lunedì 24 settembre 2012

MILLE RAGIONI PER TAGLIARE LE REGIONI. BERLUSCONI: E’ L’ORA DEL RIPULISTI


PER COLPIRE LA CASTA E I COSTI ESAGERATI DEL SETTORE PUBBLICO MANCA IL CORAGGIO CIVILE E RADICALE DI ABOLIRE LE REGIONI.
Per colpire la casta e i costi esagerati del settore pubblico manca il coraggio civile e radicale di abolire le Regioni. Lo scrivo da tempo. Sono la vergogna d’Italia, persino più del Parlamento (da dimezzare). Il marcio emerso ora è solo la cresta, il costo vero è il raddoppio di tut­to: ci permettiamo il lusso di mantenere un doppio Stato, uno centrale e uno federale. Le Regioni costano l’ira di Dio, moltiplicano il ceto politico e il finanziamento pubblico ai partiti, dispongono di poteri esagerati, divorano risorse, duplicano la burocrazia statale. Anziché accanirsi con gli spiccioli delle Province, è lì che bi­sogna tagliare. L’inizio del declino italiano,del suo in­debitamento e della crescita vertiginosa della partitocrazia, coincide con la nasci­ta delle Regioni, 1970. Se si vuol risanare il Paese, restituite sovranità e competenze allo Stato, anche in materia di sanità e pubblica istruzione, ripristinate il ruolo delle prefetture, magari adottando siste­mi selettivi più rigorosi istituendo una scuola superiore dei dirigenti amministrativi e prefettizi. Tra lo Stato e i Comuni basta un solo ente intermedio: le Province regionali. Ce ne sono in Italia meno di una cinquantina e corrispondono alla storia e alla fisionomia del nostro territorio. Sostituirebbero Province e Regioni con strutture più incisive e snelle, con compiti delimitati. Una riforma necessaria, risparmiosa e ragionevole, perciò non si farà mai. Non sono in grado di farla né i partiti né i tecnici. E allora chi? Chi? La domanda risuona nel vuoto. La base del PDL è pronta con banchetti, Berlusconi batti un colpo!

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