Forza Italia soddisfatta per il
‘si’ dei comacchiesi perché la Regione, perché “è matrigna della città lagunare e di tutta la
Romagna”.
Anche se la partecipazione
al referendum dei cittadini di Comacchio è stata ridotta, ha valore e quindi il
referendum promosso dal Comune di Comacchio circa l'adesione dei comacchiesi
alla proposta di passare dalla circoscrizione provinciale di Ferrara a quella
di Ravenna, ma l'indicazione venuta dal voto di ieri è chiara. Vincenzo Galassini Capo Gruppo Forza
Italia Provincia di Ravenna, con Luciano
Tancini capo gruppo FI della Provincia di Ferrara, che ha appoggiato tale
proposta sono soddisfatti, come emerso anche dalla conferenza stampa dei giorni
scorsi a Comacchio con Rodolfo Ridolfi responsabile regionale di Azzurri ‘94. Ora si tratta che il Comune di Comacchio traduca
in atti istituzionali che portino a un effettivo cambio di provincia. A doversi
esprimere in tal senso sarà certamente la Regione ma esistono “omogeneità del territorio dal punto di vista
dell'economia turistica, delle attività legate al porto e all'acquacoltura
nelle valli,
sono indicative” e la volontà espressa dai comacchiesi meriterebbe una piena
accettazione. Sarebbe bene che tra amministratori provinciali di Ravenna e
Ferrara, come pure fra il Comune di Ravenna e Comacchio si comincino ad
affrontare insieme temi di comune interesse e obiettivi utili a entrambe le
realtà. Galassini e Tancini nei
rispettivi consigli provinciali promuoveranno iniziative in merito.
Comacchio, Fi per il sì a Ravenna
"A Ravenna ci accoglierebbero
a braccia aperte"
Forza
Italia — che ricalca quasi in toto le posizioni di Mezzogori e della sua
consulta popolare sul referendum —, spiega per bocca di Antonio Di Munno, ex
candidato sindaco del Pdl alla scorsa tornata elettorale e attualmente
consigliere comunale, che la questione non è meramente sul cambio di provincia,
quanto si giochi piuttosto sulla sanità.
“Abbiamo
espresso chiaramente la nostra posizione dopo aver convocato i gruppi
consiliari Il Faro e Pdl — spiega Di Munno —, e sosteniamo con forza il sì. Il
vero motivo di tale scelta, più che per il cambio di provincia in sé, riguarda
l’unione dei Comuni, che prevede l’inserimento di Comacchio nel distretto
sanitario Sud Est con altri sette Comuni in cui ogni amministrazione ha un
diritto di voto, e visto che gli abitanti di Comacchio sono oltre la metà di
quelli dell’intera unione ciò è inaccettabile”.
“Non
capiamo”, continua Di Munno intervenuto insieme ai consiglieri provinciali
Carli e Tancini, al coordinatore organizzativo della Regione Rodolfo Ridolfi e
al capogruppo in consiglio regionale Gianguido Bazzoni, “come mai non si possa
fare anche qui come ad Argenta e Portomaggiore. Questa è chiaramente una mossa
della sinistra decisa nelle sedi del Partito Democratico, che non riuscendo
storicamente a governare questo territorio vuole controllarlo in questo modo, e
l’abbiamo già visto quando hanno ristrutturato il San Camillo per poi decidere
di chiuderlo. Ravenna, come ci ha ricordato Ridolfi che è anche un romagnolo,
avrebbe solo dei gran vantaggi derivanti dall’inclusione di Comacchio, e ha
confermato che ci accoglierebbero a braccia aperte”, conclude il consigliere.
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