Le cinque scelte felici e vincenti
I sondaggi parlano a chi li sa ascoltare. Non sono
infallibili, per carità, essendo mutevoli e approssimati per definizione. Ma il
loro linguaggio esprime le onde di certezze e dubbi che attraversano il Paese.
Ecco: i sondaggi stanno clamorosamente dando ragione al Presidente
Berlusconi. Non è una fiammata, ma un andamento costante e crescente.
Insomma: 33,7 per cento del centrodestra contro il 32,5 per cento
della sinistra. L'ultimo sondaggio di Euromedia Research non lascia
alcun dubbio: Forza Italia cresce nelle intenzioni di voto. E c'è un
altro dato molto significativo: per la prima volta dall'ascesa alla segreteria
di Matteo Renzi, il Partito democratico perde consensi, invertendo la
tendenza innescata dalle primarie (-0,3 rispetto al dato di quattro giorni
prima). Come si fa a non vedere che il merito di questo trend positivo è del
Presidente Berlusconi? Sta trascinando ancora in alto Forza Italia con +0,3
rispetto al dato del 20 gennaio (con Nuovo centro destra che retrocede al 3,6
per cento), e chiara e forte, una volta di più si certifica che il popolo dei
moderati apprezza le scelte fatte fino ad oggi dal suo leader, che i compagni
dei Palazzi e delle Procure pensavano di aver liquidato, poveri illusi.
Tante le
scelte, ma cinque in particolare sono quelle di Silvio Berlusconi determinanti
nel raggiungimento di questo risultato.
1) La
volontà di pacificazione. Dopo le elezioni politiche
di febbraio, e dopo aver aspettato inutilmente le fallimentari trattative tra
Grillo e Bersani, il Pdl ha deciso di appoggiare il governo delle larghe
intese, in un clima di pacificazione, per il bene del Paese con la
convinzione e l'accordo di poter fare insieme al Pd e a Sel le riforme di cui
l'Italia aveva e ha urgente bisogno. E il Pdl ha lavorato riuscendo anche a
render realtà la riforma di Equitalia, la cancellazione dell'Imu
sulla prima casa, l'accelerazione nei pagamenti dei debiti della PA. Purtroppo
con la sentenza di condanna per Berlusconi nel processo Mediaset, l'offensiva
del segretario del Pd Epifani ha gettato napalm sulle larghe intese che si sono
incrinate, fino a terminare con l'indegna estromissione dal Senato del nostro
leader. Ma nonostante questo Berlusconi è sempre rimasto il protagonista della
scena politica.
2) Agli inizi di
ottobre con il ritorno a Forza Italia, un ritorno al futuro, a
quella carta dei valori, a quello spirito di libertà e rinnovamento che
aveva determinato una svolta radicale rispetto a tutti gli altri partiti,
sancendo di fatto la fine della Seconda Repubblica. Poi la decisione di uscire
dalle larghe intese dopo il colpo di Stato che ha fatto decadere
Berlusconi dalla carica di senatore.
3) E a fine
novembre l'idea geniale dei Club Forza Silvio per
radicare il movimento sul territorio ma soprattutto per riavvicinare gli
italiani alla politica, per dare loro ascolto e risposte, per stargli vicino.
Un'idea con un grande obiettivo: arrivare presto ad avere in tutta Italia 12000
Club. E dopo nemmeno due mesi siamo oltre la metá del raggiungimento dell'obiettivo.
4) Per
arrivare all'intesa con Renzi, il segretario del Pd, sulla legge
elettorale. Per la prima volta i leader dei due primi partiti italiani si
siedono davanti a un tavolo per trovare l'accordo sulla nuova legge elettorale
in tempi brevi. L'incontro avvenuto due settimane fa tra Berlusconi e il sindaco
di Firenze nella sede del Partito democratico è stato definito storico: e il
merito, ancora una volta, va tutto al nostro Presidente.
5) La
volontà precisa e senza tentennamenti nel proporre volti nuovi e voci
fresche come esponenti di primo piano del movimento, in primis Giovanni Toti.
Il tutto senza umiliare né consegnare al magazzino dei prodotti scaduti nessuna
personalità che anzi è chiamata a offrire la sua esperienza.
Ecco perché non c'è da
stupirsi se poi i sondaggi ci premiamo: gli italiani vedono e sentono quello
che accade, e il popolo, tutto quello dei moderati, ma non solo, è con l'unico
statista che mette davanti il Paese e gli italiani nelle scelte che fa.
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