sabato 21 febbraio 2015

JOBS ACT: IL GOVERNO RENZI STRAVOLGE LA LEGGE BIAGI


Forza Italia contrasterà questo progetto. Nella maggioranza qualcuno si svegli e stia dalla nostra parte. Prima di valutare taluni singoli aspetti dei provvedimenti di attuazione delle deleghe contenute nel Jobs Act (rispetto ai quali sono prevedibili anche significative ‘marce indietro’ per accontentare la sinistra dem nel nuovo clima scaturito dall’elezione del Capo dello Stato) non convince il disegno di politica del diritto, prima ancora che del lavoro, che emerge in modo sempre più evidente.
Il si appresta a stravolgere la , non tanto e non governo Renzi legge Biagi solo, per il proposito di manomettere o addirittura abrogare forme contrattuali (già ampiamente rivisitate dalla legge Fornero) che rispondono a precise esigenze delle imprese e dei lavoratori, quanto piuttosto per l’architettura complessiva degli interventi. Marco Biagi non pensava affatto di introdurre, nella legge a lui intestata, tipologie flessibili in entrata, allo scopo di consentire ai datori di aggirare, in uscita, le forche caudine della reintegra da parte del giudice. riteneva, giustamente, che la frammentazione esistente nella realtà del Biagi mercato del lavoro potesse essere affrontata in modo adeguato e pertinente – nell’interesse delle imprese e dei lavoratori – solo attraverso la previsione di una gamma di contratti specifici, mirati a regolare le diversità delle condizioni lavorative, anziché imporre, per via legislativa, una sorta di reductio ad unum nell’ambito di un contratto a tempo indeterminato, sia pure meno oppressivo e poliziesco per quanto riguarda la tutela del licenziamento.
Non è un caso che, in occasione della prima lettura del Senato, nell’emendamento dei partiti centristi a firma di , Pietro Ichino campeggiassero le parole ‘senza alterazione dell’attuale articolazione delle tipologie dei contratti di lavoro’. Per , la riunificazione del mercato del lavoro non avrebbe mai Biagipotuto trovare posto, in modo forzato, in un contratto a tempo indeterminato ancorché caratterizzato da tutele meno ossessive sul versante del recesso. La via indicata dal professore bolognese, di cui tra un mese ricorderemo tutti l’assassinio, poggiava sull’obiettivo di politiche di protezione sociale e di welfare tendenzialmente uniformi per tutte le tipologie di lavoro ‘economicamente subordinato’. Il governo Renzi ribadisce invece la linea dell’unificazione forzata all’interno del sarchiapone del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (drogando il mercato del lavoro con robusti incentivi all’assunzione), mentre adotta misure sperimentali, prive della necessaria copertura finanziaria, incerte per quanto riguarda la continuità di erogazione, ancora divisive e sostanzialmente ripetitive delle modeste tutele già esistenti da anni, per quanto riguarda i nuovi ammortizzatori sociali che cambiano solo nome ma non sostanza.  Forza Italia contrasterà questo progetto. E si augura che, all’interno della Forza Italia maggioranza, le forze politiche che condivisero il disegno riformatore di Marco Biagi si accorgano della trappola ed evitino di prender parte ad un progetto alternativo alla legge che porta il suo nome.

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