"Il nuovo aumento degli immigrati presenti in Emilia Romagna (dati ISTAT) e il quasi raggiungimento della soglia dell'11% degli stranieri sul territorio regionale, conferma che siamo di fronte ad una vera e propria invasione che la sinistra non sta governando. Così, anziché integrazione, in Emilia Romagna si crea disintegrazione sociale, con gravi conseguenze sia sul welfare che sull'ordine pubblico. L'Emilia Romagna si conferma più terra di conquista che di integrazione. Ai dati che confermano in Emilia Romagna, una percentuale di immigrati regolari tra le più alte d'Italia, fanno fronte quelli, altrettanto recenti, che confermerebbero che la regione stessa registra il più alto numero di clandestini e irregolari.
Questo perché le politiche della sinistra hanno attirato nella nostra regione una quantità di immigrati ben superiore alla capacità di assorbimento del tessuto sociale ed economico locale. Questo ha creato sacche di clandestinità, degrado, delinquenza, al centro della cronaca quotidiana. Non condividiamo affatto gli alleluia della sinistra e siamo quindi fortemente preoccupati dall'atteggiamento degli amministratori pubblici di sinistra dell'Emilia Romagna che vedono nell'aumento degli immigrati un successo di cui andare fieri.
Per noi le priorità rimangono altre: eliminare le sacche di clandestinità e garantire che la presenza di ogni immigrato sia legata a doppio filo alla certezza di un posto di lavoro, alla conoscenza della lingua italiana, al rispetto della legalità, della cultura e della tradizione".
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