sabato 7 gennaio 2012

E IO PAGO: LO STENOGRAFO DEL SENATO GUADAGNA COME IL RE DI SPAGNA, OLTRE AL BARBIERE, SEGRETARI ECC. VERGOGNA!

Dopo aver fatto discutere l'Italia intera col libro sugli sprechi ei privilegi ingiustificati della politica italiana, stavolta il loro dito è puntato contro gli stipendi dei dipendenti di Montecitorio e Palazzo Madama che possono tener testa a quelli di Monarchi e Presidenti. Uno su tutti è quello di uno stenografo del Senato che guadagna quanto Juan Carlos di Spagna, che di mestiere fa il Re: Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro. Ma alla Camera e al Senato ci sono anche altri fortunati. Come i barbieri o i commessi che possono arrivare a 160 mila euro lordi annui. Un coadiutore a 192 mila, un segretario a 252 mila, un consigliere a 417 mila. Come è possibile? Rizzo e Stella spiegano che i salari da pascià vengono ottenuti grazie «ad assurdi automatismi che nell'arco della carriera consentono di quadruplicare in termini reali la busta paga». E il vantaggio di tagliare i capelli o battere a macchina i discorsi dei parlamentari a Palazzo si riflette anche sulle pensioni. Tra riscatti della laurea e anzianità i nostri possono andarci a 53 anni, » con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai.»



Sì, ma non cadiamo nella demagogia - Ma non certo si può dare la colpa a questi nababbi che guadagnano, dunque, più degli stessi politici. Le regole non le hanno fatte loro. E se tali regole continueranno ad esistere e il loro curriculum, ma soprattutto il loro portafoglio, ne beneficeranno, tanto bene per loro. Anzi, alzi la mano chi non vorrebbe lavorare a Montecitorio alle presenti cifre. A bene vedere l'articolo di Stella e Rizzo, seppur encomiabile nella sostanza, rischia di impelagarsi nella demagogia. E' ovvio che i 290 mila euro lordi del signor stenografo, fanno storcere il naso e digrignare i denti a migliaia e migliaia di operai ed impiegati che devono accontentarsi di mille euro al mese. Ma quei numeri non riguardano solo il Parlamento italiano e chi ci lavora. Dovremmo infatti indignarci pure nel sapere quanto guadagna il direttore di un Banca o un Broker. Arrabbiarci di fronte alle somme percepite da un ufficiale di polizia o da un pilota. E ancora da un calciatore o da uno sportivo in generale. E pure nel conoscere quanto prendere un editore o un giornalista. Professionista si intende

1 commento:

  1. Ma perchè aspettare che sia un governo "non legittimo" fatto di professori a cercare di ridurre tutti questi assurdi privilegi? A cominciare da quelli dei politici! Non cambia l'economia italiana se riduciamo lo stipendio/benefici ai parlamentari, ma sta diventando una cosa di principio! La gente si è stufata dei privilegi di tutte le caste! E allora perchè il PDL NON decide di farsi promotore di una cospicua riduzione di questi privilegi economici e farsi anche pubblicità di ciò? Anche se dovesse essere bocciato in aula, sarebbe un'azione positiva che gli elettori ricorderanno!

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