di Tremonti bond e poi di Monti Bond), di cui 3 sono stati
rimborsati lo scorso anno dopo l’aumento di capitale della Banca. Nel 2014, Mps
ha pagato gli interessi relativi al 2013, per circa 350 milioni di euro,
attraverso l’emissione di nuovi titoli, che sono stati subito riacquistati
grazie ai proventi dell’aumento di capitale. Mps deve però ancora finire di
saldare i suoi debiti con lo Stato e deve pagare gli interessi relativi al 2014,
che sono di 243 milioni di euro circa.
giovedì 12 febbraio 2015
BERLUSCONI DA’ L’ULTIMUT A FITTO: BRAVO CAVALIERE
Berlusconi
dà l'ultimatum a Fitto: "Decidi subito, con noi o fuori". Lui
replica: "Mi cacci perché avevo ragione?"
Sergio Rame - "La
linea politica sulle riforme l’ho decisa io. La responsabilità è solo mia. Ci
avevo creduto e sperato fino in fondo". Parlando ai gruppi
parlamentari di Forza Italia, Silvio
Berlusconi si assume la responsabilità del Patto del Nazareno,
annuncia le prossime mosse e conferma la linea dura del partito. "Continuare sulla stessa strada
sarebbe ottuso e politicamente nefasto, non per noi, ma per gli elettori
moderati che rappresentiamo e per il Paese tutto - spiega - Forza Italia d’ora in avanti tornerà a fare
opposizione, senza sconti e senza quella benevolenza che questo governo ha
dimostrato di non meritare". Durante il vertice Berlusconi
chiede ai suoi massimo impegno e presenza costante e ricorda che dal prossimo 9
marzo sarà di nuovo "pienamente
in campo". "Oggi
non è il momento delle recriminazioni e dei processi sommari - continua - la
linea politica seguita fin qui era la mia linea politica. Meditata, ponderata,
valutata, in tutti i suoi aspetti. So bene quanto ci sia costata, quanto, a
volte, sia costata personalmente a ciascuno di voi. Vi ringrazio per quanto
insieme abbiamo fatto fino ad oggi. E il fatto che il Pd non sia stato capace di portare fino in
fondo questo cammino nulla toglie alla nobiltà del nostro sforzo.
Chi ci ha creduto fino in
fondo come me, merita stima e rispetto". E a Raffaele Fitto concede 15
giorni di tempo per decidere se restare o andare via e fondare un partito. Un
ultimatum che non è piaciuto all'europarlamentare. "Perché? - chiede - perché facciamo
opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme, e, purtroppo, su
tutto il resto?".
Per il futuro Berlusconi
conferma il progetto di un’alleanza con la Lega per le Regionali, ma, avverte: "Non consegneremo le chiavi del
centrodestra a Salvini, anche se la Lega è un importante alleato e spero possa
esserlo anche per il futuro". Siamo amici di Salvini ma
nessuno può lanciare diktat. Alcune cose ci dividono, ma sono molte più le cose
che uniscono Lega e Forza Italia. Berlusconi parla mentre a Montecitorio si
discutono le riforme
costituzionali. "Al
di là delle spacconate talvolta indigeribili del Pd in queste ore - sottolinea
- non abbiamo interrotto il nostro lavoro costruttivo. Lo abbiamo già detto, lo
ripeto oggi: venuto a cadere quel patto profondo per cambiare insieme l’Italia,
continueremo comunque ad appoggiare ciò che delle riforme ci piace e che
riteniamo utile per il Paese. Ma non accetteremo più di votare per tutte quelle
parti che avevamo accettato solo per amore di un disegno più ampio e più
importante. Valuteremo cosa approvare e cosa cercare di cambiare e alla fine
del percorso, valutato come il nostro contributo sarà stato recepito dalla
maggioranza, decideremo - conclude - come comportarci al voto finale. E così
faremo anche sulla legge
elettorale".
mercoledì 11 febbraio 2015
RIFORME, FORZA ITALIA DA’ BATTAGLIA; SI DIMETTE IL RELATORE AZZURRO
Il primo colpo è stato
messo a segno a Montecitorio dove Francesco
Paolo Sisto si è dimesso da relatore delle riforme
istituzionali. "Con dolore
profondo del giurista nato fra i codici - ha annunciato in Aula - ma con la
coerenza dell’appartenenza rinuncio al ruolo di relatore".
Le sicurezze di Matteo Renzi vengono meno.
Convinto fino a oggi di poter andare avanti senza l'appoggio di Silvio Berlusconi, il
premier deve fare i conti con la prima battuta d'arresto. Sisto, che è
presidente della commissione Affari costituzionali e relatore del provvedimento
con Emanuele Fiano del Pd,
ha spiegato di dimettersi "con
il dolore profondo del giurista cui viene data l’occasione di riscrivere la
Costituzione, ma con la coerenza di una appartenenza a un partito senza
opportunismi". "Con
senso di responsabilità - ha detto quindi - Forza Italia ha partecipato ad una
intesa innaturale con il Pd per una cooperazione sulle riforme che non rinnegasse
il passato, con cancellasse il presente e non precludesse il futuro. Un patto
che è una transizione temporanea e che oggi non è più viva in quanto l’accordo
è stato sciolto e Forza Italia si ritiene libera di non essere scontenta".
Nel frattempo il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta ha
annunciato l'ostruzionismo di Forza Italia alle riforme, "una corsa rovinosa verso il disastro
che faremo di tutto per rallentare". "Sarebbe oggi pura irresponsabilità
concorrere a una direttrice autoritaria - ha denunciato - la maggioranza si
fermi".
martedì 10 febbraio 2015
OPPOSIZIONE A 360°
Opposizione a 360° – Il ‘no’
di Berlusconi, la sua determinazione a praticare un’“opposizione a 360°” non ha
crepe. Non esistono possibili spicchi di consenso residui. Tipo: che passi da
360 a 280, o 250. Finora infatti eravamo a 180. No a Renzi sul governo delle
emergenze e urgenze economiche, fiscali, lavoro, giustizia, burocrazia. Insieme
con lui per la riforma elettorale e costituzionale. No: 360. Punto e a capo.
Patto del Nazareno – E’ un
ponte in costruzione che è saltato per aria. Renzi vorrebbe il nostro assenso
per mantenere intatte con il nostro sì le campate finora progettate insieme.
No, non è proprio decenza chiederci questo. Infatti quel ponte e quel Patto
hanno cambiato destinazione d’uso. Non servono a traghettare l’Italia verso una
democrazia compiuta, ma verso il regno perenne del renzismo, la cui “deriva
autoritaria” si è palesata con l’elezione del Capo dello Stato.
Forza Italia non si sottomette – Renzi
si era convinto ( o si era fatto convincere) che ci saremmo sottomessi alla sua
prepotenza. A Berlusconi e a Forza Italia non interessa la parte di comprimari
di una farsa il cui finale sarebbe la tragedia della nostra vita comune, con
una architettura di Stato studiata per consentire il dominio permanente di un
Partito democratico capace solo di avvelenare i pozzi della democrazia.
Presidente della Repubblica –
L’architrave che tiene insieme tutte le campate, e garantisce che davvero la
solidità di quel ponte e la congiunzione tra le due faglie continentali, quella
di centrodestra e quella di centrosinistra, per troppi anni delegittimate da
rispettive scomuniche. Ed era il Capo dello Stato. Arbitro, garante, scelto
insieme. Perché così si fa. Il garante dell’unità e dei meccanismi
istituzionali in via di approvazione è a sua voglia frutto e cemento di questa
storia.
Renzi ha tradito – Invece:
Renzi passa alle maniere forti. Sceglie lui, garantisce a se stesso l’unità del
partito, e con noi usa la bruta logica dei numeri rapinati al popolo sovrano.
Per di più pretende di far approvare di gran carriera, con il nostro consenso
oppure no, l’abbozzo di riforme da noi accettato in vista di un bene superiore,
che ora è stato deturpato dalla volontà predatoria di Renzi.
Centrodestra unito – Per
questo diciamo ‘no’ a 360°. Questo ha subito conseguenze nella nostra condotta
in Parlamento. Ed è ovvia e coerente conseguenza. Ma soprattutto comporta per
noi una scelta di campo strategica. Non significa soltanto costruire unità nel
centrodestra, ritrovando un più semplice terreno di intesa. Ma esige l’impegno
strategico a costruire una Forza Italia e un centrodestra di contenuti basati
su una cultura politica solida, liberale e popolare. Identitaria e ancorata
agli interessi del ceto medio che coincidono con quelli dell’Italia.
Jobs Act – Che
succede all'articolo 18? Spostamenti inesorabili a sinistra. Il responsabile
economico del Pd ha la faccia tosta di dire che decideranno all'ultimo momento.
Che dice Ncd? Digerirà il Gattopardellum?
lunedì 9 febbraio 2015
BERLUSCONI, NON VIVIAMO IN VERA DEMOCRAZIA
"Abbiamo la consapevolezza di
non vivere in una vera democrazia". Così Silvio Berlusconi in collegamento
telefonico al meet up del governo ombra organizzato da Gianfranco Rotondi.
"Questo è il terzo governo non eletto – ha detto – c'è un premier che non
ha preso nessun voto e una maggioranza che è frutto di una elezione, quella del
2013, dove il distacco è stato solo dello 0,37%".
BERLUSCONI, SÌ RIFORME POSITIVE MA
TORNIAMO OPPOSITORI. NON ACCETTEREMO PIÙ QUANTO ACCETTATO FINO AD OGGI
"Voteremo le riforme se saranno
positive per il Paese ma riprendiamo il nostro ruolo a 360 gradi di
oppositori!". "Non accetteremo più quanto fino ad oggi abbiamo
accettato".
Berlusconi spiega che non accadrà
come prima, "non accetteremo più tutto, come abbiamo accettato" per
quel che riguarda la legge elettorale "il doppio turno e il premio al 40%,
un misto tra candidati nominati e preferenze che è una cosa che non sta in
piedi". "E voglio ricordare che le preferenze contengono un mare di
pericoli, con l'incremento dei voti di scambio mettiamo tutti i nostri eletti
nelle mani dei pm e ancora l'ultima imposizione è la lista unica che può ben
essere realizzata per la sinistra ma è molto difficile da realizzare per il
centrodestra, ora diviso e frammentato".
BERLUSCONI, SENZA PATTO NAZARENO
LAVORIAMO CENTRODESTRA UNITO. CI SIAMO SGRAVATI UN PESO
Dopo la fine del Patto del Nazareno "ci siamo sgravati il peso ed ora
possiamo lavorare ad un centrodestra compatto".
RIFORME: BERLUSCONI, NON RISPETTATO
SPIRITO DI CONDIVISIONE
Silvio Berlusconi ribadisce che
l'adesione al Patto del Nazareno era stata determinata dal voler dare un
contributo alle riforme ma "c'è qualcuno che lo spirito di condivisione
non lo ha rispettato, non ha rispettato gli accordi". Ecco perché, ha
ribadito, "non ci sentiamo di continuare nella direzione ad oggi
seguita".
BERLUSCONI, DEMOCRAZIA A METÀ, VOTO
ITALIANI CAMBI SITUAZIONE
Quella di oggi è una
"democrazia a metà, commissaria". Ecco perché, nel corso del suo
intervento telefonico al meet up del Governo Ombra di Rotondi, Silvio
Berlusconi, si augura che "gli italiani con il loro voto devono cambiare
responsabilmente la situazione".
BERLUSCONI, IO LEADER CENTRODESTRA
ELIMINATO DA SCENA
"Il centrodestra ha avuto
eliminato dalla scena politica il suo leader, il leader di FI impossibilitato a
svolgere attività in Parlamento, escluso dal parlamento, messo fuori dalla
possibilità di esser protagonista dalla politica e che viene citato come
condannato, detenuto, ex cavaliere, invece sono sempre cavaliere".
"Questa è la situazione nella quale abbiamo accettato di dare i nostri
supporti alle riforme".
SCELTA
CIVICA: BERLUSCONI, QUANDO VENIVANO DA NOI CI ACCUSAVANO
"Ricordiamoci che Scelta civica
si è presentata schierata nel centrodestra e voleva perseguire come obiettivo
quello di far fuori chi vi parla". "Ora loro che passano altrove
vengono considerati degli eroi, quando qualcuno veniva da noi eravamo
accusati".
QUIRINALE:
BERLUSCONI, PARLAMENTO PLAUDENTE LONTANO DA GENTE
"Ho avuto una brutta
impressione circa il nostro Parlamento in occasione dell'elezione del Capo
dello Stato. Ho visto mille persone applaudire ad ogni frase, felici, contenti
e mi hanno dato l'impressione di una felicità di appartenenza ad una casta
privilegiata e che concretizzava un distacco profondo con la gente che sta
fuori e che non ha i soldi per arrivare a fine mese". Così, Silvio
Berlusconi per il quale quella elezione ha "fotografato la distanza tra
politica e cittadini".
BERLUSCONI, CON SBARRAMENTO 3% NON
CI SARÀ OPPOSIZIONE VERA
Per Silvio Berlusconi con lo
sbarramento al 3% "ci sarà una opposizione estremamente frammentata e
incapace di fare una opposizione vera".
BERLUSCONI, NON ABBIAMO DIFESO VOTO
2013 DA SINISTRA
Silvio Berlusconi torna a parlare
delle elezioni del 2013, Silvio Berlusconi, "il cui risultato non sapremo
mai". "Non abbiamo difeso il nostro voto dalla sinistra, una sinistra
che fa lo spoglio delle schede in un certo modo da decenni".
venerdì 6 febbraio 2015
RENZI HA ROTTO IL PATTO
Per Berlusconi e per noi di Forza Italia essere leali è una prerogativa indispensabile per dare pace e prosperità agli italiani. La rottura del Patto, di cui è bene l’arbitro del Quirinale sia avvertito, è dovuta alla scorrettezza di un giocatore.
Renzi ha spezzato l’architrave, viene giù tutto – Non è Forza Italia che scoppia, come dicono i giornalini. Il nostro ‘no’ unanime a Renzi deve prevalere sul resto, e questo fa scoppiare la bolla speculativa del renzismo.
Slealtà di una parte contraente – Ricordiamo che la regola aurea di un qualsivoglia patto o contratto sottoscritto da due o più parti è il mantenimento della fiducia e della lealtà reciproche qualora si voglia mantenere in piedi un patto, come nel caso di una qualsiasi modifica. Renzi ha disatteso il Patto e per questo lo riteniamo sleale. Nulla sarà più come prima.
La lealtà non è una pagina ingiallita del catechismo per vecchie zie. È il valore vero e autentico del ceto medio, che è consistenza e la risorsa vera di questo Paese. Una risorsa fatta di brave persone, che sono l’ossatura economica e sono state e saranno la garanzia di una ricostruzione della prosperità per l’intera Italia.
– Se risorgeremo è perché il ceto medio ha una base morale che contraddice l’archetipo diffamatorio dell’italiano medio alla Alberto Sordi, e oggi diremmo alla Matteo Renzi. Che è sempre pronto a fregarti, sulla base del così fan tutti.
Matteo Renzi ovvero l’inaffidabilità del leader – Sarà questa una delle caratteristiche con cui sarà ricordato il “giovin signore”? Le premesse ci sono tutte.
Giocatore scorretto – Nulla sarà più come prima. Nel Parlamento, anzitutto. Imporre tour de force irragionevoli alla Camera dei deputati offende le prerogative costituzionali dell’Assemblea su cui si regge la democrazia italiana. Ed anche qui vale il monito del Presidente della Repubblica sul rispetto necessario delle procedure del Parlamento. Il giocatore è scorretto, intervenga l’Arbitro.
RENZI HA ROTTO IL PATTO E UCCISO IL NAZARENO
Ha mancato alla parola data. E' pericoloso per la democrazia. La nostra risposta è ripartire non dal teatrino interno o esterno, ma dal popolo. Con Berlusconi.
Toti – “Il patto del Nazareno così come lo avevamo interpretato fino ad oggi noi lo riteniamo rotto. Il cammino delle riforme il governo ha già detto con grande chiarezza che proseguirà, noi non ci sentiamo legati a condividere un percorso nel suo totale perché quel totale prevedeva un presupposto fondamentale che era: sulle istituzioni si sceglie insieme e dunque anche sul Capo dello Stato”.
Cosa può fare Forza Italia? – Cosa può fare, oggi, Forza Italia e il centrodestra per riunire sotto la stessa bandiera il proprio elettorato? Anzitutto smetterla con la tattica, con il far discendere il nostro destino dagli umori e dagli interessi politici di Renzi. Guai a farci imporre i temi e l’agenda da chi vuole mettere in ombra la piattaforma di idee e proposte del centrodestra. Dovremo smetterla di dire sì a tutte le imposizioni leonine di Renzi. Dovremo mettere al centro dell’agenda politica e del dibattito pubblico le speranze e le preoccupazioni di un ceto medio depresso da politiche folli. Dovremo rendere tangibili le nostre proposte. Dobbiamo recuperare quella vocazione unitaria e visionaria che ci ha storicamente qualificato come Partito della Nazione differenziandoci da quell’accozzaglia di sigle e identità che Renzi chiama “Partito della Nazione” per nasconderne il vero nome: Nuovo Ulivo.
Fallimento – Il governo Renzi sta per compiere un anno! E noi siamo qui a ricordare per l'ennesima volta di che pasta è fatto il nostro premier: Renzi è un 'bucatino', all'apparenza solido, dentro vuoto. Ricordate gli impegni presi e mai mantenuti? Ne citiamo alcuni: riforma del lavoro entro Il Mattinale –
marzo 2014, riforma della Pa entro aprile 2014, riforma del fisco entro maggio 2014, riforma della giustizia entro giugno 2014, pagamento dei 68 mld di debiti della Pa entro luglio 2014, poi rinviato a settembre 2014, poi sparito. Patto del Nazareno. Fallimento su tutta la linea!
mercoledì 4 febbraio 2015
Berlusconi su Mattarella – “Mattarella ha fatto un
discorso adeguato e rispettoso della Costituzione, proprio quello che noi ci
aspettiamo da un Capo dello Stato. Non lo conosco personalmente ma mi sembra
una brava persona”.
“Effetto 8 marzo” – Qualcosa si muove a Milano. Il
rientro in campo di un Silvio Berlusconi senza i vincoli alla sua libertà di
movimento e di parola, sposterà il vento della politica italiana.
“Effetto 3 febbraio” –
C’è il nuovo Capo dello Stato arbitro e non giocatore, c’è la presenza al
Quirinale di Silvio Berlusconi per il suo insediamento. L’inizio della
pacificazione che da tempo aspettavamo.
martedì 3 febbraio 2015
FORZA ITALIA DOPO L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Partito della Nazione siamo noi – Nulla sarà più come prima dopo lo strappo di Renzi di qualsiasi regola di moralità politica. E’ il tempo della trasparenza e della lealtà. Rifondare Forza Italia vuol dire allargare i confini del nostro spazio di consenso. Aprendo il cantiere di idee e di programmi per il vero Partito della Nazione liberal-popolare.
Forza Italia – Noi siamo già in grado di proporre un programma di riforme radicali di stampo liberale e solidale. Siano piattaforma di una costruzione comune. Si tratta di dare respiro a una “unione” capace di raccogliere vastissimi consensi, corrispondenti a quel ceto medio con cui ci identifichiamo e che oggi Renzi cerca di sedurre con annunci vuoti e patti tragici con la sinistra rossa del suo partito e oltre.
Patti generazionali – Ha ragione Toti a proporre patti generazionali come risposta ai bisogni del Paese. Noi allargheremmo l’intuizione di Toti. Oltre al patto dei quarantenni con Toti e coscritti, vediamo molto bene il patto dei settantenni con Berlusconi, quello dei sessantenni con Brunetta e Romani, quello dei cinquantenni con Daniela Santanché, dei trentenni con Calabria e Giammanco, quello dei ventenni, giù fino al patto delle giovani marmotte. Uno per tutti, tutti per Toti.
lunedì 2 febbraio 2015
Mattarella persona degna scelta in maniera sbagliata. Nulla sarà più come prima. Per noi sarà meglio. Punti fermi. Le rose fioriranno a maggio
PARADOSSI. Il nuovo Presidente della Repubblica autore del Mattarellum, trascurando l'ovvio conflitto di interessi, come giudice costituzionale è stato contro il Porcellum. Ha definito incostituzionale il suo premio di maggioranza, e però ora ne gode delle conseguenze. Ecco infatti che quei 148 deputati abusivi ne hanno determinato l'elezione. Paradossi? Incoerenza? Di certo ha beneficiato della scelta della Consulta da lui partecipata di ritenere non necessario procedere in fretta a nuove elezioni. Una opzione contestabilissima in dottrina e che si è rivelata decisiva e - vista a posteriori - molto conveniente.
GARANTE DI CHE? Per ora Mattarella è stato garante dell'unità del Pd e della sinistra, garante della esibizione di forza spudorata ma - vedremo - effimera di Renzi. E poi? Vedremo.
VALENTINO. Non così accadde tra padri costituenti nel dopoguerra. Avversari, anzi nemici, ma leali nel percorso istituzionale. Renzi è stato semplicemente, e senza se e senza ma, scorretto. La storia del mondo è costellata di falsificazioni e tradimenti. Cesare Borgia, il Valentino, ne fu maestro. Gli arrise la vittoria. Fino a un certo punto. Inciampò in quello che Machiavelli definì in fiorentino "cagotto" che gli fece perdere tutto. L’azzardo morale fa vincere le battaglie ma porta – per le strane e giuste leggi della vita – alla perdizione.
PIÙ NULLA COME PRIMA. Il percorso di riscrittura della Costituzione e della legge elettorale iniziato il 18 gennaio tra Renzi e Berlusconi, e che di fatto ha portato il segretario del Pd a Palazzo Chigi per la forza propulsiva e di pacificazione di quell'atto, è stato vanificato da questa elezione presidenziale.
NULLA SARÀ PIÙ COME PRIMA. La maggioranza che sostiene il governo è a questo punto inesistente. Alfano e Alleanza popolare sono divisi tra loro e divisi dal premier. Per noi, il percorso costituzionale ed elettorale vale esclusivamente nei termini dell'accordo. Renzi con ogni evidenza ha venduto il Nazareno. Ci ricorda una qualche figura (poco) evangelica. Finì male.
NOI ESISTIAMO. PIÙ FORTI. La forza morale della nostra scelta. La coerenza responsabile e limpida. Il riconoscimento del Capo dello Stato per non lesionare l'architrave della Repubblica è fuori discussione. Non lo diciamo per proporci come gente felice di aver dato una testimonianza perdente in un mondo politico di lupi. Ma per la certezza di avere un disegno di unità alternativa alla sinistra, basata sui valori e sulle proposte che sono prossime al cuore del popolo. Qualcosa di buono si muove nel centrodestra. Le rose fioriranno. A maggio.
NOTERELLE. Metafore un po' zoppicanti ma serie. Se chi tradisce il Nazareno è Giuda, e concluse malissimo la sua avventura; Simon Pietro rinnegò tre volte il maestro, ma poi gli disse di sì. Angelino diciamo che ormai è arrivato alla terza volta... Dunque c'è speranza, e magari ascolti Sacconi, il quale come apostolo somiglierebbe a Tommaso, ed è una persona seria, e ha toccato con mano chi siano gli impostori.
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