Manuela Repetti invita Forza Italia a concentrsi sui problemi del Paese: "alla gente non importa delle primarie o della nostra organizzazione interna". Frecciate a FdI e Ncd.
Semmai avesse ragione chi
descrive Forza Italia come
un esercito spaccato in due - da un lato i berlusconiani di ferro, fedeli
all’ex Cavaliere, e dall’altro i sostenitori di Raffaele Fitto, che preferirebbero affidare la
leadership del partito a colui che ormai si fregia della medaglia di mister
preferenze - Manuela
Repetti
presidierebbe strenuamente un caposaldo dell’armata lealista. La compagna di Sandro Bondi che confessò di aver
saputo, a busta spedita, della lettera che l’illustre consorte inviò a
Berlusconi criticando la linea politica del Cavaliere –
“l’avessi saputo gli avrei consigliato di non farlo” - non usa la
penna d’oca per mettere nero su bianco che per lei «le primarie non sono affatto una priorità. In un momento così difficile
per il nostro Paese un partito come il nostro deve occuparsi di questioni più
importanti per la gente che non sono certo le primarie o l’organizzazione
interna del partito stesso». Già, perché se pur concede un flebile viatico
alle consultazioni aperte cui sta lavorando Laura Ravetto
e chieste a gran voce dai fittiani, «non sono contraria, se ci saranno le si
userà, ma – dice - non sono un punto cruciale, né risolutivo dei nostri
problemi», ripete come un mantra che «la
leadership di Silvio Berlusconi è fuori discussione. I voti presi sono voti presi grazie a
lui». E
se ne sono arrivati assai meno del previsto «dobbiamo fare autocritica, capire
dove abbiamo sbagliato». Lei qualche idea in proposito ce l’ha: «alleanze,
quasi ammucchiate che non hanno funzionato, e che ci hanno impedito di fare
quella rivoluzione liberale che gli italiani si aspettavano da noi».
Non gli scappa, perché lo ripete, un «bravo Renzi perché ha saputo
convincere gran parte del Paese che poteva avere fiducia in lui. Noi non ci
siamo riusciti, questo è il punto. E cosa c’entrano le primarie e
l’organizzazione interna del partito con questo? Niente». Per la Repetti negli
italiani è ormai calata la fase della rabbia, «quella che faceva pensare a un
grande successo di Grillo e
invece poi si è visto com’è andata», lasciando spazio al quella della speranza,
della fiducia intercettata dal premier «e che noi dobbiamo riuscire a
riconquistare con le idee, le proposte per il Paese non certo con la nostra
organizzazione interna che pure è importante, ma non preminente». Quanto alle
primarie per le candidature, il suo pensiero non cambia: «Se in Piemonte si
fossero fatte le primarie di coalizione il centrodestra sarebbe andato meglio?
Ma non scherziamo. Assolutamente no. E
poi basta guardare il risultato ottenuto da chi faceva il diavolo a quattro per
farle queste primarie». La frecciata al curaro va dritta al doppio
bersaglio, Guido
Crosetto ed Enrico Costa, a quei Fratelli
coltelli e quegli alfaniani che Manuela Repetti vede ancora lontani da una
possibile ricomposizione del centrodestra: «Non sono contraria a un percorso
comune, ma niente ammucchiate frettolose. Abbiamo già dato e si sono visti i
risultati». Ricordiamo anche il caso del
giovane Sindaco Cattaneo, il più amato degli italiani, che a suo tempo
voleva fare il “rottamatore” Berlusconi, e voleva l’ICI per la prima Casa, mandato
a casa dai suoi cittadini!!! Riflettiamo
bene amici, riflettiamo………
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