Cinque anni di inchieste e di processi, che hanno
trascinato Berlusconi sul banco degli imputati con accuse pesanti, e hanno
trasformato il bunga bunga in una barzelletta mondiale: ma tutto era su reati
mai commessi e che esistevano solo nelle tesi d’accusa della Procura di Milano
Silvio Berlusconi resta assolto dal processo Ruby. La Sesta sezione
della Cassazione ha deciso di confermare la sentenza che nel luglio scorso
assolse il Cavaliere con formula piena
nel processo di appello per il caso Ruby. Nell'ultima arringa, il Procuratore
generale della Cassazione, Edoardo Scardaccione, ha chiesto di annullare
interamente la sentenza del secondo grado. Secondo il magistrato, Berlusconi
sarebbe stato colpevole sia del reato di concussione ai danni del capo di
gabinetto della questura di Milano, Piero Ostuni, sia del reato di utilizzo
della prostituzione minorile, a proposito del rapporti con Ruby.
Il secondo grado - I
giudici del tribunale di Milano avevano assolto Silvio Berlusconi dall'accusa
di concussione e prostituzione minorile per i quali i pm avevano chiesto in
tutto sei anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. A
proposito della telefonata in questura, per i giudici non c'è stato reato di
concussione perché l'allora presidente del Consiglio non minacciò i funzionari che
trattenevano Ruby nè ha provato a corromperli. Per quanto riguarda invece
l'accusa di prostituzione minorile, per quanto certo che ci furono "atti
di natura sessuale retribuiti" tra il padrone di casa di Arcore e Ruby,
secondo i giudici non è stato provato che Berlusconi conoscesse la vera età
della ragazza.
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