giovedì 7 novembre 2013

PIU’ TASSE? CADE IL GOVERNO. DECADENZA? CADE IL GOVERNO. LE NOSTRE LOTTE PER ECONOMIA E GIUSTIZIA SONO INDIVISIBILI


La vita degli uomini non viaggia a compartimenti stagni. Siamo una cosa sola. Se una dimensione dell’esistenza si scardina, va a ramengo tutto. Così la vita di un popolo. Economia e giustizia si tengono insieme. Così la politica, così il governo non possono tenere separati, come se fossero parallele che non si incontrano, aspetti coessenziali del sistema Italia. È elementare. Se c'è uno squarcio su una fiancata, non serve riverniciare e consolidare l'altra, la nave va a fondo. Il punto oggi è questo. Non ci sono abracadabra in politichese che possano sostituire questo dato di realtà: la prevalenza dei contenuti e delle scelte reali, rispetto alle fumisterie sugli scenari che imporrebbero la pazienza, in nome di un bene superiore, di incassare legnate sulle tasse e sulla giustizia. In termini meno aulici: basta balle. Non tengono alibi di scenari internazionali che ci obblighino “per responsabilità” a consentire il soffocamento fiscale di famiglie e imprese. Non esiste in natura la possibilità che si possa lasciar somministrare a Silvio Berlusconi la cicuta della decadenza da senatore, in nome della pace sociale, e che noi dolorosamente si consenta questo abominio. In sintesi.
1) La Legge di Stabilità non potrà essere, finché siamo parte della maggioranza e nostri ministri sono al governo, lo strumento con cui lo Stato piazza sulla gola delle famiglie e delle imprese gli stivaloni tedeschi di un’austerità farcita di tasse. Non possiamo contraddire noi stessi e fare del male all’Italia.
2) La decadenza di Silvio Berlusconi coincide con la decadenza di questo governo e la fine delle larghe intese. Non ci sono ragionamenti da politologi bizantini che possano ribaltare questa nostra determinazione. Offendere la democrazia significa picconare la colonna portante della pace sociale. Non in nostro nome, non stringeremo la mano destra sotto il tavolo a chi con la sinistra, dotto gli occhi del mondo, pugnala il nostro leader.

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