GALAN: LA
FUSIONE NEL PDL NON E’ RIUSCITA. SEPARIAMOCI E RESTIAMO UNITI IN UNA
FEDERAZIONE, CI CONVIENE”
Giancarlo
Galan, nel diciottesimo anniversario dalla nascita di Forza Italia lei sta
passando come l’uomo che vuole cacciare gli ex An dal Pdl. «Io non ho nulla contro
gli ex An, anzi, ce l’ho col Predellino. Io considero il Predellino
una scelta infausta». Forza Italia e Alleanza nazionale dovrebbero tornare
divisi? «Io credo che separati raccoglieremmo più consenso. E la somma dei
nostri consensi sarebbe superiore a quella del Pdl. Se avessimo mantenuto le
nostre identità avremmo lasciato molto meno spazio alla Lega e avremmo potuto
rappresentare una offerta politica più gradita agli elettori». Lei parla al
passato, ma per il futuro? «Alle
elezioni amministrative qualche esperimento qua e là lo si poteva anche fare.
Una separazione consensuale. Con gli ex An dico che ci conviene, andremmo
meglio, divisi, restando in una federazione ma separati. La fusione tra An e
Forza Italia non è riuscita». Per quale motivo? Perché c’era una base
identitaria basata su presupposti diversi che non si sono amalgamati. I congressi,
le tessere, certi riti della politica erano diversi. Anche nel Pd, è evidente
che gli ex democristiani non si trovano bene, non parliamo degli ex radicali». A
proposito di radicali: lei difende i matrimoni gay contro il pensiero del
segretario Alfano. Questo non sarebbe stato uno scandalo ai tempi di Forza
Italia? «L’appartenenza alla case
madre era molto evidente in An, c’era la linea del partito. Per noi valeva un altro
principio: quello della libertà assoluta. C’era la raccolta sotto la stessa
bandiera di posizioni diverse, da quelle più vicine ai radicali alla tradizione
cattolica. Come nel partito repubblicano americano. Come nel Labour Party. Come
era per l’appunto Fi, capace di coagulare i diversi, dare spazio a tutte le
voci, non come il partito che stiamo realizzando».
Ora stanno nascendo Forza Lecco, Forza Verona, e
qualcuno ha già detto: il «mandante» è Galan. Il simbolo Forza Veneto non è
suo? «Lo depositai due anni fa, ma non c’entro niente con
nessuna Forza. Se però si fosse capito due anni fa che la mia non era una
proposta di disturbo, avremmo potuto dare una risposta a tutti quelli che ora
stanno facendo una forza autonoma».
Lei non è collegato a nessuna di queste iniziative, ma
come le valuta? «Si negano le sconfitte si afferma che tutto va bene,
ma chiedo: perché non fermarsi a riflettere, e capire cosa vuole la nostra
gente? Fa bene Alfano a dire che siamo stabilmente sopra il 20 per cento, ma
qualche anno fa eravamo stabilmente sopra il 40».
Le danno del nostalgico. «Non è nostalgia. È un’operazione rivolta al
futuro. In Italia la cosa più innovativa che sia stata inventata dal dopo
guerra in poi in politica è stata la rivoluzione liberale proposta da Forza
Italia. Le idee liberali appartengono al passato?».
Non le piace il vostro attuale modello di partito? «Il partito non mi piace. Solo il 7% degli
italiani apprezza il modello di partito classico. Noi con Fi avevamo inventato
qualcosa di diverso e ora siamo lì a fare le tessere, le correnti, le cordate».
I Congressi non portano più democrazia nel partito? «Ma
va là! I Congressi sono un sistema democratico? È così democratico che chi fa
tessere false diventa segretario provinciale».
Come vede il ruolo di Berlusconi in questo momento? «Berlusconi
si fermi e pensi a come ridarci la possibilità di sognare, e se non riesce a
farci sognare, almeno a farci sperare».
Questo ritorno allo spirito del ’94 potrebbe essere
una risposta al successo di Monti? «Monti ha detto una cosa un po’ becera, spero
che mi perdoni. Ha detto che i partiti non hanno consenso e lui ce l’ha. Se non
la diceva era meglio, ma purtroppo è vero. Continuo però a pensare che
Berlusconi li surclassa tutti».
Come vede le alleanze future? «Tutte quelle che si riconoscono in uno schema
di principi liberali, quelli del 94».
La Lega? «La Lega dovrebbe essere e
sarà una di queste forze, ma non in posizione egemonica. Senza la golden
share».
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