Il sito di Franceschini recita che gli aumenti (4 euro e del 500% su
smartphone di 16GB) sono assolutamente in linea con l’Europa e che in nessun
modo danneggeranno i consumatori, ma solo i produttori di devices di
elettronica. Un coro di soddisfazione si leva da parte degli artisti. La Siae
batte cassa: 200 milioni di euro di tasse a danno degli italiani. L’elettronica
di consumo è un settore in profonda crisi. Pochi gruppi internazionali di
distribuzione di prodotti d’elettronica (GDO e GDS) stanno annientando decine
di migliaia di piccoli negozi rimasti con poco margine e prezzi poco
competitivi. I pc sono in profonda crisi, gli unici prodotti che al momento
ruotano sono gli smartphone (in aumento rispetto al 2013) e i tablet. Se
qualcosa dell’economia funziona, perché cercare subito di intaccarlo? Internet,
digitalizzazione, fruizione dei contenuti sono temi da incentivare o da
frenare? Penso che ogni commento sia superfluo soprattutto se a promuovere
questa “tassa scellerata” è proprio il Ministro della Cultura. Come giustifica
Franceschini gli aumenti su pc, smartphone, tablet etc? Equo compenso sulla
copia privata che teoricamente un consumatore fa. Peccato che solo una piccola
percentuale degli utenti usa questi dispositivi per questo scopo. Ma non fa
niente, ogni scusa è buona per aumentare le tasse e leccare i piedi ad artisti
già pluri-milionari. Nella prossima campagna elettorale saranno
senz’altro di aiuto, eccome se lo saranno.
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