giovedì 30 gennaio 2014

I SONDAGGI VOTANO BERLUSCONI. NON E’ UNA FIAMMATA MA ANDAMENTO CRESCENTE DI CONSENSI PER UN LEADER SENZA PARAGONI.

Le cinque scelte felici e vincenti
I sondaggi parlano a chi li sa ascoltare. Non sono infallibili, per carità, essendo mutevoli e approssimati per definizione. Ma il loro linguaggio esprime le onde di certezze e dubbi che attraversano il Paese. Ecco: i sondaggi stanno clamorosamente dando ragione al Presidente Berlusconi. Non è una fiammata, ma un andamento costante e crescente. Insomma: 33,7 per cento del centrodestra contro il 32,5 per cento della sinistra. L'ultimo sondaggio di Euromedia Research non lascia alcun dubbio: Forza Italia cresce nelle intenzioni di voto. E c'è un altro dato molto significativo: per la prima volta dall'ascesa alla segreteria di Matteo Renzi, il Partito democratico perde consensi, invertendo la tendenza innescata dalle primarie (-0,3 rispetto al dato di quattro giorni prima). Come si fa a non vedere che il merito di questo trend positivo è del Presidente Berlusconi? Sta trascinando ancora in alto Forza Italia con +0,3 rispetto al dato del 20 gennaio (con Nuovo centro destra che retrocede al 3,6 per cento), e chiara e forte, una volta di più si certifica che il popolo dei moderati apprezza le scelte fatte fino ad oggi dal suo leader, che i compagni dei Palazzi e delle Procure pensavano di aver liquidato, poveri illusi.
Tante le scelte, ma cinque in particolare sono quelle di Silvio Berlusconi determinanti nel raggiungimento di questo risultato.

1) La volontà di pacificazione. Dopo le elezioni politiche di febbraio, e dopo aver aspettato inutilmente le fallimentari trattative tra Grillo e Bersani, il Pdl ha deciso di appoggiare il governo delle larghe intese, in un clima di pacificazione, per il bene del Paese con la convinzione e l'accordo di poter fare insieme al Pd e a Sel le riforme di cui l'Italia aveva e ha urgente bisogno. E il Pdl ha lavorato riuscendo anche a render realtà la riforma di Equitalia, la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, l'accelerazione nei pagamenti dei debiti della PA. Purtroppo con la sentenza di condanna per Berlusconi nel processo Mediaset, l'offensiva del segretario del Pd Epifani ha gettato napalm sulle larghe intese che si sono incrinate, fino a terminare con l'indegna estromissione dal Senato del nostro leader. Ma nonostante questo Berlusconi è sempre rimasto il protagonista della scena politica.

2) Agli inizi di ottobre con il ritorno a Forza Italia, un ritorno al futuro, a quella carta dei valori, a quello spirito di libertà e rinnovamento che aveva determinato una svolta radicale rispetto a tutti gli altri partiti, sancendo di fatto la fine della Seconda Repubblica. Poi la decisione di uscire dalle larghe intese dopo il colpo di Stato che ha fatto decadere Berlusconi dalla carica di senatore.
3) E a fine novembre l'idea geniale dei Club Forza Silvio per radicare il movimento sul territorio ma soprattutto per riavvicinare gli italiani alla politica, per dare loro ascolto e risposte, per stargli vicino. Un'idea con un grande obiettivo: arrivare presto ad avere in tutta Italia 12000 Club. E dopo nemmeno due mesi siamo oltre la metá del raggiungimento dell'obiettivo.
4) Per arrivare all'intesa con Renzi, il segretario del Pd, sulla legge elettorale. Per la prima volta i leader dei due primi partiti italiani si siedono davanti a un tavolo per trovare l'accordo sulla nuova legge elettorale in tempi brevi. L'incontro avvenuto due settimane fa tra Berlusconi e il sindaco di Firenze nella sede del Partito democratico è stato definito storico: e il merito, ancora una volta, va tutto al nostro Presidente.
5) La volontà precisa e senza tentennamenti nel proporre volti nuovi e voci fresche come esponenti di primo piano del movimento, in primis Giovanni Toti. Il tutto senza umiliare né consegnare al magazzino dei prodotti scaduti nessuna personalità che anzi è chiamata a offrire la sua esperienza.
Ecco perché non c'è da stupirsi se poi i sondaggi ci premiamo: gli italiani vedono e sentono quello che accade, e il popolo, tutto quello dei moderati, ma non solo, è con l'unico statista che mette davanti il Paese e gli italiani nelle scelte che fa.


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