.” Silvio Berlusconi non può credere che sia vero: la scelta della Giunta
per il regolamento che ha imposto il voto palese sulla sua decadenza l'ha
lasciato senza parole. "Stanno facendo di tutto per eliminarmi" ha
detto il leader azzurro a chi ha avuto la fortuna di parlargli mercoledì sera.
Adesso la linea che vuole seguire il leader azzurro è quella dell'intransigenza
falchista. Loro, i lealisti guidati da Daniela
Santanché, Denis
Verdini e Raffaele
Fitto, sono gli unici che Silvio
ascolta ancora. Le colombe no: i ministri del Pdl sarebbero dovuti andare a
pranzo da lui poco dopo la decisione della Giunta, ma Silvio ha detto a tutti
di restare a casa. "E cosa dovremmo dirci?", ha ironizzato. Il morale
è a terra, lui è arrabbiato e le parole sulla necessaria stabilità governativa
fanno venire l'orticaria al Cav. I falchi, almeno nelle stanze di Palazzo
Grazioli, hanno vinto.
Opposizione
- Nella serata di mercoledì è stato Fitto a far capolino in
via del Plebiscito. Il leader pugliese è entrato in punta di piedi a casa del
Cavaliere per dispensare consigli: "Cosa aspetti a far saltare tutto?".
Il piano dei falchi è tanto semplice quanto duro: abbandonare la nave del
governo e tirar dritto a nuove elezioni. Ci sarebbe il tempo di una campagna
elettorale lunga e completa; il Pdl potrebbe organizzarsi e presentare uomini e
amazzoni pronte a tutto pur di vendicare Berlusconi. Il Cav ci sta. Pare che ai
presenti abbia detto: "Io sono già
all'opposizione", provando a far fare il pieno di
entusiasmo a chi gli chiedeva proprio l'ennesimo colpo di reni. Secondo i
falchi, infatti, c'è bisogno di una reazione, di un atto che possa risollevare
Berlusconi e Forza Italia.
Alfetta - In cima
alla lista c'è l'addio al governo. "La mia testa - dice Silvio - è ormai
diventata una coccarda da mettersi addosso l'8 dicembre" e allora, pensa,
è giusto fare un passo in avanti prima che sia troppo tardi. Il primo a cadere
non deve essere lui, ma Enrico Letta,
espressione di quel Pd che s'è inventato regole nuove pur di eliminarlo dal
Senato. E allora via. Insieme al premier cadranno i ministri azzurri, ma adesso
a Palazzo Grazioli di loro importa poco. Non sono considerati traditori, ma
pagano il costante dialogo con i democratici e, soprattutto, il loro voler
stare al governo a tutti i costi. I falchi non vedono l'ora di far pesare i
loro numeri in Parlamento e sono pronti a ripartire per una nuova avventura che
avrà in un Berlusconi ferito il suo naturale leader.
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