Il Parlamento
è delegittimato politicamente e moralmente. Forse anche formalmente e
giuridicamente, su questo non insistiamo, e si deve restare in attesa del
deposito delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale per
capirne di più. Ma sulla prima constatazione non deflettiamo di un millimetro. Il Parlamento è stato squalificato. La
maggioranza è sparita. Il governo che su di essa poggia, frana come lei
nell'insussistenza politica e morale. Altro che sentirsi più durevole. La
durevolezza del cimitero. Ma se sta bene a chi occupa le tombe migliori
(premier e governo) questo non sta bene all'Italia che invece vuole vivere, non
ama i loculi, e non vede l'ora di posare crisantemi sul residuato bellico delle
larghe intese, che ora sono intese colibrì, patti bonsai, per di più segnati
dalla morte improvvisa. Non vediamo perché Letta debba mostrarsi allegro e
fiducioso del suo futuro. É puro irrealismo, assoluta irresponsabilità
istituzionale. Se crede di durare fino al 2015 con la benedizione del “Corriere
della Sera” (vedi articolo odierno di Antonio Polito) sappia che lo
consideriamo una sfacciata sfida alla legalità repubblicana. Le sentenze – come
ama dire – si applicano. O no? E
l'applicazione comporta l'approvazione in tempi stretti di una legge
elettorale che rifletta il consenso generale. Non creda il Partito
democratico di imporre la logica dei numeri dell'attuale Parlamento. Sarebbe
come pretendere di fare una corsa con la propria squadra dopata e le altre
letteralmente decimate. Questo Parlamento
è fasullo. Tutto. Ma qualcuno di più. E sono esattamente i deputati della
iperpremiata sinistra che dovrebbero restituire 148 seggi immediatamente,
garantendo il reintegro istantaneo alle forze politiche defraudate. Non
è questione di rimpolpare i partiti, quanto di dare soddisfazione ai di
ciotto milioni di
italiani che hanno votato centrodestra e Movimento 5 Stelle, a cui i dieci
milioni di elettori di sinistra hanno rubato la pappa democratica. Questo
esproprio proletario ha da finire. Ridateci il maltolto subito. Il
Parlamento adesso ha un compito. Prima che arrivi il deposito delle motivazioni
della Consulta, può e deve legiferare. Evitando che sia la Corte a dettare la
legge, che non potrebbe che essere il proporzionale puro con la preferenza.
Sarebbe un disastro. Moralmente vale
l'idea maggioritaria, fatta propria dagli italiani quando nel 1993
bocciarono per via di referendum il proporzionale puro. Su questo ha ragione il
presidente Napolitano: la nuova legge dev'essere maggioritaria,
evitare la palude perenne. Sbaglia invece il Capo dello Stato quando ritiene
che Letta debba durare.
Questa sì che è una
pretesa invereconda ed è espressione di una prepotenza incostituzionale,
salvo non gli piaccia davvero la definizione di monarca assoluto, di Re Oh Sole
mio; e visto che Luigi XIV è roba di qualche secolo fa, sarebbe un Giorgio I,
ma anche l'ultimo di questo nome, e sarebbe una cosa molto breve....
Accade al
Parlamento come al conducente cui la Polizia stradale ritira la patente. Non è
che lo si può multare per il passato. Ma non può più viaggiare. Gli si lascia
solo l'autorizzazione per rientrare a casa nel tempo più stretto possibile,
senza far danni e senza rovinare la macchina.
La
macchina della democrazia è delicata. Nel dispositivo della
sentenza si legge che il Parlamento è, anche in questo momento, abilitato a
fare la legge elettorale. Non dice altro.
Se fosse per noi
aggiungeremmo un rigo alla sentenza del buon senso.
Torna a casa Ange-Lassie.
La casa tua è questa. Cosa ci fai lì a reggere il lumicino mortuario di un
governo e di una maggioranza cui la Corte Costituzionale ha decretato il
seppellimento? Rientra, le porte sono aperte. Sai bene com'è fatto
Berlusconi...
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