mercoledì 6 novembre 2013

IL PAESE DEL NON FARE……..


A fine ottobre si è parlato tanto del nuovo tunnel, costato più di 3 miliardi di euro, che corre sotto il Bosforo e ha una parte sommersa a 60 metri sotto il livello del mare. Tunnel ferroviario che in 4 minuti permette di collegare la zona europea di Istanbul con la parte asiatica in quanto Istanbul si estende su entrambe le sponde dello stretto che divide l’Europa dall’Asia e unisce il Mar Nero al Mar di Marmara.
Negli stessi giorni mi sono capitate sotto gli occhi le spettacolari immagini che seguono: Queste foto non sono certamente una novità perché si tratta del gigantesco viadotto di Millau che corre sopra le nuvole a un’altezza di 270 metri e collega le città francesi di Clermont-Ferrand e Montpellier. Lungo 2460 metri è stato inaugurato quasi 10 anni fa. Peraltro Germania e Danimarca hanno firmato un accordo per costruire entro il 2018 un ponte in grado di migliorare i collegamenti tra l’Europa continentale e la Scandinavia, unendo esso le due isole del Mar Baltico occidentale, Fehmarn e Lolland, la prima tedesca e la seconda danese. Il costo previsto è di 4,8 miliardi di euro. Non sto a dilungarmi nell’elenco delle grandi opere realizzate in Europa e di quelle, ancor più faraoniche in giro per il mondo. Però ripenso all’Italia e ai buoni propositi di rilanciare le grandi infrastrutture nel nostro Paese che puntualmente vengono disattesi da non importa quale parte politica. Destra e sinistra, fino a ieri hanno brillato per l’incapacità cronica di mettere in atto progetti degni di questo nome, ma adesso possono tranquillamente andare a braccetto con la terza forza


 nazionale, il Movimento 5 Stelle per il quale il primo imperativa sembra proprio quello di non permettere di realizzare nulla. Insomma, il partito del No si è ingrossato anziché smagrire e così dal piccolo passante alla ristrutturazione di una stazione ferroviaria, da una nuova autostrada alla TAV, da una diga a un ponte, da un gasdotto a un pozzo petrolifero, la risposta è sempre è soltanto una: non si deve fare.
Per contro, fuori dai nostri confini accade tutto il contrario, e quando ci mettiamo in viaggio, non importa con che mezzo, scopriamo che le strade sono più belle, che gli aeroporti sono più funzionali, che i treni viaggiano in orario e sono persino puliti, che i corsi d’acqua sono navigabili, che l’eolico è diffuso e così via.
Naturalmente noi siamo convinti di avere ragione perché il “progresso è regresso” come urlavano i sessantottini di buona memoria. Salvo commentare, puntualmente e nessuno di noi escluso, che in Italia siamo sempre più indietro che dovremmo prendere esempio dagli altri. Spada Luciano

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