giovedì 12 gennaio 2012

CONTI PUBBLICI, LA BUONA EREDITA’ DI BERLUSCONI


 “Il tempo è galantuomo”, ama ripetere Silvio Berlusconi. E non è il solo a dirlo. In base ai fatti, si va diffondendo la convinzione che il governo guidato da Berlusconi non fosse tanto male, se era riuscito a tenere i conti pubblici sotto controllo senza aumentare le tasse. Una conferma è arrivata dall’Istat, che ha reso noti i dati sull’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche nel terzo trimestre 2011, relativo quindi ai mesi di luglio, agosto e settembre dello scorso anno. Il  rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 2,7%, inferiore di 0,8 punti percentuali sullo stesso periodo del 2010 quando era al 3,5%. Si tratta del miglior dato dal terzo trimestre del 2008.  Se poi si guarda all’insieme dei primi nove mesi del 2011, il rapporto tra deficit e Pil risulta pari al 4,3%, e quindi inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2010 quando era al 4,6%. Anche in questo caso, è il miglior dato dai primi nove mesi del 2008. Parallelamente, nel terzo trimestre 2011 le entrate totali sono aumentate in termini tendenziali dell'1,4% mentre la loro incidenza sul Pil è stata pari al 43,7%, in lieve riduzione rispetto al 43,8% del corrispondente trimestre del 2010. In altre parole, senza affondare le mani nelle tasche dei cittadini, il governo Berlusconi era riuscito a migliorare i conti dello Stato nella convinzione che quanto più potere di acquisto si lascia ai consumatori, tanto più si sostengono le prospettive della ripresa economica che, e questo è un dato oggettivo, dipende dalla congiuntura internazionale a causa della forte integrazione dell’economia italiana in quella europea e internazionale.

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