Alessandro
Sallusti- Queste ore potrebbero essere le ultime da
senatore di Silvio Berlusconi. E per quanto Alfano e la sinistra urlino il contrario,
credetemi, non è un fatto personale dell’ex premier. Ieri
Berlusconi, parlando ai giovani di Forza Italia, ha detto chiaramente che lui
di arrendersi non ha intenzione. Perché via lui la sinistra, come in parte sta
già avvenendo, avrebbe la strada spianata. A stare immobili, ad assecondare i
piani del gruppo di Alfano, ci aspettano solo più Stato, più tasse, più polizia
fiscale, più Europa. E allora tanto vale fare chiarezza e non rendersi complici
almeno di questo. Come? Che Forza Italia nelle prossime ore (la manovra
finanziaria è in votazione in questi giorni) possa passare all'opposizione è
un'ipotesi più che probabile. E per nulla drammatica. Il governo Letta-Alfano
vuole andare avanti con una maggioranza risicata? Si accomodi. Napolitano vuole
aprire una crisi per allargare la maggioranza a transfughi grillini? Faccia. In
ogni caso parleremmo di governi non più legittimati, neppure vagamente
rappresentativi della volontà espressa dagli elettori nelle urne. Pezzi di
partiti incompatibili che si mettono insieme per soddisfare, oltre che
ambizioni personali, il piano di un Napolitano ormai non più lucido, fuori
controllo e in preda a un delirio di onnipotenza. Berlusconi ieri ha detto: non
mi farò umiliare. Facciamo nostro questo
invito: noi liberali non ci faremo umiliare. Facciamoci sentire, nelle piazze e
ovunque, perché il bene del Paese o coincide con il bene nostro, delle nostre
famiglie e delle nostre imprese, oppure non è. E non lo sarà mai.
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