martedì 26 novembre 2013

LA BOTTEGA OSCURA DEL QUIRINALE. PERCHE’ NON SI PUO’ ACCETTARE LA PERSECUZIONE DI UN LEADER INNOCENTE


Mercoledì. Lo sappiamo bene. È una data che abbiamo stampata nella mente. Momento di suprema ingiustizia ma anche di sdegno e di affetto, di protesta e di riscossa. Ma prima di mercoledì c’è stata la domenica.È stata la domenica del nostro sconcerto ma anche della chiarezza. Si è alzato il velo sulle menzogne che sono state la trama opaca del gioco politico di questi anni. Una trama, da ieri è evidente, che ha avuto un protagonista verso cui abbiamo sempre portato rispetto, ed in cambio ha risposto negando il ruolo di alta figura super-partes. Abbiamo usato la parola “trama”. In senso neutro, come si dice di un tessuto. La sequenza di date del “grande imbroglio” parla da sé. È una storia che abbiamo già raccontata. Ora siamo in grado di dire che è stata una trama nel senso negativo: ieri si è reso palese il regista del film. Il presidente Napolitano ha dimostrato ieri di essere un uomo di parte. E non semplicemente di una parte ideologica, come indicava peraltro la sua storia indimenticabile (dal sostegno ai carri armati ungheresi nel 1956 al tardivo ripensamento senza sanzione ma anzi con promozione, fino ai vertici dello Stato); non di una parte ideologica, dicevamo, bensì di una fazione di potere politicamente e giudiziariamente attiva, con un disegno sul Paese, che era ed è quello di tenere lontano dalle leve di governo qualunque cosa odorasse di alternativa autentica alla sinistra e al dominio tedesco dell’Europa. Cioè Berlusconi e i suoi. Non ci stupisce la vocazione di Giorgio Napolitano. Il comunismo italiano ha sempre avuto la sua capitale nella “Terza Roma”, come gli ortodossi chiamano Mosca. Ora non è più l’Urss, ma un sistema di poteri forti che passano da Bruxelles a Berlino fino a certi snodi del potere italiano con Banca d’Italia e grandi banche insieme al loro quotidiano di riferimento, che sappiamo tutti qual è.

Potete leggere sul “Mattinale” la nota del Quirinale di ieri. Lo scopo trasparente è quello di inibire la nostra volontà di manifestare, con dieci milioni di elettori, la protesta per un’ingiustizia clamorosa e per la conseguente ferita alla democrazia.
Dinanzi alla proposta politica di Silvio Berlusconi da far valere nella pubblica piazza, che è l’antica agorà ed è l’abc della libertà occidentale dai tempi di Pericle, Napolitano mette in fila come piccoli carri armati le parole di anatema, paventando una illegalità che è invece tutta nella decadenza del leader di Forza Italia e traspare proprio nelle sue minacce flautate dal linguaggio curiale, ma sotto cui si sente la durezza dell’acciaio che fu sovietico.
Non ci facciamo intimidire. La nostra non è una battaglia di parte, ma è per il bene comune, per l’interesse nazionale, e perciò per ciascun singolo che viene oppresso da questa macchina burocratico-giudiziaria che non ha nulla di democratico…
Con tutta la stima che si merita
P.S. Non possiamo tacere della nostra amarezza per l’atteggiamento di Angelino Alfano e di quelli tra i suoi ministri che sono stati vicini a Berlusconi come dei famigliari. La distanza tra le proclamazioni d’affetto e la realtà dei gesti, anzi dei non gesti, è una lacerazione insopportabile.
Cari Amici, non c’è bisogno che condividiate parola per parola la nostra denuncia, ma sapete benissimo che si sta commettendo contro Berlusconi e contro il popolo che vi ha eletti un vero e proprio assassinio politico di un innocente. E oggi nuove carte lo dimostreranno in maniera incontrovertibile. E allora perché preferite rifugiarvi a palazzo Chigi e nella sede dei ministeri e del Quirinale invece che mescolarvi alla nostra gente? Mercoledì vi aspettiamo, a braccia aperte, nonostante tutto.

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