sabato 1 dicembre 2012

INGROIA DIFFAMA FORZA ITALIA: CAUSA COLLETTIVA DEL “GIORNALE”


PER IL MAGISTRATO IL PARTITO E’ STATO FONDATO DALLA MAFIA. RIDOLFI, BAZZONI, GALASSINI  TANTI MILITANTI SI  SENTONO OFFESI E HANNO ADERITO ALLA CAMPAGNA PROMOSSA DAL GIORNALE, (ONORE A SALLUSTI), PER FARE UN’AZIONE CIVILE. ADERISCI ANCHE TU!
Una balla colossale ma soprattutto un'offesa gravissima all'intelligenza e all'onestà delle migliaia di persone che hanno fatto di Fi una realtà che ha segnato la storia della Seconda Repubblica. Un attacco che non può passare sotto silenzio. Per questo il Giornale - che comunque non è un quotidiano di partito - invita i lettori che si sentono diffamati dall'ultima sparata del magistrato ad aderire a un'azione civile collettiva. Chi volesse aderire all’iniziativa «Sono di Forza Italia, so di non essere mafioso Ingroia mi diffama» scriva a: segreteria@ilgiornale.it. «Io so», ha scritto Antonio Ingroia facendo il verso a Pier Paolo Pasolini, ma senza la stessa verve poetica. E soprattutto senza lo stesso rispetto per l’altrui reputazio­ne: perché Pasolini lanciò una provocazione intellettuale, il magistrato prestato al Guate­mala scaglia accuse infamanti: indicando in Forza Italia il parti­to fondato dalla mafia, ha dato del «picciotto» non solo a chi quel partito ha creato, ma an­che alle migliaia di militanti che hanno reso vivo e radicato nel Paese il partito fondato da Silvio Berlusconi nel 1994. Parole infamanti di fronte al­le quali molti militanti di Forza Italia si sono sentiti insultati. Il Giornale ne condivide lo sdegno e si offre di aggregare il sen­timento condiviso da tante per­sone che con la mafia non han­no mai avuto nulla a che fare e che si sentono orgogliose condi­videre la storia politica di Forza Italia. Tanti altri come Vittorio Sgarbi. E come l’avvocato Liborio Cataliotti, capogruppo del Pdl a Reggio Emilia e tra i primi tesserati azzurri, che si è reso di­sponibile a patrocinare una grande azione civile collettiva, per chiedere conto ad Antonio Ingroia delle sue informazioni senza prove.«Ingroia “sa”?I mi­litanti di Forza Italia sanno che lui non sa niente, che si sbaglia, che infanga dice l’avvocato Cataliotti - e sono pronti a chiede­re al magistrato di prendersi la responsabilità di ciò che dice, accettando quel che vale per chiunque altro: che la reputazione, secondo la legge, è un bene che si può tutelare in tribunale. E la legge, fino a prova contraria, si applica anche ai magistrati scrittori».  Il Giornale dunque raccoglie­rà l’adesione alla causa collettiva di chi ha militato in Forza Italia e si sente diffamato e offeso. Chi volesse aderire all’iniziativa «Sono di Forza Italia, so di non essere mafioso Ingroia mi diffama» scriva a: segreteria@ilgiornale.it.  L’eventuale ricavato dell’azione risarcitoria sarà de­voluto alle vittime della mafia e degli errori giudiziari. Lo studio legale Cataliotti provvederà poi a contattarvi per formalizzare l’adesione:ba­sta una firma. Al resto ci pense­anno Il Giornale e l’avvocato. E un giudice, se in questo Paese esiste ancora la giustiziaRodolfo Ridolfi, Gianguido Bazzoni. Vincenzo Galassini co-fondatori Forza Italia Ravenna

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