venerdì 27 dicembre 2013

IL “CORRIERE” SFIDUCIA IL GOVERNO DEI 148. CONCORDIAMO.RESTA IL TEMPO PER LA LEGGE ELETTORALE

Se anche il "Corriere" pone l'ultimatum a Letta come un Brunetta qualsiasi, e se i contenuti dell'ultimatum sono irrealizzabili, conviene che i ministri preparino gli scatoloni. Si va a casa. Accade questo. Il "Corriere" dedica al futuro della politica italiana un editoriale del direttore Ferruccio de Bortoli il cui titolo è "Contratto di governo". Se permettete questa idea del contratto l'abbiamo espressa noi, chiedendone la stesura e i relativi impegni, secondo il metodo della Grosse Koalition tedesca, ai primordi del governo di larghe intese.  Non si fece quando la spinta propulsiva era piena, e Letta lo rimpiazzò con la "cabina di regia", ma la smontò in pratica prima ancora che cominciasse a funzionare.
Ora il "Corriere" liquida Letta con una tecnica crudele. Prima sostiene che Letta ha fatto una "pessima figura", caratterizzata da "pressappochismo e incompetenza", subito dopo gli domanda di mettere insieme e realizzare un programma dove si inverta la rotta di oggi, che è quella del "non scegliere nulla in nome della stabilità". Il tutto in una coalizione piena di "vasi di coccio".  Insomma, è come chiedere a un paralitico di scendere dal lettuccio e di battere subito il record mondiale di salto in alto.
Come non bastasse anche "Repubblica" declassa Letta, e insiste a spingere Renzi ad accordarsi con Alfano (poveretto, non porta bene).
Insomma i poteri forti, persino loro, scaricano Letta.
È un fatto, odioso in democrazia, perché dovrebbero contare solo i voti e il consenso popolare, il tutto nella legalità repubblicana. " Be', nessuno di questi elementi consente più la permanenza del governo Letta. E riporta l'attenzione su un numero fatale e dimenticato: 148.  È la cifra dei deputati frutto di una razzia incostituzionale e bottino esclusivo della sinistra. In termini meno da cronache della pirateria, ribadiamo il concetto. Il governo si regge infatti su una maggioranza che non è legittima, gonfiata da una legge elettorale che la Corte costituzionale ha giudicato estranea ai principi della Carta.
Una maggioranza che non ha per giunta nulla a che fare con quella che gli diede l'iniziale ok.
Dunque abbassiamo l'asticella. Noi siamo meno cinici di Ferruccio de Bortoli.

Chiediamo a questo governo di lasciare che le maggiori forze - e via via le minori - si accordino presto (cioè subito) e bene (cioè con un maggioritario a un turno) su una legge elettorale che rispetti la sentenza della Consulta e ci permetta di avere nuove elezioni politiche assieme alle europee, e un governo prima dell'estate.  Si può e si deve.  Qualsiasi altra riforma, specie costituzionale, un Parlamento viziato da incostituzionalità non può farla, "per la contraddizione che non consente".

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