sabato 13 novembre 2010

RIDOLFI: RIFORME CHE EVITANO MACELLERIA SOCIALE E CI COPIANO ALL’ESTERO

Piacenza - "Berlusconi, il Governo del fare e la riforma della Pubblica Amministrazione". E' questo il titolo dell'incontro pubblico, che si è svolto presso la sede del Popolo della libertà, in via XXIV Maggio a Piacenza. Ospite e relatore principale Rodolfo Ridolfi, il consigliere politico del Ministro per la pubblica Amministrazione e Innovazione: Renato Brunetta. Ridolfi è giunto in città per illustrare ai piacentini la Riforma sull'impiego pubblico, presentata dal consigliere sia sotto forma tecnica che politica. Dal punto di vista strutturale Ridolfi ha spiegato: " si tratta di una Riforma a costo zero che ha mantenuto invariata la produttività evitando la macelleria sociale". Proprio su quest'ultimo punto è stato spiegato, dall'esponente del PDL: "rispetto a paesi come la Gran Bretagna – si vedano in questi giorni i 400 mila posti di lavoro tagliati nel pubblico impiego – così come la Francia – basta osservare cosa sta succedendo sulla Riforma delle pensioni varata da Sarkozy – le disposizioni del Governo italiano hanno fatto emergere pochissime proteste o prese di posizione". Inoltre, ha aggiunto Ridolfi: "abbiamo messo in campo una serie di disposizioni che altri paesi, anche extraeuropei, come Cina e Russia, stanno copiando per semplificare il loro modello di lavoro nel pubblico impiego". "La tanto criticata lotta ai fannulloni ha portato fin'ora ad una riduzione del 35% degli sprechi", così Ridolfi. Dal punto di vista politico il consigliere di Brunetta non ha mancato di enunciare i motivi per i quali questo Governo, sempre più precario agli occhi dell'elettorato, deve rimanere al suo posto: "oltre ad essere un esecuti che ha operato bene, Berlusconi non può lasciare perché siamo in prossimità di scadenze economiche, anche internazionali, cruciali per il Paese. Se non fosse assicurata la stabilità rischieremmo di pagare in maniera ancor più salata questa scelta. Purtroppo, rispetto alla Germania abbiamo un debito pubblico che non ci permette grossi margini di manovra, ma il debito verrebbe ancor più appesantito se Berlusconi e questo Governo dovessero lasciare, perché i mercati internazionali ci farebbero pagare interessi salatissimi per la nostra mancanza di una leadership riconosciuta", così ha concluso Ridolfi, nel precisare le ragioni per le quali non crede alla fine di questa legislatura.

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