“Il discorso del Presidente Enrico Letta ha
fatto sciogliere come neve al sole contrapposizioni
che esistono e si alimentano solo nella sfera delle contrapposizioni politiche
e delle dispute ideologiche, frutti avvelenati del Secolo scorso. Il mondo
é cambiato e quando si lavora sui contenuti e si rimane in contatto con la
realtà, le persone e i partiti di buonsenso non faticano a trovare tanti punti
di convergenza nell’interesse dei cittadini”. Così si è espresso Sandro Bondi,
senatore del Pdl.
martedì 30 aprile 2013
GRAZIE BERLUSCONI!!!!
LO
STOP ALL’IMU E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI E DEL PDL
“L’annuncio del presidente del Consiglio,
Enrico Letta, di sospendere per giugno il pagamento dell’Imu sulla prima casa,
in attesa della più complessiva revisione delle tassazioni sugli immobili, é
un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente Berlusconi,
che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa fra i
punti irrinunciabili per poter partecipare ad un governo di larghe intese e di
pacificazione nazionale, nell’interesse dell’Italia e dei cittadini”.
domenica 28 aprile 2013
ELEZIONI. QUIRINALI E GOVERNO: IL TRIONFO DEL CAV. SORNIONE.
ERA MORTO, KAPUT “ARRESTATO”. MA LE
URNE LO HANNO “RESUSCITATO”. NON AVEVA LE
CHIAVI IN MANO, MA SILVIO DAI CITTADINI HA ESTRATTO SOLTANTO IL MEGLIO.
Morto. Sepolto. Sbranato.
Sparito. Kaputt. Sconfitto. Annullato. Dimenticato. Il passato. Quasi
arrestato. Presto in fuga. No, niente di tutto questo. Prendete la penna e
tracciate una bella riga nera sulle parole d'ordine della speranza
dell'antiberlusconismo militante. C'è un vincitore. Ed è quello che era
"morto, sepolto, sbranato, sparito, kaputt" eccetera eccetera. Si
chiama Silvio Berlusconi.
E' tempo per un primo breve bilancio. Sono passati due mesi da quelle elezioni
in cui il Pdl doveva essere spazzato via, superato. Eppure quel Pdl ha preso
qualche manciata di voti in meno di quel Pd che aveva già vinto. Un trionfo,
per il Cavaliere: gli azzurri sono in crisi nera, rientra in campo, sale su
qualche palco e mette a segno la sua classica, strepitosa, rimonta. "Io aspetto" - Dopo il voto,
però, non è soddisfatto. "Potevamo vincere, dovevo rimettermi in gioco
prima". Ma è l'unico, tra i suoi (loro sì che avevano davvero paura di
sparire), a non essere soddisfatto. Le chiavi per il governo, questa volta, non
le ha in mano. L'impresa fantascientifica è stata soltanto sfiorata. Restano le
basi per ripartire, per ricostruire, per riprendersi il Paese. Da subito, il
Cav spiega che il Pdl è pronto all'intesa con il Pd. "L'unica soluzione
possibile". Il vincitore sconfitto, Pier
Luigi Bersani, però s'impunta. Vuole governare con Beppe Grillo e ne riceve soltanto dei
"vaffanculo". Berlusconi, sornione, osserva. Ripete che tanto, prima
o poi, anche la sinistra si renderà conto che l'unica strada è quella che porta
al governo con gli azzurri. "Tanto Grillo non ci sta".
ABBIAMO IL GOVERNO. BUON LAVORO! SPERIAMO SAPPIA FAR RITROVARE ALL’ITALIA LA STRADA DELLO SVILUPPO, DELLA CONCORDIA E DELLA PROSPERITA’
Pd
e Pdl, una nuova stagione. Cosa possono guadagnare i due partiti di
governo dalla fine delle ostilità
E’
comprensibile che i dirigenti dei due maggiori partiti,
destinati a collaborare dopo essersi combattuti e demonizzati fino a poche
settimane fa, siano preoccupati della
reazione di un elettorato che può essere sconcertato dalla novità imposta dalla
situazione del paese interpretata con vigore coattivo da
Giorgio Napolitano. Sbaglierebbero, però, una volta deciso di accettare
realisticamente la prospettiva della convergenza, a insistere nel minimizzarne
la portata politica innovativa, sottolineando le proprie caratteristiche
identitarie. In primo luogo dovrebbero rendersi conto che la crisi ha
destrutturato profondamente queste stesse identità, che debbono essere
ridefinite in base alla loro idoneità a fornire risposte alla situazione
drammatica che vive gran parte della popolazione. Se, com’è risultato alla fine di una
gestione travagliata, soprattutto per il centrosinistra, della fase
postelettorale, queste risposte possono
concretizzarsi solo sulla base di un confronto costruttivo con l’avversario di
sempre, sarebbe meglio valorizzare il dato di fondo, cioè
l’intervento di un governo in grado di tentare la fuoruscita dalla crisi, che
attardarsi in una lacerazione autocritica e retrospettiva. Anche per il
centrodestra, che deve rinunciare (almeno formalmente) alla coesione tra Lega e
Pdl appena recuperata, la situazione non è semplice, anche se la sensazione di
insufficienza è attenuata dalla constatazione dello scampato pericolo.
Si tratta di due formazioni politiche che, la prima sei mesi fa, la seconda nei
giorni scorsi, hanno rischiato la dissoluzione. Ciò è accaduto proprio perché
hanno insistito sull’esibizione identitaria, invece che sulla funzione politica
e pratica che possono esercitare. Ora la
storia, forse nella sua versione più ironica, li costringe a mettere da parte l’aspetto più esibito
della loro identità, l’ostilità nei confronti dell’avversario.
Il venir meno (che non sarà solo episodico) di questi collanti negativi apre la
questione di quali siano gli elementi di coesione positivi, cioè ideali e
programmatici, di questi partiti, nel momento in cui non possono più presentarsi
come semplici contenitori dell’antiberlusconismo o dell’anticomunismo. Il fatto
che questa verifica concreta si svolga parallelamente nei due campi la rende
reciprocamente utile, perché porta a definire le distinzioni e le differenze
insieme alla capacità di fare sintesi (o di trovare mediazioni) con gli
interlocutori obbligati della nuova maggioranza. Una maggioranza che sussiste
anche nell’elettorato, a patto che i contraenti sappiano valorizzare quel che
c’è di buono per il paese e quindi per loro stessi nella nuova situazione.
sabato 27 aprile 2013
IL COMUNE DI COTIGNOLA NON RISPETTA LA LEGGE: LA DENUNCIA DELL’OPPOSIZIONE
A Cotignola, la Giunta di Centro-sinistra è stata costretta a
spostare l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2012, non essendo stati
rispettati i tempi stabiliti dal “Regolamento di Contabilità del Comune”, per
la preparazione e la consegna (o invio)
della documentazione relativa. Il
gruppo Consigliare Libera Lista (CDX) si è battuto fin dall’inizio di questa
legislatura, cioè dal 2009, per far approvare la costituzione di una
Commissione Bilancio, commissione che quasi tutti i Comuni hanno e che permette
ai Consiglieri di analizzare a fondo le voci del bilancio, alla presenza di un
tecnico che può chiarire ed aiutare a comprendere questa delicata materia. Con scuse a dir poco risibili e al limite del
sospetto, questa non ci è mai stata concessa, al contrario di altre commissioni
e consulte, francamente non indispensabili e scarsamente produttive.
Il vaso è traboccato qualche giorno prima del
Consiglio Comunale che si è tenuto il 22 aprile, quando ci siamo accorti che
proprio per l’approvazione del bilancio consuntivo 2012, la documentazione (che
per regolamento avrebbe dovuto essere a disposizione almeno 20 giorni prima
della data fissata per la sua approvazione), sarebbe stata invece ufficialmente
disponibile solamente 10 giorni prima del consiglio comunale, e tale ritardo
non poteva che limitare le nostre possibilità di analizzare le voci del
bilancio.
BERLUSCONI: SI A LETTA, MA MENO TASSE
L’intervista del Presidente a “Il
Giornale”. Non c’è alcun bisogno che io entri nell’esecutivo. Possono
farcela benissimo senza di me, purché abbiano come faro il nostro programma
fiscale. È quella la nostra vera discriminante. Il gusto della battuta non
riesce proprio a perderlo. "Finirà
che mi accuseranno anche di strage. Di strage dei leader del Pd...",
scherza Silvio Berlusconi strizzando l’occhio al capitombolo di Franco Marini e
Romano Prodi durante le votazioni per il presidente della Repubblica.
D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
Cosa ne pensa dell’incarico ad Enrico Letta?D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
"L’ho sentito al telefono e spero davvero riesca a formare un governo di cui il Paese ha davvero bisogno. Siamo in una situazione in cui non si può più continuare ad andare avanti senza un esecutivo che indirizzi la politica economica, altrimenti il rischio è quello di finire in ginocchio".
Quindi lei è pronto a sostenere il governo Letta?
"Certamente sì. Anche se, detto con buon senso e non perché si tratta di un aut aut, è fondamentale che il nuovo esecutivo si faccia carico degli otto punti del nostro programma".
Sei dei quali sono economici...
DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A BRISIGHELLA, PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE.
INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO… PRENOTAZIONI
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giovedì 25 aprile 2013
ATTENTO, ATTENTO PRESIDENTE, SONO SEMPRE COMUNISTI!
Certo, è difficile non imboccare quel tunnel. Perché
in fondo con la richiesta a Napolitano di restare per sbloccare lo stallo il
Pdl ha già messo un piede dentro. Per fortuna a mettere ostacoli per rendere
impervio, quasi impossibile quel cammino ci ha pensato il Pd. Quel partito ha
già tradito la prima promessa fatta al capo dello Stato: ha posto sue
condizioni, sia sul programma che sugli uomini. Era vietato farlo, come ha
spiegato ieri Napolitano alla delegazione di Scelta civica: «In queste
condizioni bisogna che tutti rinuncino a quel che hanno promesso in campagna
elettorale. Bisogna azzerare tutto». Ma il Pd le sue condizioni le ha avanzate,
sia pure in maniera furbesca. Ecco, per evitare che l’incubo diventi realtà
bisogna seguire una strada parallela. Emergenze programmatiche? Ce ne è una su
di tutte: le tasche degli italiani. Bisogna che restino lì disponibili a
disposizione dei consumi i soldi che volerebbero via con il pagamento dell’Imu
sulla prima casa. E niente scherzi: questo deve essere deciso nel primo consiglio
dei ministri. Uomini? Nessuna pregiudiziale del Pdl nei confronti di
chicchessia. Deve accadere così anche a parti inverse. Ecco per essere più
sicuri che l’incubo non si materializzi, una soluzione c’è: inserire proprio
Berlusconi nella lista dei ministri. Ad esempio all’Economia (quando ha chiesto
il voto ai quasi 10 milioni di italiani che glielo hanno dato, il Cavaliere si
era proposto per quel ruolo). Non va bene lì? Allora agli Esteri, che così
mettiamo fine a questa storia odiosa dell’impresentabilità: Berlusconi diventa
il biglietto da visita dell’Italia fuori da questi confini. Ecco, è l’antidoto
per evitare che l’incubo diventi realtà: con Silvio dentro l’esecutivo è più
difficile fargli scherzetti di qualsiasi tipo. E non si tradirebbe nemmeno la
fiducia di Napolitano: chi meglio del fondatore del centrodestra garantirebbe
la forza di quell’esecutivo, la possibilità che regga nel tempo per fare le
riforme chieste a gran voce dal Colle? In fondo anche il Pd, non avendo più
Bersani, punta a irrobustire l’esecutivo con il numero uno attualmente in
campo: Enrico Letta. Ecco, a queste condizioni forse la luce in fondo al tunnel
potrebbe intravedersi. La ghigliottina pronta al fondo restare solo nel brutto
sogno. Potrebbe... E se così non fosse chi mai potrebbe costringere un partito
che con nuove elezioni trionferebbe a suicidarsi senza opporre resistenza? Con
questi pensieri in testa finalmente questa notte Berlusconi ha dormito
tranquillo.
DOPO 68 ANNI L’ATTUALITA’ DEL 25 APRILE PUO’ DIVENIRE SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA.
COME OGNI ANNO, NEL GIORNO DEDICATO ALLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA
COME PDL ABBIAMO RESO OMAGGIO AI CADUTI ALLEATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
AL CIMITERO DI SANTA LUCIA
Rodolfo
Ridolfi* Quest’anno il 68° anniversario del
25 aprile assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima
attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto il 25 Aprile 2009
ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava
“….Benché frutto evidente di compromessi,
la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e
fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo
democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora
possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune”
della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore
prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo.
Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente
un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme,
quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme,
avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all'altra, ma al
popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere
in una democrazia finalmente pacificata… “ In Italia il 25 aprile, in
Europa l'8 maggio 1945 (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso
ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se
bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico
della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della
parte orientale dell'Europa caduta dopo l'oppressione nazista nell'altrettanto
odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare Infatti come avrebbe riconosciuto per primo
Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: "da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare
l'Europa”. Il 25 aprile dobbiamo onorare tutti i resistenti: i nostri
giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi,
polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue, senza di loro,
il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo
ricordare, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando
in buona fede la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta
.*Del Coordinamento Provinciale
e Regionale Pdl
GALASSINI INVITA A BRISIGHELLA, DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE, GLI AMICI
PRIMO
INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O
SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN
REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO…ANCORA..
Vincenzo
Galassini consigliere Provinciale, di Brisighella, vi invita
Domenica 5 maggio 2013
ad un incontro tradizionale a Brisighella Hotel Valverde, adiacente alla
Terme con ampio parcheggio, per un pranzo alle ore 12,30 con un ricco menù,
preparato dall’amico Gianni, con le chicche di Brisighella compreso assaggi del
“Carciofo moretto” e “Troia Mora” il tutto al prezzo di €. 18, prenotazione entro venerdi 3 maggio al numero 339 2241934.
Nella mattinata chi è
interessato può visitare nel centro di Brisighella la Via degli Asini, la
mostra del Ricamo e acquistare prodotti gastronomici alla
Macelleria Cavallari. All’incontro
hanno assicurato la partecipazione Gianguido
Bazzoni nuovocapo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna, Rodolfo Ridolfi coordinatore
Regionale Azzurri ‘94, il coordinatore Provinciale e vice Alberto Ancarani
e Paolo Savelli, vi
aspetto numerosi.
MOSTRA DI RICAMI : "Le donne
romagnole raccontano..."
DAL 14 APRILE AL 12 MAGGIO
2013 Chiesa del Suffragio nel centro
storico di Brisighella (RA)mercoledì 24 aprile 2013
FELICITA’: GIANGUIDO BAZZONI NUOVO CAPOGRUPPO DEL GRUPPO ASSEMBLEARE DEL PDL, DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA.
LA RICONOSCENZA DI UN LUNGO E FRUTTIVO LAVORO, PRIMA A RAVENNA E
POI A BOLOGNA, BRAVO GUIDO!
Nella riunione di ieri del Gruppo consigliare del
PdL alla Regione Emilia-Romagna, è stato
deciso all’unanimità di nominare nuovo capogruppo il Consigliere ravennate
Gianguido Bazzoni, in sostituzione del dimissionario Villani. Al nuovo
capogruppo sono giunte immediatamente le congratulazioni, oltre che dei
colleghi consiglieri, anche del coordinatore regionale di “Azzurri ‘94”,
Rodolfo Ridolfi e quelle graditissime del Capogruppo alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, che ha ricordato
come Bazzoni sia da sempre una certezza per il partito, nei vari incarichi che
ha ricoperto sempre al fianco del Presidente Berlusconi senza esitazioni o
tentennamenti. Le congratulazioni della
redazione e dai tanti amici dei diciotto
comuni della Provincia di Ravenna. FORZA GUIDO, FORZA ITALIA
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DISCORSO NAPOLITANO STRAORDINARIO, ORA GRANDE COALIZIONE
“Il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, con un discorso storico, straordinario e appassionato ha
ricollocato la politica al centro della
vita pubblica”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera
Renato Brunetta. “Adesso – aggiunge- toccherà alle forze parlamentari
fare proprio il monito alla responsabilità e alla coesione che ci ha
rivolto il Capo dello Stato per un governo forte e di grande coalizione
che possa affrontare le urgenze che ha il Paese”.
OSSERVATORIO PROVINCIALE SULL’ IMMIGRAZIONE PERCHÉ AFFIDARE I COMPITI DELLA PROVINCIA ALL’ESTERNO DELL’ENTE?
LA PROVINCIA ASSEGNA PERSONALE PER I
GIUDICI POPOLARI, NON DI SUA COMPETENZA, E NON NE’ HA PER QUESTO COMPITO?
Il Consiglio
provinciale ha votato a suo tempo una
delibera avente come oggetto l’Osservatorio sulle politiche sociali e socio
economiche con il quale si prevedeva una convenzione tra la Provincia e
l’azienda Usl. Tale osservatorio non si configura solo come progetto di tipo
statistico, bensì per l’impianto metolodologico definito, per l’attenzione all’ integrazione dei sistemi informativi per
l’apertura all’integrazione con gli
aspetti socio sanitari; si definisce come strumento in grado di leggere le dinamiche, il cambiamento della società e
comprendere come essa e le sue componenti si evolvono. Ciò premesso,
l’Amministrazione provinciale ha ritenuto di procedere a un affidamento a soggetti esterni dai propri servizi
per attività finalizzate alla realizzazione dell’Osservatorio, ritenendo che fra i dipendenti dell’ente non
vi siano disponibilità e competenze
adeguate allo svolgimento di tale compito.
In definitiva, si tratta di un
affidamento diretto senza gara a una società a responsabilità limitata di Faenza, pur dotata di esperienza e
metodologie avanzate, per un costo di euro 6.895,00,
per svolgere queste attività di supporto
allo stesso Osservatorio provinciale. Vale a dire che i materiali prodotti
dalla società incaricata a compiere l’attività conoscitiva di analisi e di
riflessione, dovranno poi essere successivamente analizzati, valutati ed
elaborati dalle persone che concretamente si occupano direttamente
dell’Osservatorio. Da quanto sopra si ricava che se tale attività è in capo
alla Provincia, andrebbero formate e valorizzate le risorse interne per queste
funzioni d’istituto, evitando tali spese, seppur contenute, proprio alla luce dei servizi attivi di statistica, di politiche
del lavoro e sociali di cui dispone l’ente. Inoltre si affida il presente
incarico per l’anno 2012 quando ancor
oggi sono in fase di elaborazione i dati
e le informazioni riguardanti l’anno
2011. Spadoni, Galassini
lunedì 22 aprile 2013
PRESENTABILI
IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE
E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO
CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro
Sallusti - Napolitano ha accettato di cavare le castagne
dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre
ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa
l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno
posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei
prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il
Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito;
meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza
precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera
novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più
come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale.
Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode
della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non
rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio
sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato
questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di
paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda
novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal
voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi
verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con
l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde
la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si
svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che,
infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla
candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno
cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la
sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come
ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza,
la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma
di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico
morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è
sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione
Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste
ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per
strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader
di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.
sabato 20 aprile 2013
GRAZIE BERLUSCONI………. NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI PRIMARIE ABBIAMO TE!
Prodi in Africa non ci
rimarrà come doveva fare anche il suo vice, Veltroni
Caro
Vincenzo, partendo
dallo spirito e dalla lettera dell'articolo 87 della Costituzione, ci eravamo
resi disponibili ad una candidatura condivisa, non espressione del nostro
Partito. L'onorevole Bersani ci ha sottoposto una rosa di cinque candidature
gradite al Partito Democratico. Tra queste candidature abbiamo individuato
di comune accordo la candidatura di Franco Marini. Una candidatura che abbiamo
lealmente sostenuto, votando Franco Marini nella prima votazione. Tale
candidatura è stata invece successivamente accantonata, con palese violazione
della parola data, degli impegni assunti con noi dal Partito Democratico, a
causa delle faide e delle divisioni interne allo stesso PD. Oggi abbiamo
appreso con sconcerto che il PD candida Romano Prodi per 'salvaguardare
l'unita' del Partito': come si vede, sacrificano il valore superiore della
rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e
di Partito. Come è tra l'altro nella tradizione del Partito Comunista italiano,
il Pd ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è
dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni.
Pretende di occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0.3 per cento di
voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica
"professionalità" della sinistra in sede di scrutinio. L'Onorevole
Bersani affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei
voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il
51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le
prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi
la democrazia. Noi riteniamo che l'Italia, il nostro Paese, sia più importante
degli interessi di fazione della sinistra. Non riconosciamo democraticità e
limpidità a questo voto e al comportamento del Partito Democratico. Dinanzi a
questa situazione, invito i nostri deputati e senatori, e anche gli altri
parlamentari e rappresentanti regionali della nostra coalizione, a non
partecipare al voto in questa quarta votazione.
venerdì 19 aprile 2013
ADDIO NAPOLITANO, SENZA NOSTALGIA……….
Addio a Napolitano…… la maggiore parte dei
commenti e della sinistra è una ”dolorosa melensa” per la fine del settennato.
Forse, contro corrente, io non sono
stato contento, ricordo il dibattito con Matteucci a Teleromagna del 2006 nei
giorni della sua elezioni, in occasione delle elezioni provinciali, nel quale
affermavo che la matrice comunista avrebbe sempre dominato nel suo operato. Nella
pratica non è stato sopra le parti, e in particolare un giudizio nettamente
negativo va dato per l’ultimo anno con la nomina di Monti, a senatore a vita e
poi a Presidente del Consiglio non ricordando il significato della sovranità popolare?
Leggendo le cronache di questi giorni e il protagonismo decisorio di Napolitano
si fa fatica a ricordarsi che siamo noi, con il voto, a decidere da chi
vogliamo essere governati. Un altro esempio, Napolitano
auspicava per Berlusconi, nell’occasione di un suo processo lo chiedeva severo ma giusto. Al Quirinale è mancato
sempre il coraggio nei confronti della magistratura. Ma state tranquilli,
Napolitano parlerà finalmente di accanimento contro Berlusconi e criticherà le
toghe. Sì, ma 11 dopo la sua morte. Come con Craxi. Vincenzo Galassini
POVERI NOI: RITORNA PRODI
PD, IL VERO PARTITO DEI COMICI, LE GRANDI MANOVRE DEL QUIRINALE
Il clamoroso flop della candidatura di Franco Marini ha assegnato il ruolo di gruppo dirigente più incapace, ed oggettivamente più ridicolo, della politica italiana ai leader del Partito democratico. L’intera gestione della scelta per il prossimo presidente della Repubblica ha lasciato solo macerie: la rottura plastica del gruppo parlamentare, la divisione con gli alleati di Sel, la ribellione unanime della base del partito. Bersani e gli altri vertici del Pd hanno sostanzialmente deciso di finire in minoranza nel partito perseguendo ciò che fino all’altro giorno hanno sempre negato di voler fare, un’intesa con Berlusconi. Spesso chi snobba il MoVimento 5 Stelle ha definito improponibile un partito guidato da un comico. In questa vicenda però Grillo ha mostrato capacità politiche assai superiori a quelle dei dirigenti democratici. Prima il M5S ha organizzato, con molti limiti, una consultazione tra gli iscritti introdotta nel nostro paese proprio dal centrosinistra. La vittoria, prima della Gabanelli e poi di Rodotà, ha toccato una corda profonda nell’elettorato progressista del nostro paese, che si è riconosciuto in queste due candidature. La risposta di Bersani e dei suoi alleati, dopo il maldestro tentativo degli 8 punti, è stata la nomina di un candidato che aveva rifiutato di fare le primarie per manifesta impopolarità, scelto solo per logiche di alternanza tra ex Dc ed ex Pci, e benedetto da Silvio Berlusconi con tanto di incontro riservato. Il segretario del Partito democratico ha scelto di concludere la sua carriera politica abbracciandosi platealmente nell’emiciclo di Montecitorio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dopo che in tutti questi mesi si è palesato quanto sia stata impopolare la decisione di accordarsi con il centrodestra per dare il via al governo Monti. Pierluigi Bersani ha così deciso per se un’uscita finale degna di uno show di Crozza, che difficilmente avrebbe saputo scrivere uno svolgimento più comico.
OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA
L’Ausl Unica della Romagna rischia di essere la pietra tombale per l’ospedale di Faenza a rischio anche neonatologia
Questo è l’Ospedale di Faenza: un morto che parla, nel senso che tutti sanno che la situazione è delicata e sembra anche molto compromessa se la gestione dell’AUSL unica della Romagna non troverà nuovi binari e direttrici. Ad oggi, in un processo così importante per il territorio, alla minoranza si raccontano belle favolette in pseudo consigli comunali mentre nei corridoi dei Sindaci di Lugo e Faenza si gioca alle figurine su cosa resta e cosa va dai due nosocomi, ormai destinati ad essere un presidio ospedaliero unico con due padiglioni uno appunto a Faenza e uno a Lugo. Nel gioco delle figurine ci sarebbe anche il reparto di ostetricia ginecologia neonatologia, con un Malpezzi che non sa cosa fare.
Noi in questa situazione vogliamo un processo trasparente e partecipato che non si può consumare nelle segrete stanze della conferenza territoriale socio sanitaria, provinciale o di area vasta che sia, e che quindi secondo noi ha bisogno di alcuni correttivi nella rappresentanza, presenti ad esempio nel modello toscano delle Società della salute. Non ci bastano smentite in politichese dal Presidente della Provincia Claudio Casadio. Visto che i veri azionisti del sistema sanitario provinciale sono i cittadini e chi li rappresenta, noi al Direttore generale Des Dorides diciamo che vogliamo azioni concrete per l'ospedale di Faenza, prima fra tutte la sostituzione dei primari che sono andati o andranno in pensione con nuovi primari subito, per mantenere il buon livello di sicurezza e qualità dei servizi dell'ospedale . Non siamo interessati a mantenere a livello locale costose direzioni sanitarie, che servano alla gestione burocratica delle direttive dei vertici aziendali ai Responsabili medici ed infermieristici dei reparti, ma siamo interessati a sostenere un Coordinamento Sanitario Locale forte, in grado di rappresentare a tutti i livelli il nostro Ospedale ed i Servizi del territorio. Intervenire sulle decisioni, provinciali o di area vasta che siano, per mettere in relazione le necessità sanitarie dei cittadini con le strutture che debbono dare loro le risposte sanitarie adeguate è un compito che noi non siamo disponibili a delegare ad altri, perché le scelte che stanno facendo ci riguardano tutti. Raffaella Ridolfi
giovedì 18 aprile 2013
BERSANI CANDIDA MARINI. E IL PD ESPLODE. PERCHE’ SOLO DAL PDL UN VOTO COESO!
Quando domani alle 10 si inizierà a votare per il
capo dello Stato, si può stare certi che da un gruppo politico non mancheranno
voti né verranno sorprese: il Popolo della Libertà. Al contrario, tutti i dubbi
dei commentatori e degli stessi esponenti dei partiti si concentrano sugli
altri, a cominciare dalla sinistra. Il discorso riguarda ovviamente il Pd,
ormai un campo di battaglia tra ex Ds ed ex margheritini, a loro volta eredi
del vecchio Pci e della vecchia Dc. E il bello, anzi il brutto, è che tutti i
candidati vengono da quella parte: l'ambizione personale è legittima, ma dov'è
finito il senso dello Stato del quale il centrosinistra si è sempre ammantato,
quasi fosse un suo patrimonio genetico?
E molto semplice, anche se la cosiddetta grande
stampa non lo ammette: il senso dello Stato, il concetto di bene del Paese, lo
abbiamo noi, e soltanto noi siamo in grado di garantirlo nelle occasioni più
importanti. Ripetiamo: il Pdl non agisce per proprio tornaconto, non abbiamo
nessun candidato il lizza. E' ovvio che alcuni dei nomi ci vanno bene, altri
meno, altri proprio no. Ma c'è una bella differenza ad essere direttamente
parti in causa, oppure contribuire con tutta la forza dei nostri voti.
mercoledì 17 aprile 2013
RITORNIAMO AL 18 APRILE 1948, QUANDO SI SCELSE LA LIBERTA’, QUANDO L’ITALIA DECISE DI ESSERE “LIBERA E FORTE”
Rodolfo Ridolfi* Speriamo che i grandi elettori che si riuniscono proprio giovedì 18 aprile per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica non dimentichino che:
Siamo tutti figli del
18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal
nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori
ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad
una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso
che già aleggiava sui Paesi dell'Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi
di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo
comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo
e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto,
in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18
aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del
'45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe
anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con
il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il
pericolo frontista. Come non sottolineare l'intelligenza politica, la
lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito
socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e
democratico?
Sessantacinque anni
sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia
repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi,
battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci
e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del
pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla
stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile
vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila
volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica
anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò
evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza
del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della
civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del
1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e
che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica
Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente
perverso».
FAENZA: MANTENERE LA POLIZIA, RINEGOZIARE AFFITTO SEDE POLIZIA DI STATO.
Ritengo
prioritario per l'amministrazione comunale faentina adoperarsi ed impegnarsi
per mantenere il presidio della Polizia di Stato in città e quindi
continuare a stanziare in bilancio i fondi necessari al pagamento
dell'affitto dello stesso. Invito però l'amministrazione Comunale a
rinegoziare l'affitto della sede della Polizia di Stato in quanto
confrontato con gli attuali affitti risulta essere
fuori mercato oltre ad essere il più oneroso per
l'amministrazione comunale. Raffaella Ridolfi
TI ASPETTO A UDINE. SILVIO BERLUSCONI
Ti aspetto a Udine, Piazza S. Giacomo, 18 aprile h.18 Non mancare! Silvio Berlusconi
Partenza
da RaVENNA dal parcheggio di Pala De Andrè alle ore 10, prenotazione obbligatoria
3398628941 e 3405453813
martedì 16 aprile 2013
BERLUSCONI E’ RISORTO, M5S STA PERDENDO CONSENSI E MONTI E SCELTA CIVICA SONO ECTOPLASMI PRONTI A SCOMPARIRE DALLA SCELTA POLITICA
Berlusconi è risorto e ha i suoi
voti. Dobbiamo farcene una ragione e prendere questo fatto come un dato. A Bari
per la seconda volta Silvio Berlusconi
ha radunato le folle, e ha fatto un discorso potente. Bersani, peggio di Occhetto è riuscito nel capolavoro di
fare affondare nei sondaggi una coalizione che solo 3 mesi fa aveva oltre il
40% dei consensi a più di 20 ounti dal PDL. La verità è che se si votasse a
stretto giro è certo che il Centro Destra non scenderebbe al di sotto del suo
30% e avrebbe la possibilità di risultare prima coalizione alla camera e
sfiorare il colpo anche al Senato. Vediamo le conseguenze, questi i dati: a) Il PD ha la maggioranza assoluta
alla camera, dunque nessun governo è possibile se non in coalizione con il PD. b) il
PDL, oggi, non teme più le elezioni, può giocare su entrambi i
tavoli: o formare un governo alle SUE condizioni o andare alla rottura. c) Il
Movimento 5 Stelle sta perdendo consensi perché gli manca
un bersaglio facile, ovvero un governo su cui sparare, e non può neppure
prendersela con il PD e il PDL perchè non formano un governo, i primi a non
averlo voluto formare sono loro. Il Parlamento non funziona ne funzionerà MAI
(giunta per le elezioni in primis) prima di una formazione di un qualsiasi
governo. d) Monti e Scelta Civica sono ectoplasmi pronti a
scomparire dalla scena politica in caso di elezioni. Conseguenze:
Il PD e Bersani, nell’attuale forma sono
crocifissi, se formano un governo con politico Berlusconi
verrebbero distrutti dallo stesso odio che hanno seminato per 2 decenni. E
Berlusconi, sapendo di essere vincente in caso di elezioni può alzare il prezzo
a suo piacimento, sia nella scelta del presidente del consiglio che dei
ministri e del programma di un eventuale coalizione. L’unica via di salvezza
per il PD e per Bersani nell’attuale forma è un intesa con l’M5S. Il PDL, anzi Berlusconi è nella condizione ideale,
ha mantenuto e ricompattato il suo elettorato, a questo giro NON ha alcuna vera
responsabilità nella formazione di un governo,ne nella conduzione dell’attuale
governo dimissionario.
Il Movimento 5 stelle è in un vicolo cieco, più passano i giorni senza un governo ne un parlamento e maggiore è la delusione della parte più volatile del suo corpo elettorale, cioè l’elettorato non grillino ma semplicemente “stufo”. E’ stato un grave errore non proporre un governo a 5 stelle con un suo programma, un suo premier e magari suoi ministri. Su quella basa andava cercata e va tutt’ora cercata l’intesa con il PD. Se poi, come probabile, un intesa si rivelasse impossibile (ad esempio la rinuncia del finanziamento ai partiti e ai giornali di partito oltre che a tutti gli altri, tanto per dirne una), quanto meno l’M5S avrebbe assolto pienamente al suo compito potendo dire di averci tentato.
Il Movimento 5 stelle è in un vicolo cieco, più passano i giorni senza un governo ne un parlamento e maggiore è la delusione della parte più volatile del suo corpo elettorale, cioè l’elettorato non grillino ma semplicemente “stufo”. E’ stato un grave errore non proporre un governo a 5 stelle con un suo programma, un suo premier e magari suoi ministri. Su quella basa andava cercata e va tutt’ora cercata l’intesa con il PD. Se poi, come probabile, un intesa si rivelasse impossibile (ad esempio la rinuncia del finanziamento ai partiti e ai giornali di partito oltre che a tutti gli altri, tanto per dirne una), quanto meno l’M5S avrebbe assolto pienamente al suo compito potendo dire di averci tentato.
L’UOMO DI BETTOLA
Occorre ricoverarlo d'urgenza !
Per 120 mila voti in più su circa dieci milioni a testa (il famoso
0,3%), crede di essere diventato padrone dell'Italia, tanto da tenerla sulle
spine per ormai 50 giorni, mentre
tutto va in malora, esclusivamente per i suoi capricci
personali. Chi crede di essere, Mussolini, che fa il cavolo che vuole? Il male
maggiore é che sia Napolitano, che ormai giustamente se ne frega, ma sopratutto i suoi, lo lasciano fare nel suo
delirio di presunta onnipotenza e non si rendono conto (oppure se ne
strafottono) che non solo sta rovinando il Paese, ma anche il suo Partito
Democratico.
AL SIGNOR BERSANI E AI SUOI AMICI….. DICIAMO, ALTO E FORTE
1. Non
vi è consentito di darci lezioni. 2. Non
vi è consentito di stabilire chi è presentabile e chi non lo è. 3. Non vi è consentito di concedere o
di negare a nessuno patenti di libertà e di democrazia. 4. Abbiate rispetto di chi
ha compreso le cose 50, 60, 70 anni prima di voi, e che voi avete ripagato con 50, 60, 70 anni di
ostilità e di inimicizia e di odio. 5. Avete
sbagliato tutte le scelte di fondo della storia, tutte! 6. Non avete alcun titolo per ergervi a maestri di politica, e
men che meno a maestri di morale.
“Siamo noi
che dovremmo avere grossi problemi a
collaborare con voi”, eppure è tale il dramma
che l’Italia
vive, che noi siamo pronti a mettere l’interesse dell’Italia prima del nostro
interesse di partito. La casa brucia, altro che pettinare le bambole.
domenica 14 aprile 2013
GOVERNO FORTE O ELEZIONI A GIUGNO. IL MIO DISCORSO DI BARI
"Lo ripeto ancora una volta, in
modo che nessuno possa fingere di non aver capito: le strade sono due. O
accettate di dialogare con noi, di scegliere con noi il Capo dello Stato e di
formare con noi il nuovo governo, oppure l’interesse del Paese e la gravità
della situazione esigono che si torni subito al voto. E bisogna farlo già a
giugno, senza perdite di tempo che ci porterebbero all’autunno prossimo, o alla
primavera 2014, o a chissà quando. Il Paese, le imprese, le famiglie non
possono più aspettare.". Questo il passaggio saliente del mio discorso di
Bari, che puoi leggere e commentare qui: https://www.forzasilvio.it/news/4221
Non riusciranno a toglierci la nostra positività, la nostra carica, la
nostra passione, la nostra voglia di credere nel futuro, e soprattutto le
nostre idee e le nostre proposte per cambiare in meglio il Paese che
amiamo. Ancora grazie per essere in forzasilvio.it. Vi voglio bene, e anche voi continuate a
volermi bene! Viva l’Italia, Forza
Italia, Viva il Popolo della Libertà!
BERLUSCONI:”SENZA UN GOVERNO STABILE AL VOTO A GIUGNO”
IN PIAZZA IL “FIUME DELLA LIBERTA’”, BERLUSCONI VUOLE SBANCARE
ALLE URNE:”DOBBIAMO VINCERE, COME ABBIAMO FATTO NEL 1994. NOI L’UNICO BALUARDO
DELLA DEMOCRAZIA.
UN GRANDE
BERLUSCONI, NOI SIAMO PRONTI!
Oltre 150mila persone in piazza a Bari: è il secondo
"bagno di folla", a un mese e mezzo dalle elezioni, dopo quello in
Piazza del Popolo a Roma. Berlusconi avverte Bersani: "Non abbiamo l'anello
al naso, adesso basta". Poi promette: "Se andiamo al voto, mi
candido premier". Il
Cav avverte Bersani: "Senza accordi subito al voto". Il
Cav mette il Pd con le spalle al muro.
"O c’è subito un governo forte e
stabile per l’Italia o è meglio ridare subito la parola agli italiani votando a
giugno".
Mentre Bari esplode al
coro "Un presidente, c'è solo un presidente!", Silvio Berlusconi torna a suonare la carica
al popolo del centrodestra e a lanciare un chiaro avvertimento alla sinistra
che, dopo aver occupato le principali cariche, adesso punta a prendersi il
Quirinale e a governare senza avere la maggioranza. "Come
nel ’94 quando scesi in campo contro il comunismo, allora vincemmo e dobbiamo
vincere anche questa volta - ha detto - è difficile non commuoversi, la
responsabilità che mi date è così impegnativa da far tremare le gambe".
"Grazie siete tanti quasi
troppi, stretti l’uno contro l’altro, e siete veramente un fiume che non
finisce - ha salutato il Cavaliere - spero che lontano giunga il nostro
messaggio siete fiume libertà". Per il leader del Pdl è il
secondo "bagno di folla", a un mese e mezzo dalle elezioni, dopo
quello in Piazza del Popolo a Roma il 23 marzo scorso, nel quale il popolo del centrodestra ha manifestato
"contro l’oppressione
fiscale, burocratica e giudiziaria". Oltre 150mila persone.
Piazza della Libertà gremita. "Vi
sembra possibile che in una crisi così possiamo concederci questa assurda
paralisi?", ha chiesto Berlusconi ricordando che, dal giorno
del voto, il Pdl si è subito dimostrato disponibile a formare un governo di larghe intese e a individuare di
comune accordo un candidato per la presidenza
della Repubblica. "Invece questi signori ci hanno detto
di 'no' pur avendo solo lo 0,3% in più - ha continuato - non si sono aperti a
nessun accordo con noi e anzi tentano di prendersi tutte le cinque cariche
istituzionali dello Stato". Il leader del Pd Pier Luigi
Bersani e la sinistra chiedono, infatti, a Berlusconi di regalare a loro i voti del
Pdl, cioè il consenso di 10 milioni di italiani, per fare un governo da soli,
senza far partecipare il centrodestra. "Ci
hanno fatto perdere 50 giorni, Bersani si è messo a fare la sua esplorazione e
poi ci ha detto, come stamattina, che vuole i nostri voti ma non gli va bene
fare un governo con noi - ha incalzato il leader del Pdl - allora, caro
Bersani, siamo assennati, siamo bravi ma non abbiamo l’anello al naso".
venerdì 12 aprile 2013
I GRILLINI: SOPRAVVIVERE CON 11.059 EURO NETTI AL MESE E’ UN’IMPRESA DAVVERO DIFFICILE, IMPOSSIBILE.
Predicare bene e razzolare male, fino a qualche
mese fa, era lo sport prediletto dei rappresentanti dell’Italia dei Valori: di
giorno dichiaravano una cosa, di notte, puntualmente, ne facevano un’altra. Oggi,
invece, pare sia l’attività esclusiva dei Pentacolari. Si prenda la diretta
streaming. In campagna elettorale, essi promettevano che, una volta eletti, vi
avrebbero fatto ricorso sistematicamente per assumere, assieme agli elettori,
in modo partecipato ed autenticamente democratico, e rendere pubblica ogni
singola decisione politica. Entrati nel Palazzo, invece, hanno mutato
opinione: la diretta streaming si fa solo quando fa comodo loro. Quando
erano fuori dai giochi politici, lamentavano che i parlamentari fossero
scarsamente produttivi e troppo dediti al cazzeggio; e che pensassero troppo
poco alle soluzioni da approntare per superare le difficoltà indotte dalla
crisi economica. Scesi in campo, però, hanno dimostrato di prediligere il
fancazzismo finanche più dei loro colleghi della Casta: su 1.000
proposte di legge sin qui presentate alle Camere, infatti, solo 3 recano in
calce la loro firma; e tutte hanno ad oggetto l’introduzione del matrimonio gay.
Non proprio una questione che abbia a che fare con la crisi, si direbbe. Promettevano,
poi, ed era il loro cavallo di battaglia, che, se avessero messo piede nel
Palazzo, avrebbero incassato solo 5.000 euro lordi al mese (2.500 euro
netti), anziché fino a 18.994,56 euro (13.559,56 netti).
Adesso, invece,
“TI CONOSCO MASCHERINA”: UNA DELLE TANTE……….DEL GRANDE STATISTA BERSANI!!!
“Non è che se la paura fa novanta, a
novanta mi ci devo mettere io”. Maurizio Crozza, nella sua copertina
settimanale a Ballarò di Giovanni Floris, rispolvera la classica imitazione
di un Pier Luigi Bersani appena uscito dall’incontro con Silvio Berlusconi.
“Gli ho sparato una serie di metafore”, si è beato il finto segretario
del Partito democratico, ancora in cerca di una qualche maggioranza a
supporto del governo che nascerà dopo l’elezione del presidente della
Repubblica. “Mascherina ti conosco, ho detto a Berlusconi. Ma si è girato ed
era Alfano”, così Crozza ha ripreso la frase pronunciata dal vero Bersani
in mattinata al programma Agorà, sempre in onda su Raitre. “Non è che
se hai il foglio rosa ti iscrivi alla 24 Ore di Le Mans, ho detto a Berlusconi
no al governissimo. L’incontro è stato fruttuoso, non abbiamo parlato di
governo, né di nomi per il Colle. Non è che se a Livorno parcheggi una macchina
a spina di pesce ti vien fuori il caciucco”. Questo il retroscena
dell’incontro più chiacchierato di ieri, svelato dal comico nei panni di
Bersani. Quindi, Crozza ha abbandonato l’imitazione per ironizzare
sempre sullo stesso Bersani: “Era carico come una molla: ‘ce lo voglio dire
chiaro, ti conosco mascherina’. E’ come un giocatore che parte dalla propria
area, scarta tutti e finisce per fare gol nella propria porta. E’ come il cane
che abbaia per non disturbare i vicini”. Uno a Bari, l'altro a Roma. Silvio
Berlusconi organizza da tempo una grande manifestazione del Pdl in
piazza e il segretario del Pd risponde portando in perifieria roman nel
centro policulturale Il Mitreo, l’iniziativa del Pd contro la povertà e per un
governo di cambiamento.a
i suoi militanti. Una manifestazione "contro la povertà e per il
governo del cambiamento". Vincenzo Gibiino, senatore del Pdl,
secondo il quale "il Pd di Bersani, o forse sarebbe meglio dire che fu di
Bersani , è un po Dr. Jekill e un po Mr Hide. Gli elettori di centrosinistra,
gli italiani tutti, - prosegue - non meritano di essere insultati a tal modo.
Silvio Berlusconi, il Pdl, sono pronti a lavorare per rianimare un Italia ormai
in stato comatoso. Deve solo essere data loro la possibilità di farlo",
giovedì 11 aprile 2013
LE PRIORITA’: M5S, LE PRIME PROPOSTE DI LEGGE, MATRIONI GAY, LEGGE ANTI OMOFOBIA E CAMBIO DI GENERE. MA COSA HANNO CAPITO?
Dopo alcune polemiche e impasse istituzionali sono
arrivati finalmente anche le prime proposte di legge dei parlamentari del
Movimento cinque Stelle con tre ddl un po’ a sorpresa. I tre
disegni di legge a firma dei tre senatori 5 Stelle Michela Montevecchi, Alberto
Airola e Luis Alberto Orellana riguardano infatti temi molto dibattuti in
materia di diritti civili come i matrimoni gay, una legge anti omofobia
e una sulla possibilità di cambio di genere. I ddl 391, 392 e 393
depositati in Parlamento il 5 aprile riguardano rispettivamente ”disposizioni
per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”, “norme in materia
di modificazione dell’attribuzione di sesso” e “modifiche al codice
civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle
coppie formate da persone dello stesso sesso”. Quest’ultima proposta
in particolare fa un passo avanti e scavalca decisamente anche le posizioni del
centrosinistra. Oltre a introdurre il “matrimonio egualitario”, quindi non più
solo tra uomo e donna, il ddl specifica anche che i figli di un “coniuge”
saranno riconosciuti come figli dell’altro coniuge “anche quando il
concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione
medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”. Per quanto riguarda le
altre due proposte di legge, quella contro l’omofobia prevede reati penali
punibili fino a quattro anni di carcere, mentre quella sull’attribuzione di
sesso fa suo il principio base che ogni persona può sentirsi di non appartenere
più al sesso con cui è nato e ha diritto a cambiarlo.
mercoledì 10 aprile 2013
martedì 9 aprile 2013
M5S, ZERO PROPOSTE. ADRIANO ZACCAGNINI: “ DA SOLI NON SIAMO CAPACI”
Prendi 109 deputati aggiungi 54 senatori lasciali lavorare per
dieci giorni e cosa ottieni in cambio? Zero proposte di legge. Se fossero dipendenti di un’azienda
andrebbero licenziati in tronco. Sono gli eletti nel Movimento 5 Stelle,
che hanno stabilito il primato negativo nella storia dell’Italia
repubblicana. Mai nessuno prima d’ora era riuscito a fare peggio. Li
abbiamo visti scattarsi le fotografie in aula, portare gli apriscatole e fare
tutto, tranne quello per cui sono pagati: fare politica. Il confronto con gli
altri partiti è impietoso. I provvedimenti presentati alla Camera sono, ad
oggi, 379; 258 quelli che attendono di essere assegnati alle commissioni
competenti al Senato. Tanto per avere un paragone di queste proposte, 143
sono d’iniziativa del Pdl. Le proposte a carattere ordinario sono 567;
70 quelle di natura costituzionale. Complessivamente, le proposte avanzate da
parlamentari sono 618, 18 quelle di iniziativa popolare. E il M5S? Non
pervenuto.
Adriano Zaccagnini, uno dei grillini immortalato a pranzo nella buvette della
Camera, argomenta su
Facebook l’inattività sua e dei colleghi: «Vi spiegherò per filo e per segno perché non abbiamo il
personale adeguato per espletare le nostre attività. In particolare la
presentazione delle proposte di legge ci è stata difficile senza adeguato
personale legislativo. Personale che gli altri partiti hanno. A noi spetta un
contributo di 4,2 milioni di euro. Ce lo decurteranno fino a farci rimanere con
poco meno di un milione se non assumiamo il nostro personale legislativo
(drafting) e amministrativo da due liste». «O assumi la gente delle liste o ti
tolgono il contributo per il personale. Liste di nomi di amici e parenti, ma
anche di professionisti, un macello creato dai partiti del potere e dal Palazzo della Camera». Insomma colpa
della Casta, delle lobby e forse pure della Cia. I grillini vedono complotti dovunque. Eppure Zaccagnini, che ha una laurea in Scienze politiche, dovrebbe conoscere i rudimenti della
materia e fare benissimo da solo. E come lui tanti altri colleghi “preparatissimi”, secondo quanto garantito da Grillo in
campagna elettorale. E poi basterebbe affidarsi all’ufficio legislativo della
Camera (analogo servizio c’è al Senato) che è a disposizione (gratuita) dei
parlamentari per fornire indicazioni su come si scrive un disegno di legge.Troppo
complicato?
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