Inno alla Boria. La squilibrio tedesco ora
perseguita i profughi. Non basta l’accoglienza. Il voltafaccia della Merkel,
non può essere lei il leader europeo. Renzi se ci sei, battile un colpo in
testa. Lo spirito di Pratica di Mare che ancora oggi Berlusconi persegue, unica
soluzione strategica. Gli intellettuali e i giornaloni avevano già
cominciato a lucidarle la medaglia del Nobel per la pace. Angela Merkel aveva
detto la parola magica: “la Germania accoglie i profughi siriani”.
Aggiunse: “Senza limiti”. Proprio così.
Arrivate e vi sistemiamo. Adesso,
che succede? Contrordine: bloccate le frontiere, Schengen sospesa, stazione
di Monaco chiusa. Neanche la Germania ce la fa, con la forza della sua
organizzazione e la generosità tirata in faccia al resto dell’Europa, per
esprimere la propria superiorità morale oltre che economica.
Come la mettiamo? I siriani
annegati con i loro bambini sul gommone al largo di Lesbo forse dovrebbero
pesare un po’ (tanto) sulla coscienza tedesca. Non si illude la gente, non
si gioca con la bontà se non si è in grado di programmarne e poi sopportarne il
peso. I profughi dovrebbero proporre un class action contro chi li
ha imbrogliati spingendoli a passi devastanti. Renzi, sempre servile
verso la Merkel, se c’è dovrebbe batterle un colpo (metaforico) in testa. Non
diciamo di darle della “bestia”, ma dell’irresponsabile senz’altro, e chiederle
ora di farsi carico del problema che ella stessa, con quelle dichiarazioni
stentoree, ha creato: una nuova cortina di ferro morale, tra l’Est europeo,
abitato dai cattivi, mentre la Merkel sarebbe capofila dei buoni e degli umani,
insieme con Renzi.
L’Inno alla Gioia andrebbe oggi
sostituito con l’Inno alla Boria.
“Il diritto di asilo non ha
limiti” disse. Che utopia presuntuosa. Che caos spaventoso ha generato questa
supponenza sborona.
Dopo questo contrordine
merkeliano diventa evidente a tutti che l’accoglienza non risolve il
problema. Finché non si blocca la macchina islamica che produce profughi,
siamo destinati a essere trascinati in una crisi sociale senza uscita. Se
l’accoglienza dei profughi (e il respingimento dei migranti economici) non è
accompagnata dalla volontà politica di organizzare una grande coalizione per
annichilire lo Stato Islamico per passare subito all’azione, la morte ci
arriverà in casa.
Lo Stato Islamico non ha nessuna
intenzione di fermarsi: ha ambizioni geopolitiche totalitarie.
Ci indebolisce spedendoci
profughi che non siamo in grado di accogliere dignitosamente nella loro immensa
massa, sospinge masse di africani dopo averli accalappiati con la promessa del
Bengodi, e intanto organizza piani terroristici micidiali. Oggi l’Europa pare
aver deciso di agire contro gli scafisti organizzando la distruzione dei
navigli spesso trasformatisi in trappole mortali. Alla buon’ora. Adesso che le
difficoltà estreme non riguardano solo Italia, Grecia e Malta, si agisce.
E’ qualcosa, ma è ancora poco.
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