Un ordine del giorno , firmato PD, che propugna la difesa dei soldati italiani legittimi contro la supposta pretesa di estendere , attraverso la proposta di legge del pidiellino Gregorio Fontana, benefici e contributi statali ai reduci della Repubblica Sociale di Salò, che soldati legittimi non furono perché arruolati da un governo fittizio , dittatoriale ed oppressivo.
Ecco riaffacciarsi la solita querelle. Ma, in realtà, il testo della proposta n.3442, già approvato in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati, non contiene la benché minima intenzione, né velata né manifesta, di equiparare repubblichini e partigiani. E’ davvero incredibile che i solerti estensori dell’Odg non abbiano ritenuto opportuno leggerne attentamente il contenuto, prima di gettarsi, lancia in resta, in una difesa d’ufficio dai presupposti acritici e infondati. In nome del sacro fuoco dello spirito democratico, repubblicano e antifascista ( che peraltro considerano una loro esclusiva peculiarità), gli amici del PD hanno preso un colossale abbaglio, etichettando come “figlio di un revisionismo culturale grossolano, antistorico e pericoloso” un progetto di legge mirato non certo a garantire contributi statali ai reduci repubblichini, ma piuttosto a riconoscere una chiara personalità giuridica alle più diverse associazioni combattentiste, che tuttavia, come recita l’articolo 1, devono riconoscersi, in modo inequivocabile, “nei valori costituzionali a cui si ispira l’ordinamento delle Forze Armate della Repubblica Italiana”.
“Alimentare e diffondere l’amore per la patria”
“Promuovere i valori costituzionali e democratici delle Forze armate”
“Mantenere vivo il culto, l’esempio e la memoria dei caduti di tutte le guerre”…
Questi sarebbero gli intenti ambigui e sovversivi del progetto di legge che il PD vuole contrastare con il suo ordine del giorno? Ancora una volta ( e in questo caso più che mai a sproposito) la repubblica di Salò e il fascismo salgono alla ribalta della solita allarmata discussione sulla memoria insultata e tornano ad essere gli ingredienti, privilegiati e gustosi, di una polemica che, da più di 60 anni, continua ad avvelenare il nostro clima politico. Niente di nuovo : sono i soliti dibattiti ripetitivi e polverosi, improntati al solo scopo di esibire, presto e bene, a gran voce e senza alcuna concessione all’approccio critico alla storia, la propria fede democratica e libertaria. Ma , a dir la verità, questa reiterata polemica, di cui questo Odg è l’ennesima espressione, ha qualcosa di antistorico e di inaccettabile oggi, poiché si innesta su ideologie anacronistiche, che sembra vogliano mantenersi in vita disputandosi le radici della libertà… Quante parole in questi anni su quei combattenti di Salò! Come se la riconciliazione nazionale dipendesse dall’omologazione del giudizio su di loro e non da un’analisi critica , e forse meno manichea, del fascismo e del movimento di Liberazione. Le ragioni individuali dei soldati repubblichini dovrebbero essere esaminate, oggi, dopo tanti anni, con più freddezza e rigore. Senza dimenticare, certo, il fatto che hanno combattuto dalla parte sbagliata, non condivisibile e già condannata dal tribunale della storia, ma senza rifiutare, tout court, l’approccio critico al contesto storico e culturale di riferimento, intessuto di propaganda, di nazionalismo esasperato, di mal interpretati valori di patria e di onore, inculcati fin dall’infanzia e difficili da estirpare in poche ore. Soprattutto quando apparivano traditi da chi, come lo stesso re, doveva esserne il custode. Forse così quei soldati potrebbero apparire non più come miserabili violentatori della libertà e oggetto di una damnatio memoriae senza fine, ma uomini, spesso giovanissimi, costretti a vivere il tempo di scelte durissime e di cui non è giusto continuare a disprezzare il ricordo.
O forse ciò che importa agli estensori di questo e cento altri ordini del giorno è colpire l’etnia dei governativi e delegittimare il loro operato suscitando una tempesta al giorno..
Ma così si rischia di offendere proprio gli antifascisti seri e intelligenti, quelli che hanno pagato di persona quando il fascismo era una realtà politica viva e potente e non, come ora, un fantasma pronto ad essere riesumato per nasconder il vuoto di contenuti o per tenere in piedi giochini di palazzo, nell’affannoso tentativo di recuperare consensi, tra diserzioni e contraddizioni. Laura Baldinini (capogruppo PdL)
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