sabato 30 luglio 2011
NUOVO STABILIMENTO INTESA A BAGNACAVALLO, RISPETTO DELLE REGOLE AMBIENTALI, CON TANTO LEGNO QUANTA FORESTA SARA’ STATA DISTRUTTA?
Perché scegliere un tetto in legno? I motivi per scegliere un tetto in legno sono tanti. Eccone alcuni: - il legno è un materiale leggero, ideale per le ristrutturazioni e sopraelevazioni. Soprattutto nei centri storici, nelle ristrutturazioni di vecchie abitazioni e nelle zone sismiche è indicato, in quanto, per la sua innata leggerezza ed elasticità, non appesantisce le strutture sottostanti - il legno è un elemento naturale e quindi ecologico. - è un ottimo isolante; risparmio energetico garantito unito alla ventilazione del tetto per migliorare il comfort abitativo. - ottima resistenza a flessione, compressione e trazione. - ridottissima sensibilità agli sbalzi termici. - facilità di lavorazione. - il legno è di grande effetto estetico.
venerdì 29 luglio 2011
PESCHE NETTARINE: UN TAVOLO DI LAVORO INTERCOMUNALE PER DARE UN SEGNALE AL MONDO AGRICOLO
MOZIONE DEL PDL DEL COMUNE DI FAENZA
le principali Organizzazioni Agricole hanno lanciato l’allarme sui prezzi di pesche e nettarine in forte calo sia su base settimanale , sia rispetto allo scorso anno. Una situazione preoccupante dal momento che l’Italia è il primo produttore al mondo di nettarine ed il secondo di pesche, dopo la Cina; purtroppo, vi è stato un ritardo di maturazione del prodotto proveniente dal Mezzogiorno e un anticipo consistente del prodotto raccolto al Nord, causando un ingolfamento dei mercati e come conseguenza un ribasso vertiginoso delle quotazioni all’ origine; a seguito dell’infezione del batterio Escherichia Coli, nel Nord Europa (Germania) ha determinato un calo nelle vendite in quelle aree colpite dal Batterio, in particola-re in Germania maggiore importatore di frutta dal nostro paese e dal nostro territorio; è necessario avviare, fin da subito, una profonda riflessione del sistema che ruota intorno alla coltivazione della pe-sca per non arrivare alla resa finale dei produttori con abbattimenti dei frutteti e conseguentemente perdita di occupazione e delle peculiarità e qualità delle nostre produzioni; è indispensabile per la sal-vezza della nostra frutticoltura porre i produttori Romagnoli nelle stesse condizioni dei loro competitor europei. Non è più accettabile che dietro la politica della qualità, i nostri frutticoltori siano obbligati a farsi carico di costi maggiori per vedersi poi soffiare il mercato dai concorrenti spagnoli o nord africani che producendo con minori vincoli riescono a proporsi sul mercato con prezzi bassi, dove la grande di-stribuzione e non, trova terreno fertile per la speculazione; è riconosciuto da parte di tutti la necessi
NON POTEVA NON SAPERE
Chi è costui? Berlusconi! Sbagliato. Questa volta l’avete fatta fuori dal vaso. Quel costui è Pierluigi Bersani, se anche al segretario del Pd vogliamo applicare il famigerato teorema che è di casa ogni volta che si accusa Silvio Berlusconi Ma a Bersani, essendo uomo di sinistra, il teorema non va applicato, e dunque il leader del Pd può tranquillamente scrivere sul Corriere della Sera una lettera in cui invita i compagni finiti nelle maglie della giustizia a fare un passo indietro. Come scrive Gabriele Villa sul Giornale di oggi, colui che invece dovrebbe fare non uno ma mille passi indietro è proprio lui, lo scrivente Bersani, il quale si è dimenticato a bella posta di aver cantato per più di una stagione la canzoncina secondo la quale il Pd è un partito pulito: e invece si ritrova in casa pezzi da novanta che la giustizia vuole indagare perché accusati di corruzione e quant’altro. Un segretario che si ritrova contraddetto nei fatti – e ciò significa che tutta la sua politica incentrata sulla questione morale è fallita – dovrebbe come minimo fare un accenno alla sua volontà di dimettersi. Magari le dimissioni sarebbero respinte, ma per lo meno si comporterebbe da responsabile. Ma chi chiede continuamente agli altri (leggi Berlusconi) di dimettersi, a tutto pensa fuorché alle proprie responsabilità, e così Bersani non si sente minimamente toccato dai numerosi scandali che stanno dilagando nel suo partito. Gli elettori di Bersani, dopo aver assistito felicemente al suo voltafaccia sulla liberalizzazione dell’acqua e sul nucleare, come prenderanno questa sua ostinata e arrogante presunzione di innocenza? È pure lui un uomo per tutte le stagioni? Del resto il caso Tedesco è lì a dimostrare l’ipocrisia di un partito che non può dare lezioni di moralità a nessuno. Non da oggi, ovviamente. A farlo notare è stato nientemeno che un vecchio comunista come Emanuele Macaluso). Bersani degli scandali nulla sapeva e nulla sa. Si difende così. Anche se ad essere trovato con le dita nella marmellata è il suo più potente braccio destro. Naturalmente la magistratura è ben lungi da allungare la sua mano anche sul leader del Pd. Se Bersani dice che non sapeva e non sa nulla, a lui si è obbligati a credere. Come a Fini sulla casa di Montecarlo, ricordate? A Berlusconi no. Anzi a Berlusconi mai.
FEDERALISMO CON PREMI E SANZIONI
PURTROPPO LA SINISTRA TENTERA’ IN TUTTI I MODI DI FERMARLO
Rimozione «per responsabilità politica» e incandidabilità per dieci anni a qualsiasi carica pubblica dei governatori con i conti di asl e ospedali in default. Stessa sorte per sindaci e presidenti di provincia condannati per dissesto già in primo grado dalla Corte dei conti. Ministri che potranno essere sfiduciati dalla Camera di appartenenza se non rispetteranno fabbisogni e costi standard, e forse anche loro incompatibili a tutte le cariche pubbliche per dieci anni. Tagli fino a un massimo del 5% del fondo di sperimentale di riequilibrio per gli enti locali che sforano il patto di stabilità. Piano operativo con banche e intermediari finanziari per rimborsare le imprese in credito con gli enti locali e con lo Stato. Dopo il via libera di ieri della bicameralina parlamentare, sbarca questa mattina in Consiglio dei ministri l'ottavo tassello del federalismo fiscale su sanzioni (molte) e premi (assai meno) per gli amministratori locali. Un disco verde arrivato col voto favorevole di Pdl, Lega e Idv, mentre Pd e Terzo polo si sono astenuti. Ma a fare la voce grossa sono stati ieri soprattutto Regioni, sindaci e Province. Il provvedimento, contestano Anci e governatori, «non è costituzionale». Di più: il combinato disposto con la manovra di luglio per le Regioni compromette l'attuazione del federalismo fiscale, che a questo punto è su un binario morto. Col risultato di rendere difficile «se non impossibile» per molti «restare in equilibrio di bilancio». Pollice verso anche dai sindaci: «Il nostro giudizio non può che rimanere negativo», conferma il vicepresidente dell'Anci, Graziano Delrio, così come l'Upi (Province). Contestazione fatta propria da Pd e Terzo Polo. Il Governo rimanda la palla al mittente, e per esempio con Luca Antonini, presidente della Copaff, pone l'attenzione sulle «novità di sistema poste dal decreto, come le relazioni di fine mandato che permetteranno agli elettori di giudicare le amministrazioni sui numeri. Sono interventi strutturali, che non vanno confusi con il dato congiunturale della manovra».
giovedì 28 luglio 2011
UNA SOCIETA’ RAVENNATE NELL’ INCHIESTA SU PENATI. LA PISTA DELLA PROCURA PORTA ALLE COOP ROSSE
VERSATI 2,4 MILIONI DI EURO PER CONSULENZE FITTIZIE. IL SOSPETTO DEI PM:ERA UN FINANZIAMENTO AI DS
Il "sisitema Sesto" è un po’ come il vaso di Pandora: ovunque ti giri, spuntano tangenti. Non tutte chiare, non tutte destinate all’ex sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati e soprattutto non tutte servite per finanziare le attività politiche dei Ds tra la provincia e Milano. L’ultima traccia scoperta dagli inquirenti porta infatti ben oltre i confini della Lombardia anche se si dissolve tra i Lidi di Ravenna e le campagne di Modena. E’ qui infatti che, inspiega-bilmente, finiscono 2 milioni e 400 mila euro versati dall’imprenditore edile ed esponente del centrodestra Giuseppe Pasini a due società indicate dalle co-operative rosse di Bologna: la Fingest di Modena e la Aesse di Ravenna. Secondo il materiale raccolto dagli inquirenti monzesi, i pm Walter Mapelli e Franca Macchia, il passaggio di denaro, avvenuto nel 2002 in almeno 4 tranches da 619 mila euro ciascuna, non ha infatti una spiegazione plausibile, visto che le fatture emesse a fronte dei pagamenti di Pasini parlano di contratti per lavori inesistenti. Generiche consulenze per l’estero che poco sarebbero servite in quel periodo a Pasini, in lotta per ottenere dal comune di Sesto San Giovanni una deroga al Prg che gli consentisse di avere un aumento volume-trico sulle costruzioni da realizzare nell’area ex Falk. Secondo le accuse, ad indicare a Pasini le due società, i cui titolari, Francesco Aniello (avvocato sici-liano) e Giampaolo Salami (professionista ravennate) erano legati al Consorzio Cooperative Costruzioni, sarebbe stato Omer Degli Espositi, il 63enne vice-presidente della Ccc ora indagato (insieme ai due consulenti) per concorso in concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Pasini ai pm avrebbe spiegato che dopo aver acquistato l’area Falk per 380
mercoledì 27 luglio 2011
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, LA REGIONE SCEGLIE LA VIA DI FUGA
LA REGIONE NON INDIVIDUA I SITI PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI DI PRODUZIONE DI FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI:EOLICA,BIOGAS, BIOMASSE E IDROELETTRICA
“Questo provvedimento contraddice di fatto gli obiettivi del Piano Energetico Regionale, rendendo impossibile una reale politica di realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, quindi rende impraticabile il raggiungimento degli obietti energetici fissati nel piano stesso.
Il P.E.R. sposava la filosofia della costruzione di una politica industriale, creando le condizioni per una Green economy regionale (anche se da noi ritenuta ancora insufficiente ed ideologico), mentre queste “linee guida” al contrario si muovono sulla logica esclusivamente ambientalistica, urbanistico-territoriale, dei divieti e delle esclusioni, con i vincoli ad esempio imposti sull’eolico non si raggiungerà mai la quota dei MW fissati nel P.E.R.”. Continua il Consigliere regionale Gianguido Bazzoni: “La stratificazione di troppi vincoli in troppe aree porterà ad una possibile ed eccessiva concentrazione di impianti di ogni genere nelle aree “libere”, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Se consideriamo ad esempio la produzione idroelettrica di energia questa è di fatto eliminata nelle zone montane e collinari, praticamente nelle uniche zone in cui si potrebbe fare; e pensare che uno sviluppo massiccio di questa forma di produzione energetica, che crea invasi e briglie, contribuirebbe a salvare anche i nostri fiumi che sono torrenti impetuosi d’inverno e uadi d’estate: acqua sprecata che crea danni con frane ed alluvioni e che invece potrebbe essere mantenuta per la produzione elettrica ed immessa nuovamente nei fiumi e torrenti anche nei periodi più siccitosi che hanno ucciso di fatto tanti corsi d’acqua. La produzione di energia da Biogas invece viene stoppata in più di metà della Regione perché incompatibile con la produzione del Parmigiano Reggiano, scelta che anche la federazione regionale degli ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali dell’Emilia-Romagna indica come eccessivamente restrittiva, e pensare che la produzione di energia da biogas viene ritenuta dall’Unione Europea come parte integrante dell’attività agricola ci sembra quindi limitante proibirla proprio dove l’attività agricola è più presente e diffusa e produce la “materia prima””.
LE DETERMINAZIONI DI BALZANI VERSO L’UNIONE DELLE TRE PROVINCE ROMAGNOLE CI STIMOLA E RILANCIAMO
RICORDANDOCI CHE SIAMO PER L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE
"La coriacea volontà del Sindaco di Forlì Balzani può essere, anche se continuiamo a pensare che la Regione Romagna sia la soluzione regina della questione romagnola, per i motivi già sostenuti ovvero che le Regioni partecipano alla Conferenza Stato Regioni e dialogano direttamente con la UE, la breccia nel PD per un percorso territoriale che veda finalmente riconosciute le istanze della Romagna e dei romagnoli" afferma il consigliere regionale Pdl, Gianguido Bazzoni. "Abbiamo già sottolineato ed è ormai evidente come sia sempre più necessario e funzionale lavorare a livello politico ma soprattutto amministrativo in un ambito sovra provinciale che naturalmente si identifica e corrisponde al territorio della Romagna. Siamo anche convinti che le Province così come sono rappresentano solo una fonte di spreco di denaro pubblico e vadano tagliate o svuotate." Continua il Consigliere regionale Gianguido Bazzoni: "In un'ottica di ambito territoriale romagnolo unito e staccato dall'Emilia, non per preconcetti ma per opportunità e vocazioni, noi rilanciamo, sul tavolo aperto da Balzani, anche registrando il favore alla proposta di Balzani da parte di PRI e UDC, introducendo, visto che il PD non vuol sentire parlare di Regione Romagna, l'idea, realizzabile, di una Provincia autonoma della Romagna alla stregua di quelle di Trento e Bolzano."
martedì 26 luglio 2011
SMETTIAMO DI CREDERE ALLE FAVOLE. L’ULTIMO E’ PENATI MA CE NE SONO MOLTI ALTRI
Negli ultimi due anni sono stati 35 gli esponenti del Pd arrestati, e più di 400 quelli indagati. Si va dalla corruzione di Penati alle tangenti di Pronzato, dai numerosi capi d’accusa di Tedesco all’arresto di Frisullo, da Bassolino e le sue numerose inchieste al fratello di Errani indagato per finanziamenti illeciti, dal candidato alle primarie camorrista accusato di omicidio allo stupratore seriale di Roma dirigente di sezione, da Delbono e il Cinzia Gate al sindaco di Racalbuto coinvolto nello spaccio di droga.
Numeri imbarazzanti per un partito che fa finta di essere pulito. Ma che comunque riesce a godere di un aiuto generalizzato delle procure amiche che il più delle volte non osano nemmeno impicciarsi degli affari piddini e dei giornali che nascondono nelle cronache ogni scandalo ‘democratico’.
Bersani e soci cercano di minimizzare, circoscrivere, descrivere come marginali alcuni episodi o sempli-cemente non ne parlano per non far montare i casi (tanto i giornali sono benevoli a prescindere).
Una gigantesca questione morale per chi ha sempre professato, a vanvera, di essere eticamente diver-so. Il Pd è corrotto così come larga parte della sinistra e il mito della purezza della sinistra non esiste. Che la smettano di credere alle favole…
SUI TICKET DEMAGOGIA DEL PD IN EMILIA-ROMAGNA ANCHE IN SEDE DI ASSESTAMENTO DI BILANCIO
"La maggioranza PD che Governa la Regione Emilia-Romagna - afferma Gianguido Bazzoni, consigliere regionale Pdl - prosegue sulla scia tracciata dall'Assessore regionale alla sanità Lusenti qualche giorno fa in un'operazione di "camouflage" sui ticket sanitari, per bocca del consigliere Luciano Vecchi relatore di maggioranza in sede di dibattito dell'assestamento di Bilancio, che è onestamente insostenibile. Vecchi sostiene che i ticket siano iniqui ed illogici perché talvolta le prestazioni del privato potrebbero costare meno. Queste sono le stesse motivazioni addotte a gennaio 2007 da chi contestava i ticket imposti dalla Regione Emilia-Romagna alla stregua delle misure imposte dall'allora Governo Prodi tra i quali era previsto anche il costo di 25 euro per i famosi "codici bianchi" del pronto soccorso che in Regione Emilia-Romagna erano comunque presenti già dal 2003. Credo che la maggioranza dovrebbe essere intellettualmente più onesta e capire che a seguito del venerdì nero delle borse europee ed in particolare dell'attacco all'Italia da parte degli speculatori è stato necessario predisporre una manovra stringente che limitasse i danni e scoraggiasse la nuova ondata speculatoria, situazione ben diversa da gennaio 2007 quando il PD era al Governo dove si intravedeva una piccola fase di crescita poi bruciata dalla bolla finanziaria. Ricordo come il bilancio sanitario regionale occupa risorse superiori all'80% e di come le regioni siano sempre a caccia di nuovi fondi e per coprire le voragini dei bilanci della AUSL regionali. Il PD emilianoromagnolo non ha le carte in regola per parlare ed onestamente sarebbe il caso ci risparmiasse questa polemica propagandistica che sa di scarica barile. Se il PD continua così rischia di trovare posto, come le controindicazioni dei farmaci, nei foglietti dei medicinali meglio conosciuti come "bugiardini".
lunedì 25 luglio 2011
IL LEGHISTA CHE ANDAVA IN GITA CON L’AUTO BLU
L’ex presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Edouard Ballaman (Lega) e’ stato condannato dalla Corte dei Conti per l’abuso delle ‘auto blu’. LA SENTENZA – La sentenza e’ stata emessa dai giudici contabili, che hanno calcolato il danno erariale causato all’amministrazione regionale dai viaggi non giustificati da esigenze di servizio. La vicenda era stata sollevata dalla pubblicazione di un dossier sul quotidiano Messaggero Veneto. In seguito alle polemiche e all’avvio delle indagini della magistratura, Ballaman si e’ autosospeso dalla Lega Nord e si e’ in seguito dimesso dalla presidenza dell’assemblea regionale. CENA E FIDANZATA – All’ex esponente del Carroccio, ora consigliere del gruppo Misto, la Guardia di Finanza contestava 68 viaggi effettuati con l’auto di servizio senza effettivi impegni istituzionali da maggio 2008 a marzo 2010. Dei 68 viaggi contestati, la Procura contabile ne ha ritenuti illeciti 55, sollevando contemporaneamente da ogni responsabilita’ l’autista. Tra di essi, viaggi identificati con annotazioni quali ‘riprendere fidanzata’, ‘cena dai suoceri’. In base a quanto accertato dalla Corte dei Conti Ballaman si sarebbe servito dell’auto blu anche per recarsi in aeroporto in partenza e di ritorno dalle vacanze, per prendere e riaccompagnare parenti, per acquistare biglietti per manifestazioni sportive. IL DANNO ERARIALE – Il Procuratore regionale della Corte dei Conti, Maurizio Zappatori, aveva quantificato il danno erariale in circa 23 mila euro, tenendo conto dei costi per il carburante, del consumo dell’automobile, dei pedaggi autostradali e delle competenze date all’autista. Per la medesima vicenda Ballaman e’ stato rinviato a giudizio in sede penale davanti al Tribunale di Trieste, per il reato di peculato. Il processo iniziera’ il 5 ottobre prossimo. (ANSA)
sabato 23 luglio 2011
IL SOMMERSO, BASTA VOLERLO VEDERE. CE L’ABBIAMO SOTTO GLI OCCHI TUTTI I GIORNI
Disciplinare e tassare la prostituzione, con tutti gli opportuni presidi sanitari, che adesso mancano. Tassare le attività imprenditoriali delle chiese, i loro immobili adibiti ad uso imprenditoriale, la loro manomorta sugli immobili non di culto. Tali misure frutterebbero i 68 miliardi per la legge di bilancio, perché genererebbero ogni anno entrate di diverse decine di miliardi, strutturali, cioè permamentemente, non una tantum. E risparmi di spese carcerarie, sanitarie, giudiziarie, e di danni criminali. E toglierebbero profitti e potere al crimine organizzato nazionale e internazionale. E migliorerebbero l’ordine pubblico. E limiterebbero contagi e altri danni alla salute di decine di migliaia di cittadini. Se la Chiesa Cattolica si opporrà, le si ricorderà che è nel suo interesse pagare le tasse, mentre oggi, sono esentati al fine di avere il sostegno politico del Vaticano. Se per l’assistenza, la spesa sanitaria, le risorse sono insufficienti, bisogna che si cessi di erogare risorse in favore dei non-cittadini. Se le risorse scarseggiano per i cittadini, è illogico e illegittimo destinarle a beneficio di non-cittadini, soprattutto se non legittimamente residenti. Oggi stiamo pagando noi sanità e welfare di centinaia di migliaia di stranieri, con tasse e contributi più elevati, con servizi peggiori, con tagli ad investimenti e ricerca, con crescente indebitamento nazionale. L’Italia è in gravissime difficoltà: non può permettersi di regalare costose cure agli stranieri che non versano. Occorre innanzitutto quantificare il costo che attualmente il paese sta sostenendo per l’assistenza sanitaria e non sanitaria in favore degli stranieri che non pagano contributi e tasse, e porre fine a questa uscita di denaro. Come? Lo straniero che non paga tasse e contribuiti e non si sottopone a controlli anti-infettivi non può avere assistenza sanitaria a spese dei contribuenti italiani. Se non si dota di adeguata assicurazione privata, viene espulso: quanto così risparmiato viene destinato a sanare il deficit della sanità. Noti settori industriali e agricoli traggono vantaggio dai lavoratori immigrati pagandoli poco o in nero, e scaricando i costi sociosanitari sulla collettività (esternalizzazione del costo); ma ciò è contrario agli interessi del paese: se gli stranieri costituiscono un costo netto, questo costo va finanziato mediante un’imposta collegata al loro soggiorno in Italia.
venerdì 22 luglio 2011
BAZZONI: SUL VOTO AGLI STRANIERI C’E’ L’OSSESSIVA VOLONTA’ DEL PD DI FORZARE LA MANO ALLA COSTITUZIONE
“Quello del voto agli stranieri è un tentativo già esperito dal PD in Regione Emilia-Romagna in occasione dell’approvazione dello Statuto regionale e già bloccato dalla Corte Costituzionale. Oggi nel nostro Statuto è presente questa frase solo e soltanto perché non era e non è cogente ma si tratta di un’aspirazione culturale e politica. L’articolo 2 dello Statuto regionale, dedicato agli obiettivi, alla lettera F recita: - 1. La Regione ispira la propria azione prioritariamente ai seguenti obiettivi: f) il godimento dei diritti sociali degli immigrati, degli stranieri profughi rifugiati ed apolidi, assicurando, nell'ambito delle facoltà che le sono costituzionalmente riconosciute, il diritto di voto degli immigrati residenti; (3). Vi è una nota però, la tre, che chiarisce: - La Corte Costituzionale, con sentenza 6 dicembre 2004, n. 379, pubblicata nella G.U. n. 48 del 15 dicembre 2004 , ha dichiarato l'inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionale del presente art. 2, comma 1, lettera f), sollevate dal Presidente del Consiglio dei ministri con ricorso n. 99 depositato in cancelleria il 21 ottobre 2004.
La cosa interessante è però la sentenza 379/2004 della Corte Costituzionale che richiama proprio la presenza di un contenuto eventuale politico – culturale dello Statuto
LA CASTA: VOTO SEGRETO ALLA CAMERA
UN CITTADINO CHE FOTOGRAFA IL VOTO O SEGNALA IL PROPRIO VOTO IN UN SEGGIO ELETTORE, SAREBBE DENUNCIATO
Il Sottosegretario Pdl Eugenia Rocella ha definito "gravissimo lo strategemma usato dal Pd" e dall'Idv per "il controllo del voto dei deputati" sulla richiesta di arresto per Papa, al punto da prospettare la possibilità di "annullamento della votazione" per la quale era stata richiesto il voto segreto . "Sono alli-bita - ha denunciato Roccella- da come il Pd abbia messo in atto uno stratagemma che ha vanificato la segretezza del voto dei propri parlamentari costituendo un precedente gravissimo e rendendo a mio av-viso suscettibile di annullamento la votazione. Il voto segreto è un diritto del parlamentare che gli con-sente, su argomenti eticamente sensibili, di sottrarsi alla disciplina di partito e alle pressioni di schie-ramento. Violando questo diritto, il Pd si è assunto, a mio avviso, una pesante responsabilità: un rappre-sentante del popolo, in particolare quando è chiamato a decidere sulla libertà di una persona, non può subire condizionamenti e controlli ma risponde solo alla propria coscienza e al proprio senso di respon-sabilità. Controllare il voto, vuol dire cercare di controllare le coscienze, pratica che speravamo appar-tenesse a una tradizione politica sepolta dalla storia. Inoltre, il voto scandaloso di ieri non riguarda maggioranza o minoranza, una Camera che si consegna mani e piedi al partito delle procure ratifica la sua irrilevanza e merita di sopravvivere nell’ignavia. Certe vergogne non si commentano. Qui abbiamo fatto una leale e documentata battaglia contro l’autorizzazione all’arresto del senatore Alberto Tede-sco, e ci felicitiamo con il Senato con la stessa energia che ci spinge a considerare infame il voto, un vo-to politico, un voto di scambio tra coscienza e interesse, con il quale i deputati hanno disonorato l’istituzione che abitano consegnando alle voglie manettare della procura e del tribunale di Napoli un componente del loro plenum, l’onorevole Alfonso Papa.
giovedì 21 luglio 2011
PRIVATIZZARE LE PARTECIPAZIONI REGIONALI
MANOVRA: Art. 8 manovra Obblighi di trasparenza per le società a partecipazione pubblica 1. Entro tre mesi dall'entrata in vigore del presente decreto, tutti gli enti e gli organismi pubblici inseriscono sul proprio sito istituzionale curandone altresi' il periodico aggiornamento, l'elenco delle società di cui detengono, direttamente o indirettamente, quote di partecipazione anche minoritaria indicandone l'entità, nonchè una rappresentazione grafica che evidenzia i collegamenti tra l'ente o l'organismo e le società ovvero tra le società controllate e indicano se, nell'ultimo triennio dalla pubblicazione, le singole società hanno raggiunto il pareggio di bilancio
QUANTO CI COSTA LA CASTA IL CASO RECORD IN CALABRIA, POI EMILIA, LAZIO E BASILICATA: VENTI SEDUTE IN 468 GIORNI
L’IMPEGNO SENZA FRETTA DEI CONSIGLIERI REGIONALI.
Sapete quante sedute ha tenuto il consiglio della Calabria dalle elezioni del marzo 2010? Venti, ne ha fatte, in 486 giorni. E quello dell’Emilia Romagna? Ventitré. Il consiglio regionale del Lazio si è invece riunito 31 volte (ben due di lunedì, una di venerdì e perfino una, crepi l’avarizia, di sabato), quello della Basilicata 32, quelli di Lombardia e Puglia 34, e via così. Fino al record inarrivabile dell’Assemblea siciliana, dove i deputati regionali (questo è il loro status) si sono ritrovati in assise a palazzo dei Normanni, nello stesso periodo, in ben 91 giornate. A un ritmo, forsennato, pari alla metà di quello del Senato, che dal 12 gennaio di quest’anno ha dedicato alle riunioni d’assemblea 68 giorni su 201. Per non parlare poi dei lunghi, lunghissimi intermezzi. Andate nel sito della Provincia autonoma di Bolzano, e scoprirete che la prossima sessione d’aula del consiglio provinciale, dopo l’ultima che si è chiusa la scorsa settimana, è in calendario per il 13 settembre. Due mesi tondi di pausa. Circostanze che rafforzano in Cesare Salvi la convinzione che «nei nostri consigli regionali non si spaccano certamente la schiena». Anche per questo l’ex senatore della sinistra, che insieme al suo collega Massimo Villone (entrambi autori cinque anni fa del libro Il costo della democrazia) aveva condotto una battaglia strenua ma infruttuosa contro gli sprechi del Palazzo, non esita a giudicare una pagina nera il surreale dibattito che si sta sviluppando in Puglia. E proprio, con sbalorditivo tempismo, in questi giorni di rabbia montante contro i costi della politica. È accaduto che 32 ex consiglieri regionali abbiano chiesto la restituzione del taglio del 10%
mercoledì 20 luglio 2011
BALDININI LAURA PDL: CONSIDERAZIONI SUL MASTERPLAN DI LUGO
Questo Masterplan ci sembra rappresenti l’ennesima occasione in cui esibire una progettualità tanto altisonante quanto utopica e irrealizzabile. La storia dei sogni rimasti nel cassetto è cominciata, infatti, già nel 2001, con gli studi di fattibilità sul recupero del Pavaglione, affidati all’architetto Cervellati, al cui quadro di pianificazione (celebrato dalla giunta Roi e ben presto relegato nell’oblio) si è sovrapposto, qualche anno più tardi, lo studio, puntualmente disatteso dalla realtà dei fatti, degli architetti Stanghellini e Tampieri che, soltanto per il recupero del Pavaglione, hanno ipotizzato un investimento di 12 milioni di euro. Diverse le professionalità coinvolte, diverse le amministrazioni… ma identico il risultato: tutto sembra finito nel nulla… Sogni, progetti e… denaro pubblico. Ed ora, a soli tre anni dall’ultimo lavoro, con un’improvvisa accelerazione, ecco spuntare l’operazione Masterplan, uno strumento informale di governance dello scenario urbanistico lughese, destinato ad integrarsi con gli strumenti normativi e formali del PSC, del RUE e dei futuribili POC. Le idee messe in campo da questo decantato progetto condiviso, gestito dalla società torinese “Avventura Urbana”, per la cifra di 128.000 euro, sono tante, anche se molte, in verità, sembrano ripescate da un repertorio rispolverato e riadattato alle circostanze.
CHI COMANDA IN ITALIA
COSA CI TOCCA LEGGERE SUL GIORNALE “IL TEMPO”.
“Di sicuro Berlusconi sale al Quirinale e prende tempo. Spiega al Capo dello Stato che in realtà Alfano ha intenzione di dimettersi e che egli stesso, il premier, assumerà l'interim e nominerà il sostituto Guardasigilli solo dopo l'estate. Napolitano non ci sta. Il titolare di via Arenula deve essere a tempo pieno e non è possibile che lo faccia qualcuno nei ritagli di tempo. Per giunta, nel pieno di una riforma in corso d'opera. Di fronte alle obiezioni, il premier allora ha fatto sapere che i nomi disponibili sono due o tre (Francesco Nitto Palma, Donato Bruno, Anna Maria Bernini) ma la soluzione che preferisce è nominare Renato Brunetta. Al Quirinale la considerano una provocazione. È sempre quel ministro che propose nell'ottobre 2008: «I magistrati, molti magistrati lavorano solo 2-3 giorni a settimane, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa. Ecco vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa». Dopo la bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale attaccò l'Associazione nazionale magistrati che definì un «mostro» capace di «contaminare» il Csm. Insomma, Napolitano non gradisce. Il Cavaliere comprende e diplomaticamente fa sapere che ne parlerà con gli alleati. Alleati leghisti che il premier ha incontrato ieri sera in un vertice ad Arcore. Dopo tre ore di colloquio il Carroccio ha messo i "paletti": «no» al decreto rifiuti e un nuovo posto da ministro per le Politiche Europee. Resta l'incertezza sul voto leghista riguardo all'arresto di Alfonso Papa. Altra questione è la Manovra. Mentre i due si incontrano la Borsa va giù. Si parla già di un nuovo decreto di circa 16 miliardi da approvare a fine luglio o inizio agosto (e convertire poi) di modo da andare in vacanza con un nuovo segnale ai mercati. Ma per il momento non se ne fa nulla. Prima bisogna varare un provvedimento anti-casta. La protesta sta montando e rischia di travolgere anche il Colle.” Da IL TEMPO
martedì 19 luglio 2011
BALDININI LAURA PDL: ORDINE DEL GIORNO SOLDATI REPUBBLICHINI
Un ordine del giorno , firmato PD, che propugna la difesa dei soldati italiani legittimi contro la supposta pretesa di estendere , attraverso la proposta di legge del pidiellino Gregorio Fontana, benefici e contributi statali ai reduci della Repubblica Sociale di Salò, che soldati legittimi non furono perché arruolati da un governo fittizio , dittatoriale ed oppressivo.
Ecco riaffacciarsi la solita querelle. Ma, in realtà, il testo della proposta n.3442, già approvato in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, non contiene la benché minima intenzione, né velata né manifesta, di equiparare repubblichini e partigiani. E’ davvero incredibile che i solerti estensori dell’Odg non abbiano ritenuto opportuno leggerne attentamente il contenuto, prima di gettarsi, lancia in resta, in una difesa d’ufficio dai presupposti acritici e infondati. In nome del sacro fuoco dello spirito democratico, repubblicano e antifascista ( che peraltro considerano una loro esclusiva peculiarità), gli amici del PD hanno preso un colossale abbaglio, etichettando come “figlio di un revisionismo culturale grossolano, antistorico e pericoloso” un progetto di legge mirato non certo a garantire contributi statali ai reduci repubblichini, ma piuttosto a riconoscere una chiara personalità giuridica alle più diverse associazioni combattentiste, che tuttavia, come recita l’articolo 1, devono riconoscersi, in modo inequivocabile, “nei valori costituzionali a cui si ispira l’ordinamento delle Forze Armate della Repubblica Italiana”.
“Alimentare e diffondere l’amore per la patria”
“Promuovere i valori costituzionali e democratici delle Forze armate”
“Mantenere vivo il culto, l’esempio e la memoria dei caduti di tutte le guerre”…
Questi sarebbero gli intenti ambigui e sovversivi del progetto di legge che il PD vuole contrastare con il suo ordine del giorno? Ancora una volta ( e in questo caso più che mai a sproposito) la repubblica di Salò e il fascismo salgono alla ribalta della solita allarmata discussione sulla memoria insultata e tornano ad essere gli ingredienti, privilegiati e gustosi, di una polemica che, da più di 60 anni, continua ad avvelenare il nostro clima politico. Niente di nuovo : sono i soliti dibattiti ripetitivi e polverosi, improntati al solo scopo di esibire, presto e bene, a gran voce e senza alcuna concessione all’approccio critico alla storia, la propria fede democratica e libertaria. Ma , a dir la verità, questa reiterata polemica, di cui questo Odg è l’ennesima espressione, ha qualcosa di antistorico e di inaccettabile oggi, poiché si innesta su ideologie anacronistiche, che sembra vogliano mantenersi in vita disputandosi le radici della libertà… Quante parole in questi anni su quei combattenti di Salò! Come se la riconciliazione nazionale dipendesse dall’omologazione del giudizio su di loro e non da un’analisi critica , e forse meno manichea, del fascismo e del movimento di Liberazione. Le ragioni individuali dei soldati repubblichini dovrebbero essere esaminate, oggi, dopo tanti anni, con più freddezza e rigore. Senza dimenticare, certo, il fatto che hanno combattuto dalla parte sbagliata, non condivisibile e già condannata dal tribunale della storia, ma senza rifiutare, tout court, l’approccio critico al contesto storico e culturale di riferimento, intessuto di propaganda, di nazionalismo esasperato, di mal interpretati valori di patria e di onore, inculcati fin dall’infanzia e difficili da estirpare in poche ore. Soprattutto quando apparivano traditi da chi, come lo stesso re, doveva esserne il custode. Forse così quei soldati potrebbero apparire non più come miserabili violentatori della libertà e oggetto di una damnatio memoriae senza fine, ma uomini, spesso giovanissimi, costretti a vivere il tempo di scelte durissime e di cui non è giusto continuare a disprezzare il ricordo.
O forse ciò che importa agli estensori di questo e cento altri ordini del giorno è colpire l’etnia dei governativi e delegittimare il loro operato suscitando una tempesta al giorno..
Ma così si rischia di offendere proprio gli antifascisti seri e intelligenti, quelli che hanno pagato di persona quando il fascismo era una realtà politica viva e potente e non, come ora, un fantasma pronto ad essere riesumato per nasconder il vuoto di contenuti o per tenere in piedi giochini di palazzo, nell’affannoso tentativo di recuperare consensi, tra diserzioni e contraddizioni. Laura Baldinini (capogruppo PdL)
SPESE “ALLEGRE”. RAVENNA IN TESTA IN EMILIA ROMAGNA
POI DANNO LA COLPA A BERLUSCONI CHE NON HANNO SOLDI
Nonostante sia una delle province meno popolose della Regione, Ravenna svetta nella classifica di quelle che spendono più di quanto incassino. Il disavanzo delle provincia, secondo la tabella pubblicata sui dati del Centro Studi Sintesi, è stato di oltre 46 milioni di euro, dato che rende la provincia ora guidata dal faentino Casadio la meno virtuosa dell'intera Regione. Qui potete leggere i dati di tutta Italia pubblicati in una fase in cui da tutte le parti si invoca l'immediata eliminazione di questi enti.
domenica 17 luglio 2011
BAZZONI: O LA DEMAGOGIA DELL’ASSESSORE REGIONALE LUSENTI E’ DA OSCAR O NON SA ANCORA CHE IN EMILIA-ROMAGNA I TIKET CI SONO GIA’ DA TEMPO
“Noi non metteremo i ticket, il ticket è sbagliato; senti chi parla proprio l’assessore della Regione Emilia-Romagna Lusenti dove il ticket è di casa da molto tempo solo che si ha il vezzo di chiamarlo in altri modi come ad esempio - ticket per gli accessi al pronto soccorso inappropriati ovvero i codici bianchi -”. Continua il Consigliere regionale Gianguido Bazzoni: “Faccio presente all’assessore Lusenti che forse non è il caso di vantarsi tanto perché altre Regioni in campo sanitario forniscono un servizio migliore del nostro e meno costoso, ad esempio perfino nella rossa toscana le mamme in gravidanza sono completamente esentate dai ticket tanto che se una donna in gravidanza ha necessità tutti i mesi di fare esami di laboratorio per cause disparate risparmia rispetto ad una signora residente in Emilia-Romagna con le stesse necessità più di cinquecento euro. Se l’Italia ha bisogno di manovre correttive la Regione Emilia-Romagna non può esimersi dal concorrere e glissare sulle sue colpe, basti ricordare le vicissitudini e gli sprechi legati all’Ospedale di Cona a Ferrara, al buco a fatica quasi ora ripianato della AUSL di Ravenna ed ora a quello preoccupante di Forlì. Non siamo proprio nelle condizioni ideali per fare i primi della classe in campo sanitario.”
BALDININI LAURA PDL: INTITOLAZIONE PIAZZA ALLA CONTESSA BEATRICE MANZONI (S. AGATA)
Sono felice che il Sindaco Amadei abbia raccolto il testimone, da noi forzatamente lasciato dopo il voto contrario espresso dal Consiglio Comunale di Lugo alla nostra proposta di intitolare una via alla contessa Beatrice Manzoni,trucidata insieme ai tre figli e alla domestica da un commando di partigiani comunisti il 7 luglio 1945, in quel tragico clima di epurazione che, tra le jacquerie contadine , le liste di proscrizione e le esecuzioni sommarie delle volanti rosse, rappresenta uno dei più inquietanti capitoli della nostra storia. Sono felice perché il piccolo comune di Sant’Agata sta compiendo il primo, faticoso passo lungo la strada dell’onestà intellettuale e di quella pacificazione che, nel ravennate, tarda ad arrivare .Beatrice Manzoni Ansidei è stata una donna dal profilo civile, etico e religioso indiscutibile, al punto che la Chiesa Cattolica ne ha avviato il processo di beatificazione. Disconoscerlo in nome dell’opportunismo politico significa respingere il legittimo bisogno di verità a cui tanta della nostra gente ancora aspira, dopo più di 60 anni, e significa ostinarsi a non voler prendere le distanze da quella vulgata resistenziale che continua a sopravvivere, tra reticenze e mezze verità. Quelle che, di sicuro, non rendono giustizia ai meriti dell’antifascismo, vero e ideale, nella costruzione della nostra democrazia. Significa chiudere l’ennesima porta allo spirito di riconciliazione, che si alimenta e cresce soltanto grazie alle conoscenze fondate, alle realtà innegabili, capaci di andare oltre il politicamente corretto. Riconoscere dunque i meriti di Beatrice Manzoni significa isolare il suo profilo umano da quello scenario di fanatismo politico e negare legittimità alla logica di chi, sulle ferite della violenza subita,vuole innestare altra violenza, in una catena deterministica di odio e di vendetta dalla quale ognuno di noi, oggi, deve saper prendere le distanze. Anche l’ipotesi, ventilata in passato e mai realizzata, della creazione di un comitato di partecipazione popolare, finalizzato alla ricerca storica ed all’analisi critica e comparata di quei tragici fatti, può diventare uno strumento utile ad oltrepassare i muri di silenzio e di omertà, a vincere la difficoltà di fare i conti con il passato, per ricostruire, finalmente, una vera koinè nazionale, una memoria pubblica univoca e pacificata. Ma finchè non si arriverà a questo traguardo la nostra democrazia sarà condannata ad accontentarsi di una memoria parziale e omissiva ed a sentire sempre incerto e provvisorio il suo presente, proprio come incerto e provvisorio è il suo passato. E’ bello che il comune di Sant’Agata sappia cogliere questa occasione. E’ triste che il comune di Lugo non abbia saputo farlo. Laura Baldinini
giovedì 14 luglio 2011
IL SOLITO DISCO ROTTO DI BERSANI. DOPO L’OK ALLA MANOVRA BISOGNA ANDARE AL VOTO
Dopo aver ribadito il sostegno del pd all’approvazione della manovra Bersani attacca il governo: Bisogna aprire una fase nuova per fare riprendere il cammino al Paese.
mercoledì 13 luglio 2011
Dopo giorni di silenzio, Silvio Berlusconi rende pubblica in una nota scritta la risposta del governo alla crisi e all’attacco speculativo in atto: la manovra, per il premier, è “efficace e credibile” e sarà anche “rafforzata”; il governo “è stabile e forte”; il sistema bancario è “solido” e l’economia italiana “è vitale
"La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l’Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell’unità dell’Europa. Le au-torità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia. Per noi, per l’Italia, è un mo-mento certo non facile. La crisi ci coglie nel mezzo del forte processo di correzione dei conti pubblici che abbiamo da tempo intrapreso e rafforzato pochi giorni fa. La nostra capacità di mantenere i conti sotto controllo dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2009 è stata superiore a quella di altri paesi.
Gli interventi in discussione in Parlamento accelerano la riduzione del debito. Già quest’anno porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge a accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conse-guire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della no-stra economia. Abbiamo l’Europa al nostro fianco e possiamo contare su innegabili punti di forza. Il go-verno è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata. Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli in-viti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione. La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsa-bilità delle parti sociali. La fiducia nello sviluppo non è mai venuta meno, neanche in momenti più difficili di questo e poggia sull’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini.
Dobbiamo essere uniti, coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fon-damentale".
martedì 12 luglio 2011
BAGNACAVALLO, INAUGURA VENERDI L’IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI VIA NAVIGLIO DELLA STEPRA.
I COMMENTI DEI BAGNACAVALLESI SUL COSTO DELL’INVESTIMENTO DI 4,3 MILIONI DI EURO.
Venerdì 15 luglio, a Bagnacavallo, sarà presentato e inaugurato l'intervento relativo alla prima Apea (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata) della provincia di Ravenna). Su questa base Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Bagnacavallo e Società Stepra hanno sottoscritto un accordo che prevede la realizzazione nell'area produttiva di via Naviglio di un'Apea dotata di elevati standard ambientali, energetici ed urbanistici al servizio delle imprese, con un investimento complessivo di 4,3 milioni di euro e con un cofinanziamento di 625 mila euro dell'Asse 3 del POR e di 400.000 euro della Regione Emilia-Romagna. Nell'ambito di tale intervento, in accordo con il Comune di Bagnacavallo, S.T.E.P.RA. ha realizzato un campo fotovoltaico da 1 MW lungo la via Bagnoli Superiore, all'interno dell'APEA e l'energia prodotta da una porzione di tale impianto, pari a 99 kWp, viene ceduta gratuitamente al Comune di Bagnacavallo consentendo un risparmio sulle utenze pubbliche quali la pubblica illuminazione dell'area produttiva, della sede comunale di Palazzo Vecchio e di alcune scuole comunali. L'impianto fotovoltaico è entrato in produzione dall'1 gennaio 2011.
Commenti (3)
Cit. L'APEA di Bagnacavallo è stata individuata come una delle aree strategiche in ambito sovra comunale della provincia di Ravenna con l'obiettivo di promuovere la competitività energetica e la qualificazione energetico ambientale in ambito produttivo, in particolare attuando interventi che promuovano il risparmio energetico, l'utilizzo di fonti rinnovabili e l'uso efficiente delle risorse al fine di ridurre le emissioni inquinanti. su questa base Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Bagnacavallo e Società Stepra hanno sottoscritto un accordo che prevede la realizzazione nell'area produttiva di via Naviglio di un'Apea dotata di elevati standard ambientali, energetici ed urbanistici al servizio delle imprese, con un investimento complessivo di 4,3 milioni di euro e con un cofinanziamento di 625 mila euro dell'Asse 3 del POR e di 400.000 euro della Regione Emilia-Romagna. Ma di cosa stiamo parlando??? Area produttiva?... "mo se un gnè gnit!!!" quell' area voluta e costruita già diversi anni fa, è un fallimento totale!!! è deserta, non c'è niente, è un area fantasma ennesimo esempio di spreco di territorio e di denaro pubblico da parte di gente che non ne ha un idea... l'ultima volta che ho letto qualcosa su STEPRA, diceva che era a rischio fallimento... venerdì 15, visto tutto il popò di gente presente, inaugurazione di un impianto o "adunata parenti" al capezzale di un "malato terminale"???
11/07/2011 - inviato da: Orso Tibetano
mi sembra una barzelletta. ma quale area produttiva? ma se fossi in loro mi vergognerei non riuscirei a mantenere un'espressione dignitosa. milioni di euro scialacquati per niente.. è deserto totale, c'è una rotonda, è questa l'area produttiva. va bè dai non è neanche il caso di commentare
11/07/2011 - inviato da: gabriele
"Area strategica produttiva" Lasciatemi rispondere come avrebbe fatto Totò "Ma mi faccia il piacere" !!!!!!!!
11/07/2011 - inviato da: Achille
lunedì 11 luglio 2011
IN INGHILTERRA SE INTERCETTI CHIUDI. IN ITALIA LO FANNO E NON SUCCEDE NULLA.
A LONDRA NESSUNO DIFENDE I GIORNALISTI CHE INTERCETTANO. IN ITALIA REPUBBLICA E C. FAREBBERO LE BARRICATE. GLI INGLESI VOGLIONO RISPETTATA LA PRIVACY, DA NOI VENGONO PUBBLICATI DETTAGLI DELLA VITA PRIVATA CON IL TIMBRO DEI GIUDICI.
Sembra di sognare. L’Inghilterra è travolta dallo scandalo delle intercettazioni illegali. Uomini del gruppo Murdoch trafficavano a colpi di mazzette con la polizia per esercitare il massimo potere possibile nelle società contemporanee: l’attacco mediatico alla privacy delle persone. Il Paese è sconvolto. Il premier è infuriato. Un suo funzionario di primo piano, il portavoce, è agli arresti da venerdì. Murdoch, il tycoon di News Corporation, chiude per punizione la popolarissima e centenaria testata tabloid News of the World , e cerca di limitare i danni. Una avvenente manager editoriale, tenta di resistere alla testa del gruppo sebbene le sue responsabilità nell’affaire siano giudicate crescenti. Infuriano le indagini e le perquisizioni anche in altri giornali come il Daily Star . David Cameron, primo ministro di Sua Maestà, dice che la commissione per raddrizzare i torti fatti dai giornali ai cittadini non ha funzionato. Non è abbastanza indipendente dagli editori. John Burns del New York Times scrive da Londra che tutto questo è possibile perché i politici inglesi sono intimidi-ti dalla stampa che intercetta, non sono stati in grado di far scattare i necessari controlli. Bisogna cambiare tutto, dice Cameron, e stabilire che il potere dei media ha un limite, di decenza e di etica, invalicabile. L’opposizione laburista di Ed Miliband denuncia le responsabilità di omesso controllo del capo del governo ma è ancora più severa, chiede maggior rigore. Non c’è una campagna di post.it contro il bavaglio,c’è il contrario:proteggere i diritti delle persone viene prima di tutto, nella sensi-bilità dell’opinione pubblica.
sabato 9 luglio 2011
IN COMUNE A LUGO CALO DELLE ASSENZE DEL 90%
"Leggendo il report delle assenze per malattia del Ministero della Funzione pubblica si scopre che le assenze dei dipendenti pubblici a maggio 2011 fanno registrare un calo del 3,9%. Gli eventi di assenza per malattia superiori a 10 giorni sono calati del 6% mentre le assenze per altri motivi evidenziano una contrazione complessiva del 5,7%. Si tratta come al solito di stime riferite al complesso delle amministrazioni pubbliche ad esclusione dei comparti scuola, università, pubblica sicurezza e vigili del fuoco". A denunciarlo è Gianguido Bazzoni, consigliere regionale Pdl. "La rilevazione statistica è realizzata dal Ministero per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione in collaborazione con l'Istat. In questo elenco - continua Bazzoni - svetta al secondo posto il Comune di Lugo con un calo delle assenze, rispetto a maggio 2010, del 91,18%. Vi sono poi il Comune di Ravenna con un calo del 14,11% di tutto rispetto e il Comune di Russi con un -3,33%. L'ennesima conferma di come la Legge n. 133/2008 abbia ridotto in misura significativa i giorni di assenza per malattia anche nel nostro territorio".
TROPPI IMPEGNI. IL SINDACO CONVOCA IL CONSIGLIO COMUNALE QUANDO C’E’ L’UNIONE DEI COMUNI
GRUPPO CONSIGLIARE PDL UNIONE DEI COMUNI DELLA BASSA ROMAGNA
LIBERA LISTA COTIGNOLA
Cari colleghi consiglieri, con questo intervento sono ad informarvi che la mia presenza in questa sede ha comportato, considerato che non possiedo il dono dell’ubiquità, la mia assenza alla seduta del Consiglio Comunale di Cotignola che in questo momento si sta svolgendo, a quanto pare regolarmente, presso il comune dove sono stato eletto: sono quindi presente al Consiglio dell’Unione in quanto, messo di fronte ad una scelta obbligata, ho ritenuto che, considerato il fatto che a rappresentare degnamente il mio gruppo consigliare è presente il Capogruppo Facen, sia giusto che io presenzi a questa seduta, la quale si tiene, come ho già detto, nella stessa data e nei medesimi orari del Consiglio Comunale di Cotignola, in modo tale che anche la minoranza del nostro comune sia rappresentata in questa sede istituzionale.
giovedì 7 luglio 2011
PDL RAVENNA: GRANDE SODDISFAZIONE PER IL LAVORO SVOLTO DALLA SQUADRA MOBILE DI RAVENNA
"Vorrei esprimere la mia sincera gratitudine e quella del partito che rappresento - afferma Gianguido Bazzoni, consigliere regionale del Popolo della Libertà - ai quei servitori dello Stato che con abnegazione svolgono il loro lavoro al servizio della comunità. L'operazione Ropax è un segnale importante contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli immigrati, che altro non è che una speculazione odiosa nei confronti di persone disperate. Un duro colpo inflitto alla criminalità che si aggiunge ai tanti arresti eseguiti negli ultimi tempi dalle Forze dell'Ordine a danno della criminalità organizzata. Doverose le congratulazioni alla squadra Mobile di Ravenna".
mercoledì 6 luglio 2011
IL PD ENTRA IN COMPLETO MARASMA SULL’ACQUA. ACCADE PERSINO CHE IL SEGRETARIO PROVINCIALE PAGANI FACCIA FINTA CHE NIENTE SIA SUCCESSO.
Non c’è chi non sia sia accorto della incoerenza della posizione politica del PD dopo il referendum sull’acqua e delle acrobazie alle quali si trova costretto, soprattutto in Emilia Romagna, nel tentativo di difendere una multiutilty come Hera e il sistema di lucroso scambio che sottende. In tutti gli altri comuni il PD (con il codazzo imprevedibile di Sel) ha votato contro le mozioni per il ritorno alle gestioni dirette degli acquedotti ponendosi in evidente contrasto con le lunari affermazioni che solo qualche settimana fa urlava nelle piazze. I sindaci pidini che avrebbero dovuto ben altrimenti orientare il partito ora sembrano persi e balbettanti come il nostro Iseppi in consiglio comunale. Se c’è una morale da trarre da questa vicenda è che in politica la coerenza è un valore e quando viene meno è come se si fosse palesato il vero spregevole volto dell’opportunismo nel quale troppo spesso il PD sguazza
lunedì 4 luglio 2011
sabato 2 luglio 2011
GRANDE SODDISFAZIONE PER L’ELEZIONE DEL SEGRETARIO POLITICO DEL PDL ANGELINO ALFANO E PIENA CONDIVISIONE DELLA LINEA POLITICA DELINEATA NELLO STUPENDO INTERVENTO
Clicca sulla foto per vedere il video:
Gianguido Bazzoni: “Alfano ci ha suonato la carica, ci ha ricordato chi siamo e da dove veniamo, e da buon romagnolo, semplificando al massimo il suo intervento dico adesso andiamo a casa a “lavurè”. Ho sentito, e questo mi ha confortato, una linea politica di riprogettazione del Popolo della Libertà che mi è piaciuta e mi ha convinto. Condivido pienamente le parole del Segretario Alfano quando sostiene che il nostro posto è in mezzo alla gente e che se c’è chi non rispetta il Popolo della Libertà deve fare le sue scelte e continuare per la sua strada in solitaria. Un partito che oggi guarda al di là delle quote con la mission di garantire una proposta politica adeguata nelle idee e negli uomini alle aspettative di tutti i moderati. Dopo questo Consiglio nazionale so che cosa dirò ai miei a Ravenna: “ragazzi torniamo tra la gente invece di perdere le nostre risorse in dibattiti poco costruttivi e solo rivolti al nostro interno. La prima sfida che ci attende sono le elezioni amministrative del 2012 prodromiche alle politiche del 2013.” Continua Rodolfo Ridolfi: “Un discorso articolato di grande passione che segna il rilancio del Popolo della Libertà perseguendo quelle modalità di movimento politico popolare che non intende ingessarsi in un partito delle tessere ma che vuole continuare, tornare a parlare con la gente. Una linea di partito che vuole premiare il merito, che sente il bisogno di essere e lo esprime con grande forza, senza troppi giri di parole, il partito degli onesti partendo dalla consapevolezza, che ad oggi c’è anche chi non lo è e che Silvio Berlusconi è un perseguitato. Un “Popolo” che riprende la sua marcia e che assolutamente non sente il bisogno di spogliarsi dell’eredità berlusconiana ma anzi da questa riparte più forte che mai nella consapevolezza che Silvio Berlusconi non deve lasciare niente ma deve continuare assieme al suo partito, ai suoi elettori a lavorare per il bene dell’Italia. Un intervento a tratti commovente per chi condivide un ideale politico dal 1994. Vi sono stati poi, in un discorso a tutto tondo, alcuni passaggi di grande interesse come quando Alfano ha sostenuto e ha motivato che: “siamo stati riformisti in tempo di crisi”; altrettanto interessante il lanciare una Costituente popolare dove raccogliere tutti i moderati.
venerdì 1 luglio 2011
L’ITALIA E’ ENTRATA DEBOLE NELLA RECESSIONE GLOBALE: LA CRESCITA, CHIAVE DELLA PRODUTTIVITA’.
PER QUESTO LA MANOVRA PER IL 2013-2014 DA SUBITO. ALTRO CHE FURBATA DILATORIA. ESATTAMENTE IL CONTRARIO. L’ITALIA HA OGGI MOLTE CARTE DA GIOCARE NEL MUTAMENTO DEGLI EQUILIBRI MONDIALI. Di Renato Brunetta
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e’ intervenuto sul Il Sole 24 Ore, con un articolo sulle sfide che il Paese affronterà nel prossimo futuro. La manovra di aggiustamento del bi-lancio pubblico e il disegno di legge delega della riforma fiscale rappresentano, presi congiunta-mente, un passaggio cruciale non solo per l’azione di governo, ma per il futuro dell’Italia. Quello che si profila è la scelta tra un ritorno al passato, cioè a un sistema caratterizzato da un capi-talismo corporativo e uno stato dirigista, opprimente, inefficiente e “catturato” dal primo, e il coraggio di rompere decisamente con entrambe queste facce della medaglia statalista, vere cau-se, nella loro azione congiunta, del malessere italiano: la scarsa crescita. Si tratta di una scelta di fondo che riguarda entrambi gli schieramenti politici. L’Italia è entrata nella grande crisi finanziaria e nella recessione economica globale in condizioni di debolezza. Nel 2007 il tasso di crescita italiano era la metà di quello europeo, il rapporto deficit/pil superiore alla media europea, il rapporto debito/pil tra i pochi a superare il 100 per cento. Siamo quindi entrati nella tempesta con una barca che era conside-rata la più insicura, ma ne siamo usciti e, per di più, con una barca più solida. Nel corso della crisi l’Italia non ha attuato manovre di stimolo fiscale. Non solo non ne avevamo lo spazio, ma avevamo altresì la con-sapevolezza che sarebbero state inutili e dannose. Non potevamo influenzare la recessione globale con un’azione anticiclica nazionale. Nel corso della crisi, infatti, la scelta di politica economica è stata quella di convogliare tutte le risorse nel rafforzamento degli ammortizzatori sociali, cioè per offrire un para-cadute temporaneo ai redditi di coloro che venivano investiti dalla crisi mantenendo forte il controllo sul bilancio.
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