Soprattutto in questi
momenti così difficili, si parla spesso del tema riguardante i dirigenti degli
enti pubblici, alla luce delle disposizioni contenute nella spending review.
Nello specifico, in un articolato testo riguardante tali enti, si fa esplicito
invito a non aumentare i fondi per la contrattazione decentrata integrativa
limitando, di conseguenza, ogni possibilità di accrescere i salari accessori
dei dirigenti e quelli delle posizioni organizzative. Tutto questo non è certamente
avvenuto nella Provincia di Ravenna, e, infatti, le tabelle pubblicate dalla
nostra amministrazione provinciale rappresentano un vero e proprio schiaffo nei
confronti dei cittadini e del personale restante dell'ente.
Per ogni dirigente, dalla posizione di base rappresentata dallo stipendio tabellare di circa 43-44 mila euro, si aggiunge la retribuzione di risultato (peraltro in questo caso il dirigente incassa anche quelle del 2009, 2010 e 2011) sino ad arrivare a cifre dell'ordine di 150.000,00 euro annue.
Oltretutto si potrebbero prefigurare gli estremi d'illegittimità nel caso di modifica dell'attribuzione delle posizioni dirigenziali con aumento del salario accessorio qualora non sussista l'evidente variazione dei compiti assegnati. Tema controverso tutto da dimostrare nell'ente di piazza dei Caduti. Il paradosso, dunque, è proprio questo. Le province sono state sgravate di numerosi compiti e funzioni, molte delle quali legate ai mancati finanziamenti dello stato e della regione.
Diminuiscono, quindi, gli obiettivi da raggiungere per l'oggettiva contrazione di lavoro, ma la retribuzione di risultato per i dirigenti resta invariata. Con un'evidente diminuzione delle funzioni e le conseguenti riduzioni delle attività in capo ai dirigenti, dovrebbe corrispondere una contrazione delle retribuzioni: ma questo non avviene e, come sempre, resta solo pura filosofia, e i dirigenti continuano a "godere la bazza" alla faccia della spending review.
Per ogni dirigente, dalla posizione di base rappresentata dallo stipendio tabellare di circa 43-44 mila euro, si aggiunge la retribuzione di risultato (peraltro in questo caso il dirigente incassa anche quelle del 2009, 2010 e 2011) sino ad arrivare a cifre dell'ordine di 150.000,00 euro annue.
Oltretutto si potrebbero prefigurare gli estremi d'illegittimità nel caso di modifica dell'attribuzione delle posizioni dirigenziali con aumento del salario accessorio qualora non sussista l'evidente variazione dei compiti assegnati. Tema controverso tutto da dimostrare nell'ente di piazza dei Caduti. Il paradosso, dunque, è proprio questo. Le province sono state sgravate di numerosi compiti e funzioni, molte delle quali legate ai mancati finanziamenti dello stato e della regione.
Diminuiscono, quindi, gli obiettivi da raggiungere per l'oggettiva contrazione di lavoro, ma la retribuzione di risultato per i dirigenti resta invariata. Con un'evidente diminuzione delle funzioni e le conseguenti riduzioni delle attività in capo ai dirigenti, dovrebbe corrispondere una contrazione delle retribuzioni: ma questo non avviene e, come sempre, resta solo pura filosofia, e i dirigenti continuano a "godere la bazza" alla faccia della spending review.
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