venerdì 28 gennaio 2011

CASO MACRI E CASO RACHELE……:.DUE PESI E DUE MISURE

(SUL BANCO DEGLI IMPUTATI IL PIU’ ANTICO MESTIERE DEL MONDO)…


Se una presunta escort accusa il Cavaliere, per il pool di Milano non ci sono dubbi: la bocca della verità. Cataste di verbali. Se, invece, l’imputato è il Presidente della Camera (oggi poco più di una costola ‘incrinata’ della sinistra), la magistratura indaga in modo serio: perquisisce, controlla, verifica e quant’altro. Due casi emblematici, entrambe le storie hanno come sfondo la nostra città. Il primo caso vede il coinvolgimento del Premier e della fantomatica escort reggiana Nadia Macrì: rivelazioni ‘scottanti’ poi smentite, date sbagliate, l’invenzione dell’incontro tra Berlusconi e la marocchina Ruby, il pianto durante l’interrogatorio. Una montagna di contraddizioni. Ma per la pubblica accusa nessun problema, le parole della Macrì sembrano oro colato. Il secondo caso, anche lei reggiana, Lucia Rizzo, alias Rachele, accusatrice di Fini, storie di letto, avrebbe avuto incontri sessuali con il leader di Futuro e Libertà. Come si permette. accusare la terza carica dello Stato? Non può essere attendibile! Non ci sono prove! Subito iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di diffamazione e tentata estorsione in concorso. Perquisizione dell’abitazione. La Macrì, come d’altronde un anno fa D’Addario, è diventata una star, la superteste, ospite fisso delle trasmissioni di ‘approfondimento’ sinistro: Annozero, L’Infedele, Mezz’Ora... Lucia Rizzo, invece, non se la fila più nessuno: donna di facili costumi, non è attendibile. Anzi, inaffidabile. Certa magistratura ci pare adotti due pesi e due misure, questa è l’Italia. Mi sono confrontato con tanti reggiani, i commenti sono simili, la Rizzo non è credibile e tantomeno la Macrì… Fabio Filippi

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