LO RICONOSCE ANCHE UNA PARTE DELLA SINISTRA
Ha iniziato male, proseguito peggio, speriamo che rimedi. E’ il mio, ovviamente come sempre personale, giudizio sulle scelte compiute dalla Regione Emilia Romagna sul nuovo balzello sulla sanità. Male l’inizio, quando scelse, appena emanato il decreto del Governo sull’aumento dei ticket, di affrettarsi a far sape-re che non li avrebbe applicati, volendosi distinguere dalla stragrande maggioranza delle altre Regioni. La materia, sosteneva la nostra Regione, è di mia competenza, quindi cittadini, state tranquilli, da noi nessun aumento.. Non è andata proprio così. Ha proseguito male regolamentando l’applicazione con cri-teri caotici ma soprattutto politicamente inacettabili, sia da destra che da sinistra. In primo luogo ci si aspettava una critica fortissima al governo se non altro per non far passare sotto silenzio l’affermazione della maggioranza che la sanità non sarebbe stata toccata dalla necessità di fare cassa, dal momento che questo,“evidentemente”, è una bugia. Ma soprattutto perchè non può essere sottaciu-to, in politica, che la sanità pubblica non si tocca. Si può chiedere al cittadino di andare in tasca su tut-to quando ce ne sia la necessità, e che questa ci sia è fuori discussione, ma non sulla sua salute. In una collettività solidaristica la tassa deve essere sulla salute, non sulla malattia. La persona che deve acqui-stare farmaci, che deve ricorrere al medico o fare esami per accertare il suo stato di salute, è una per-sona “sfortunata”, verso la quale va espressa solidarietà, non richiesta di denaro che aggiunge sfortuna a sfortuna. E’ colui che a fine anno ha avuto al fortuna di non avere avuto spese mediche che deve paga-re un contributo di solidarietà, non chi è stato ammalato, se in un vivere in comunità la solidarietà è un principio concreto, non una parola astratta.