mercoledì 24 novembre 2010

RAVENNA – ROMAGNA, UNA CALAMITA’ PER CRIMINALI

QUANDO IL BOSS “SVERNA” IN ROMAGNA. (DA ROMAGNA NOI)


QUESTO E’ IL GOVERNO CHE ARRESTA E HA ARRESTATO PIU’ MAFIOSI,UN PLAUSO ALLE FORZE DELL’ORDINE DA PARTE DEL PDL DELLA PROVINCIA DI RAVENNA.


ROMAGNA – Sette arresti in un anno, e ben sei dall'inizio del 2010. La Romagna continua ad essere una meta ambita per boss della malavita organizzata, capi di associazioni criminali e latitanti. Qui infatti possono sfruttare il potenziale eco che questo è il Governo che arresta e ha arrestato più mafiosi - malavitosi di tutti oltre ad un plauso alle forze dell'ordine economico del territorio che permette loro una vita agiata, qui, in quella stessa economia, ripuliscono denaro illecito, qui possono nascondersi per continuare indisturbati le loro attività.




Ad ulteriore conferma di questa tendenza c'è la testimonianza di Gaetano Saffioti, imprenditore edile calabrese e testimone di giustizia, che ha rilasciato un audio-intervista ad Antonio Amorosi pubblicata sul blog dell'ex assessore della giunta Cofferati a Bologna.

"La vostra è una bella terra anche al livello economico e chiaramente attira - racconta l'imprenditore, ritenendo la Romagna addirittura meglio della Lombardia -. La Riviera consente di lavorare negli hotel, ci sono Imola e Modena, due luoghi molto importanti per tanti versi. Poi c'è San Marino che è uno Stato molto, molto importante per i traffici della 'ndrangheta. Infine le attività commerciali, i locali notturni, le concessionarie" utilizzate come “lavatrici" per ripulire i soldi e poi investirli nuovamente sul territorio”.


14 novembre 2009: Il principe della 'ndrangheta Nicola Fermia, detto Curtu, aveva trovato rifugio a Sant'Agata sul Santerno. In Romagna 'Curtu' era un insospettabile noleggiatore di videogiochi, in realtà da 48 anni controllava un traffico di centinaia di chili di droga, eroina, cocaina e marijuana. E' stato condannato in primo grado a 30 anni per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.




7 giugno 2010: Aveva lasciato la sua Aversa per stanziarsi a Marina di Ravenna, dove la sua compagna viveva con la loro bimba. Pietro Falcone, figlio dell'ex camorrista di Aversa Ettore ucciso nel 1990, era sospettato di essere tra i coordinatori di una frangia sottoposta agli Schiavone specializzata in estorsioni e minacce nei confronti dei commercianti che si rifiutavano di pagare il pizzo. E' stato arrestato al termine di un'operazione condotta dal Dda di Napoli proprio nell'appartamento della compagna, e quando ha visto le forze dell'ordine fare irruzione, non ha opposto resistenza.



23 settembre 2010: Una stanza di un lussuoso hotel riminese era diventata la confortevole dimora di Antonio Arena, pregiudicato latitante di Manfredonia imparentato con il clan Romito del Gargano. Sulle tracce del boss c'erano i militari del Gico di Bari, che dalla Puglia hanno condotto le indagini fino al blitz in Riviera. In quella stanza con Arena c'erano anche due suoi “compagni di truffa”, e proprio grazie a quei raggiri il boss aveva accumulato una ricchezza tale da riuscire a finanziare il suo clan di appartenenza oltre che la sua famiglia.



19 novembre 2010: Non era affiliato a nessuna organizzazione malavitosa italiana, ma a Savignano sul Rubicone Mohamed Bourbiza, ha vissuto con la convivente e la figlia cinque mesi della sua latitanza. L'uomo di origine marocchina, accusato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, aveva un raggio d'azione in Spagna e in Francia oltre che in Italia, ma aveva scelto una villetta in un tranquillo paesino della Romagna pensando di dare meno nell'occhio.

Come Bourbiza, anche il connazionale Abdellah Fathallah, latitante con un mandato internazionale per traffico di stupefacenti, aveva chiesto rifugio al fratello in un appartamento di Savignano. La sua latitanza è terminata il 4 febbraio.

Dalla Spagna alla Romagna, Carmelo Mazzara era fuggito ad un mandato di cattura emesso dalle autorità spagnole per traffico internazionale di armi e si era nascosto con la moglie nel quartiere Cesare della cittadina cesenate. Per lui le manette sono scattate l'8 febbraio.



21 novembre 2010: Ultimo caso quello del boss Nicola Acri, pericoloso esponente della 'ndrangheta residente a Comacchio ma spesso a Ravenna per fare la spesa. Le indagini che hanno portato all'arresto di uno dei 100 criminali più pericolosi d'Italia, latitante dal 2007 e pluriomicida, sono ancora in corso, e dopo l'arresto di tre complici ne è stato individuato un quarto. Si tratta di un 34enne rossanese ma domiciliato a Bologna, sospettato di favoreggiamento alla permanenza di Acri in Regione. Su di lui proseguono gli accertamenti dei carabinieri del nucleo del comando provinciale di Bologna.

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