giovedì 10 settembre 2015

LO STATISTA E IL RAGAZZINO



Il nostro leader si occupa della guerra che rischia di travolgerci, il fiorentino di salvarsi la ghirba con manovre con la sua minoranza. Visto dall’alto il mondo appare in drammatico sommovimento. Il punto di ebollizione dei conflitti si è spostato da Oriente verso il Mediterraneo. E L’Italia per ragioni geopolitiche è, insieme con la Grecia, la più coinvolta tra i Paesi d’Europa. Per questo uno statista fa come Berlusconi, e va in Russia, per stabilire ponti di dialogo e spingere il gigante euro-asiatico a impegnarsi nella stabilizzazione di quella parte del Pianeta Terra in cui per storia e geografia siamo immersi. E che oggi è in subbuglio e ci minaccia di guerra in due sensi: con il terrorismo e con l’indirizzare verso le nostre coste miriadi di profughi e migranti economici ad uso della nostra destabilizzazione economica, politica e sociale. Buon lavoro, Presidente Berlusconi. Questo fa uno statista, e invece Renzi che fa? A Roma si occupa di un problema abbastanza minore, cioè di se stesso. E’ in un mare di guai.
Altro che ‘sabotatori’ Una notizia: a Renzi gira malissimo. Ha deciso che l’articolo 2 della riforma del bicameralismo è la sua linea del Piave. Resiste lì. Ma se non accetta di trattare su questo, sta fresco, sarà appeso nella stanza dei salmoni affumicati. A Renzi, se ha a cuore questa nostra Italia, conviene cambiare e accettare le trasformazioni proposte da Forza Italia, o si troverà contro – salvo ignobili compravendite – la maggioranza assoluta dei senatori, 176 su 320. Un avvertimento: se il Pd crede di sistemare tutto con pateracchi in casa propria, gli faremo vedere i sorci verdi. Altro che “sabotatori” come ora dice di noi il buon Gotor.
Urge cambiamento rapido di governo… Renzi in Europa è inesistente, non si sta occupando dei nostri interessi nazionali in questo ambito, si è accoccolato ai piedi della Merkel, che fa i propri affari a discapito nostro. A Renzi questo sta bene, purché la Regina del IVIl Mattinale – 09/09/2015 4
Reich gli sganci il piatto di lenticchie di qualche decimale di flessibilità. Eppure questo voto di scambio con la Merkel oltre a danneggiare l’Italia non risolve le grane del Fiorentino. Infatti questo concentrarsi sulle proprie questioni di potere gli sta andando malissimo. Andasse male solo a lui e alla sua carriera, reggeremmo il colpo; il fatto è che sta portando alla malora la nostra democrazia. Urge un cambiamento rapido di governo.

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