venerdì 25 ottobre 2013
BOCASSINI NEI GUAI: I COLLEGHI LA DENUNCIANO AL CSM.
ILDA LA
ROSSA DISSE CHE LE TOGHE DI PROVINCIA “NON CAPISCONO NULLA. ESPOSTO DEI
“PROVINCIALI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
"I giudici di provincia non capiscono nulla di
mafia". Le considerazioni di Ilda
Boccassini, espresse l'11 ottobre scorso durante un convegno su una
ricerca della Bocconi dedicata alla criminalità organizzata, non sono
assolutamente piaciute ai colleghi. Tanto che hanno lasciato passare due
settimane e alla fine hanno deciso di intervenire con un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura.
La rivolta - Gli autori del
documento inviato al Csm sono i giudici penali del Tribunale di Busto Arsizio, giudici "di provincia"
appunto, (Bossi, Bovitutti,
Frattini, Guerrero, Lualdi, Novick, Zoncu) che chiedono all'organo di
autogoverno delle toghe, secondo quanto rivelato dal Corsera, di
valutare le affermazioni a loro avviso "gratuite",
"denigratorie" e "generiche" pronunciate da Ilda la rossa.
I magistrati di Busto vogliono sapere dal Csm, da un lato "se esse siano
deontologicamente corrette" per un pm, e dall'altro "se non
deleggittimano i giudici" proprio mentre costoro, riporta l'articolo di Luigi Ferrarella, trattano processi
con detenuti di criminalità organizzata nei quali l'accusa è rappresentata dal
pool milanese di Boccassini. Colleghi
ignoranti - Secondo il pm il fatto che "non siano mai stati
istituiti i tribunali distrettuali rappresenta un problema serio".
Boccassini, al convegno, aveva spiegato che "le indagini sono accorpate dalla
Dda mentre il processo viene
polverizzato". "Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a
Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi - ha osservato -: non si può dare in
mano un processo a giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla" di questi
argomenti. "Questo è un problema molto serio", aveva concluso non
immaginando che quelle parole sarebbero diventate un problema molto serio. Ma
per lei.
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