giovedì 27 dicembre 2012

MONTI SI CANDIDA LEADER DELLA SINISTRA



Alessandro Sallusti - Ecco svelato il trucco del governo tecnico. Ieri è scattata la fase due del presidente Napolitano per togliere dalla scena politica il centrodestra e Silvio Berlusconi, dati per morti un anno fa e invece ancora vivi, tanto da spaventare chi già pensava, la sinistra, di avere in pugno il Paese. Col cavolo che Monti si farà da parte, come giurato il giorno del suo insediamento e ripetuto strada facendo, al termine del suo mandato. Scherzava, o meglio ci ha preso in giro. Lo avrebbe forse fatto se le cose fossero andate come deciso nel tardo 2011 nelle segrete stanze del Quirinale in collegamento con altre stanze, quelle cosiddette sacre del Vaticano. E cioè: abbiamo un anno di tempo per fare implodere il Pdl e consegnare il governo a una sinistra debole e inadeguata, quella di Bersani, ma a quel punto senza rivali. Non è andata così. Sia pure tra tira e molla, tensioni e litigi, Berlusconi è riuscito nel miracolo di tenere insieme la baracca e, cosa inaudita, di trovare il coraggio e la forza per ritornare in campo. Cribbio, avrà detto Napolitano, di questo non ce ne liberiamo più. E allora ecco il piano B. Ha convocato il soldatino Monti, che nel frattempo si è pure montato la testa nonostante il suo gradimento tra la gente sia in picchiata. I due si sono fatti dettare dalla Merkel un'agenda lacrime e sangue sulla quale fare confluire i rottami della Prima Repubblica (Casini e Fini), un po' di cattocomunisti (Riccardi e Olivero delle Acli) e una spruzzata di società civile molto chic (Montezemolo). Per fare cosa? Ovvio: aiutare la sinistra a vincere le elezioni ma, soprattutto, a governare dopo. Già, perché con un centrodestra in ripresa, e un Grillo acchiappavoti, Bersani e il Pd non avrebbero comunque i numeri sufficienti al Senato per fare di testa loro. Dopo la truffa del governo tecnico, ecco quella del Centro europeista. Ma quale Centro. Monti è il nuovo leader, designato da Napolitano, della sinistra italiana. A Bersani il ruolo di comprimario, utile idiota, insieme a Casini,
 
di un piano che passa sopra la sua testa e che lo costringerà a rinunciare a fare il premier, a favore di Monti, anche se vincente alle elezioni. È la classica operazione concepita a tavolino, l'ennesimo disperato tentativo di fermare il centrodestra e rimettere all'angolo i liberali. Ma come spesso capita in questi casi, si fanno i conti senza l'oste. Che piaccia o no, gli italiani dovranno deporre una scheda nell'urna. E, a quel punto, vedremo se sceglieranno una sinistra, sia pur mascherata, di tassatori inciucioni a caccia di poltrone o chi si impegna a liberarci dal giogo che sta uccidendo famiglie ed imprese.

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