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Da tempo il PDL sostiene che in questa Provincia
viga un sistema di potere del quale il PD è artefice proprio grazie al
controllo che esercita nelle amministrazioni locali di ogni livello, regione
compresa.
Questo sistema di potere che tutti sanno esistere
e di cui però pare vietato parlare e discutere, sino ad oggi era rimasto nella
sostanza intoccabile. Noi siamo
garantisti e non ci permettiamo perciò di scrivere sentenze ancor prima che si
sia svolto il processo in cui imputato sarà Vasco Errani. Vogliamo anzi augurarci che le accuse che gli
vengono mosse si rivelino infondate poiché è chiaro quanto odioso sia il reato
per il quale risulta essere imputato: falso ideologico in atto pubblico. Un
reato quindi che afferisce al ruolo istituzionale ricoperto dal Governatore
Errani e non a vicende private dello stesso.
Non possiamo tuttavia non evidenziare come la
insistita difesa d’ufficio del PD che trova addirittura inconcepibile che venga
anche solo messo in discussione l’intoccabile Errani appaia francamente
singolare soprattutto laddove si tenta di giustificare le scelte di
finanziamento a favore di Terremerse (di cui era Presidente il fratello del
Governatore Errani) con la necessità di salvaguardare 700 posti di lavoro. Un
chiaro tentativo di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica raccontando
che quei finanziamenti sarebbero elargizioni a sostegno dell’occupazione. E’
fin troppo facile infatti replicare che molte e altrettanto rilevanti erano e
sono le situazioni che avrebbero meritato eguale trattamento di favore e
rispetto alle quali il PD non ha mostrato altrettanta prodigalità.
Come da anni il PDL denuncia, la commistione
politica – affari – cooperative – faccendieri, a partire dalla nostra
provincia, se da un lato ha apparentemente garantito benessere in questa
regione, oggi evidenzia tutte le sue storture. Ma questa vicenda rappresenta anche
l’occasione per fare un’altra riflessione.
Da tempo sosteniamo con fermezza che è necessario
porre mano a una riforma che riequilibri i rapporti tra i poteri dello Stato,
pesantemente sbilanciati a seguito della stagione di Tangentopoli. Il rischio
che una seppur minoritaria parte della magistratura possa condizionare con le
proprie decisioni la vita democratica della Nazione è sempre stato da noi
evidenziato, mentre il PDS-DS-PD ha sempre difeso l’operato della magistratura
“a prescindere” in funzione antiberlusconiana. Quella posizione era sbagliata
prima come lo è oggi e un PD privo di paraocchi dovrebbe fare mea culpa per non
aver voluto, per meri interessi elettorali, vedere ciò che poteva succedere.
Il campo va sgomberato dagli equivoci, sia ben
chiaro: i fatti emersi in questi ultimi mesi a carico di vari “big” del PD da
Penati a Emiliano, da Lusi a Errani, come quelli che hanno riguardato altri
esponenti di tutti gli schieramenti vanno valutati con attenzione perché i
cittadini non sono più disposti a tollerare che chi amministra i loro soldi,
non lo faccia con la massima trasparenza e gestendoli da “buon padre di
famiglia”. Ma allo stesso tempo è intollerabile che inchieste partite con
un’enorme gran cassa mediatica possano finire nel nulla.
A tal proposito facciamo una sola osservazione:
sono occorsi due anni e mezzo per concludere le indagini a carico di Vasco
Errani, la magistratura perciò ha avuto tutto il tempo per esaminare, vagliare
e valutare.
Ci attendiamo quindi solerzia nel fare piena luce
sull’affaire Terremerse e auspichiamo che i magistrati incaricati che operano
proprio dove il PD tutto controlla, tutto comanda e tutto sa, siano posti nelle
migliori condizioni per poter lavorare con serenità e indipendenza al fine
dell’accertamento celere e pieno della verità.
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