“Se per il caso della coop rossa Terremerse, i giudici avessero
applicato nei confronti del Presidente della Regione Vasco Errani, il
teorema pseudogiuridico del “non poteva non sapere”, come invece è
stato fatto per Silvio Berlusconi, Vasco Errani avrebbe dovuto essere già
condannato da tempo: a conferma che la giustizia, in Italia, non è sempre
uguale per tutti.”
Quel famoso finanziamento da un milione di euro
che la cooperativa Terremerse, presieduta da Giovanni Errani, fratello di Vasco
Errani, ottenne con facilità dalla Regione Emilia-Romagna fu conquistato
attraverso un imbroglio, senza avere le carte in regola per riceverlo. Questo è
quanto ha sentenziato il Tribunale di Bologna che ha condannato a 14 mesi di
carcere e all’interdizione dai pubblici uffici il funzionario regionale Aurelio
Selva Casadei, per truffa aggravata e falso in atto pubblico. Casadei era il
funzionario del servizio “aiuti alle imprese” della Regione Emilia-Romagna che
materialmente firmò il verbale in cui si attestò (falsamente ha riconosciuto il
giudice) che i lavori per la costruzione dello stabilimento enologico di Imola
si erano conclusi entro il termine del 31 maggio 2006; termine ultimo per
accedere ai finanziamenti. In realtà, il lavori proseguirono per molti mesi
ancora.
La condanna, con rito abbreviato, di Selva
Casadei, segna il riconoscimento, in Tribunale, che la truffa ai danni della
Regione c’è stata. Per questa stessa vicenda sono stati rinviati a giudizio per
truffa aggravata e falso il fratello di Vasco Errani, Giovanni. Sono stati
invece, assolti il Presidente Vasco Errani e i dirigenti regionali Filomena
Terzini e Valtiero Mazzotti, accusati di falso ideologico per una relazione
inviata in Procura, prima che partissero le indagini, nella quale si assicurava
che il finanziamento era regolare. Rispetto a questa assoluzione la Procura è
ricorsa in appello.
Sul caso della coop Terremerse mi sono battuto
contro un uso improprio di risorse pubbliche, sempre a favore delle coop
possibilmente rosse e mai a favore di privati: commercianti, artigiani, aziende
agricole. Ho chiesto chiarezza e trasparenza di fronte al sospetto, oggi
divenuto certezza dopo la condanna emessa dal Tribunale di Bologna, che fosse
stata commessa una truffa ai danni della Regione.
Non vogliamo vedere la gente in galera,
semplicemente pretendiamo la restituzione dell’assegno di un milione di euro,
più interessi e sanzioni di legge, da parte della coop Terremerse. Fabio FILIPPI
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