martedì 28 settembre 2010

Dotare le tre Aree Vaste dell’Emilia Romagna di un ordinamento giuridico fatto di regole comuni; intervenire affinché l’Area Vasta della Romagna superi questo momento di impasse dovuto alle inchieste che coinvolgono il coordinatore Tiziano Carradori; intervenire perché Ravenna non perda il suo ruolo di coordinamento e rafforzi il suo ruolo nel campo della formazione sanitaria.
Sono queste le richieste del consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni che oggi ha presentato un’interrogazione in Regione.
Nel documento Bazzoni ricorda che “viste le inchieste giudiziarie tutt'ora in corso che coinvolgono il suo coordinatore Tiziano Carradori e il coordinatore dei direttori delle Ausl Savino Iacoviello, l’Area Vasta ha palesemente mostrato di avere rilevanti limiti in quanto alla trasparenza con cui viene gestita”. Il consigliere regionale sottolinea poi “che l'inchiesta ha fortemente rallentato e reso ancor più difficoltoso il processo di sviluppo dell'Area Vasta romagnola, con forti ripercussioni sul lavoro delle singole Aziende sanitarie locali, al punto che è divenuto urgente un intervento della Regione perché si esca da questo momento di impasse”. 

“I maggiori problemi nella gestione dell'Area Vasta – prosegue - sembrano essere determinati dall'assenza di un ordinamento giuridico che doti le Aree Vaste dell'Emilia Romagna di regole comuni, facendo sì che questi modelli di gestione sanitaria percorrano tutti la stessa direzione, in modo da poter permettere uno sviluppo omogeneo della sanità nelle diverse aree geografiche della regione, pensando allo stesso tempo a investimenti omogenei da parte della Regione affinché vi sia una pari distribuzione di eccellenze in campo sanitario tanto in Emilia quanto in Romagna”.
Se dunque “all'interno dell'Area Vasta romagnola la provincia di Forlì Cesena è stata scelta come sede dell'Irst, che si appresta a diventare Istituto scientifico, del Laboratorio unico di Pievesestina” e sarà sede di “rilevanti uffici amministrativi e tecnici, concentrando quindi in questo territorio nei fatti la gestione sia amministrative sia dei progetti maggiormente rilevanti nonché delle eccellenze nel campo della ricerca e della cura contro il cancro, a Ravenna l'unico progetto corposo, ma non certo alla stregua di quelli sopracitati, che si sia deciso di sviluppare è la centrale unica del 118, della quale la provincia di Ravenna per dimensioni, caratteristiche della popolazione, vocazioni professionali, non può certo accontentarsi”.
Bazzoni chiede dunque alla giunta di viale Aldo Moro “se intenda dotare le tre Aree Vaste dell'Emilia Romagna di un ordinamento giuridico fatto di regole  comuni, superando l’attuale situazione di stallo, nel quale trovi piena legittimazione anche la figura del coordinatore di ciascuna Area Vasta; se intenda intervenire affinché Ravenna, nonostante l'inchiesta giudiziaria che coinvolge il direttore generale dell'Ausl Tiziano Carradori nella sua veste di coordinatore di Area Vasta, non perda il suo ruolo di coordinamento; se intenda intervenire perché Ravenna rafforzi il suo ruolo nel campo della formazione sanitaria, con progetti di sviluppo che coinvolgano il campus di Faenza, ospitato nella sede degli ex Salesiani, già sede di corsi di laurea come fisioterapia, infermieristica e logopedia, intensificando i rapporti con l'università;
se intenda intervenire affinché i progetti di Area Vasta siano effettivamente un patrimonio comune delle aziende sanitarie di riferimento e non gestiti da una singola azienda a discapito delle altre, sia in termini di organizzazione che in termini di occupazione;
se intenda intervenire affinché i progetti di Area Vasta siano equamente distribuiti tra le province di Ravenna, Forlì – Cesena e Rimini”.

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