martedì 15 marzo 2011

COME MAI IL CHILOVATTORA ALLA BORSA ELETTRICA E’ QUOTATO MENO DI 10 CENTESIMI MENTRE A CHI LO PRODUCE COL FOTOVOLTAICO SONO RICONOSCIUTI PER LEGGE (UNA LEGGE-TRUFFA) 50 CENTESIMI

La storia del sorpasso al nucleare da parte del fotovoltaico è una bufala. Lo si scopre semplicemente rifacendo per bene i conti dello studio «Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover. Solar Energy is Now the Better Buy» di John O.Blackburn e S. reperibile qui: http://www.ncwarn.org/wp-content/uploads/2010/07/NCW-SolarReport_final1.pdf I conti li ha rifatti il Prof Franco Battaglia, Professore Associato di Chimica dell'ambiente all'Università di Modena. Cerco qui di spiegarli : Lo studio «Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover. Solar Energy is Now the Better Buy» di John O.Blackburn e S. Cunningham, fa uso della seguente formula: dove: fattore di ammortamento = i / [ 1 – (1 + i)-n ] i = tasso di interesse n = periodo di ammortamento (anni) Il calcolo è effettuato per un impianto di riferimento da 3 kWp (chilowatt di picco) di picco, assumendo un costo dell’impianto pari a $8190, un tasso di ammortamento del 6%, un periodo di ammortamento di 25 anni e un fattore di carico del 18%. Ne risulta un fattore di ammortamento pari a 0.07823. Con le suddette ipotesi, il costo di produzione dell’energia elettrica (componente dovuta al solo costo di impianto, senza

i costi di esercizio e di manutenzione) risultano pari a 16 c$/kWh. Senonché, come viene anche detto nel lavoro, il costo dell’impianto pari a $8190 risulta sottraendo, al costo reale che è di $18.000, i crediti d’imposta federali (30%) e dello Stato del North Carolina (35%). È allora evidente che quello riprodotto in figura non è il costo di produzione industriale ma il costo di produzione politico a valle delle incentivazioni concesse alla fonte fotovoltaica dal governo federale USA e dal governo del North Carolina, incentivazioni che trasferiscono il 65% del costo industriale a carico della collettività.

Inoltre, aver assunto un fattore di carico del 18% è decisamente irrealistico. Una potenza installata di 1 GW dovrebbe produrre, alla fine di un anno 8760 GWh di energia elettrica (8760 sono le ore di 1 anno). In realtà ne produce di meno per varie ragioni: ad esempio l'impianto può restare fermo per manutenzione, etc. Tipicamente, un impianto nucleare da 1 GW produce 8000 GWh; il suo fattore di carico tipico è quindi 8000/8760=90% Un impianto fotovoltaico da 1 GW, invece, NON PUO' produrre alla fine dell'anno 8760 GWh per la semplice ragione che non è illuminato per 8760 ore (c'è la notte, nei giorni invernali può essere coperto di neve, etc.).Tipicamente, un impianto FV da 1 GW produce, alla fine di un anno, 900 GWh. Il suo fattore di carico è quindi 900/8760 = 10%. La potenza FV installata in Italia era di 432 MW a fine 2008 e di 1142 MW a fine 2009. Quindi nel 2009 vi sono stati 1142-432=710 MW nuovi. Che, naturalmente, sono stati installati nel corso dell’anno. In assenza di altri dati, assumiamo un ritmo di installazioni costante nel corso dell’anno, per cui è come se la effettiva potenza FV installata in Italia nel 2009 fosse pari a 432+710/2=787 MW. L’energia elettrica prodotta da FV nel 2009 è stata di 674 GWh. Il fattore di carico che ne risulta è quindi pari a poco meno del 10%.

Ripetendo il calcolo con la medesima formula ma senza considerare le incentivazioni e col più realistico fattore di carico del 10% (valore medio a consuntivo per gli impianti fotovoltaici in esercizio) si ricava in realtà un costo di produzione pari a 63 c$/kWh, ovvero circa quattro volte quello calcolato nel documento. Ora, se teniamo conto che il nucleare nel 2008 costava 2 cents di dollaro (vedere qui alla voce total: http://www.eia.doe.gov/cneaf/electricity/epa/epat8p2.html), pur ammettendo un raddoppio dei soli costi di costruzione come sta avvenendo in Finlandia, il costo del kWh nucleare oggi sarebbe (abbondando) di circa 5 cents, cioè circa 12 volte meno di quello prodotto col fotovoltaico. Altro che sorpasso!

La principale cosa che potrebbe sfuggire, però, è l’ineluttabile fatto che il fotovoltaico non conviene neanche se i moduli fotovoltaici fossero gratis: quando i pannelli FV non sono illuminati dal sole (e non lo sono dal tramonto all’alba, sempre, e dall’alba al tramonto quando è nuvolo, quando sono coperti di neve, etc.) essi sono inutili, il che significa che 100 GW FV non consentono la chiusura di neanche 1 W convenzionale, sia esso a gas, a carbone, o nucleare.

Se ci si riferisce poi al lungo periodo bisogna fare anche questa considerazione: un reattore da 1.6 GW produce, nell'arco della propria vita (60 anni, minimo) 1000 miliardi di kWh elettrici, che alla quotazione di mercato (circa 10 centesimi/kWh) danno un RICAVO di 100 miliardi. Se tale reattore richiede una SPESA, per ritardi nella costruzione, di 3 o 6 (o anche 10) miliardi è pressoché irrilevante. Viceversa, con una SPESA di 6 miliardi si installa 1 GWp FV che nell'arco della propria vita (30 anni, se va bene) produce 30 miliardi di kWh elettrici (se va bene) con un RICAVO di 3 miliardi. In ogni caso, se quanto sopra non fosse stato compreso, ripeto la domanda: come mai tutti noi consumatori paghiamo il chilowattora elettrico 20 centesimi (incluse tasse, distribuzione, etc., per cui a chi lo produce il chilowattora costa molto meno), mentre oggi i produttori con fotovoltaico dello stesso chilowattora sono ricompensati con 50 centesimi? Come mai il chilowattora alla Borsa elettrica è quotato meno di 10 centesimi mentre a chi lo produce col fotovoltaico sono riconosciuti, per legge (una legge-truffa), 50 centesimi?

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