IL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE TOGLIE LAPAROLA A FILIPPI
Discussa nella seduta pomeridiana dell’assemblea legislativa l’interpellanza, a firma del Consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi, sul caso Terremerse, il finanziamento milionario a favore della cooperativa agricola diretta dal fratello del Presidente della Regione Emilia-Romagna. Su Giovanni Errani, fratello di Vasco, pende l’accusa di truffa aggravata. Il Pubblico ministero ha ipotizzato irregolarità nella procedura relativa alla costruzione di un nuovo stabilimento vinicolo nell’imolese. Indagati anche due funzionari della Regione. Per l’Assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni non c’è stata nessuna irregolarità. Il Consigliere del Pdl ha chiesto alla Giunta spiegazioni sul fallimento di Terremerse, sulla fusione tra le cooperative Terre Imolesi e Co.p.a. (attualmente proprietarie della struttura imolese) e sul trasferimento di macchinari da una cooperativa all’altra. Filippi, inoltre, ha preteso di ottenere, sono due anni che lo chiede, il certificato del collaudo relativo alla costruzione dell’azienda vinicola imolese (documento obbligatorio redatto da un tecnico che certifica la regolarità dell’iter procedurale e della stessa opera). “Errani ha il dovere di fare luce sulla questione, deve essere trasparente con la cittadinanza. Perché il finanziamento, da parte della Regione Emilia-Romagna, è stato erogato prima dell’approvazione definitiva del progetto dello stabilimento? Perché non mi è ancora stato consegnato il collaudo? In pochi anni Terremerse ha ottenuto 2.176.000 euro dalla Regione Emilia-Romagna, per poi fallire. Soldi dei contribuenti gettati al vento. Evidentemente le scelte dell’amministrazione avevano un obiettivo ben preciso.
I vertici della coop rossa di Bagnacavallo, che a questo punto avrebbe fatto meglio a chiamarsi ‘Terresommerse’, devono restituire alla cittadinanza, ai contribuenti emiliano-romagnoli, i fondi concessi dalla Regione.” Filippi non ha potuto concludere il suo intervento in aula, il Presidente dell’Assemblea legislativa Matteo Richetti gli ha tolto la parola.