UN NO TAV INSULTA UN CARABINIERE: LO
“PECORELLA” E FADI TUTTO PER FARGLI SALTARE I NERVI. IL MILITARE RESTA IN
SILENZIO E RICEVE L’ENCOMIO CEL COMANDANTE.
BERLUSCONI: “QUESTA E’ L’ITALIA MIGLIORE”
Il giorno dopo la messa in onda del filmato in cui
abbiamo visto un No Tav, in Val di Susa, provocare un giovane
carabiniere ("Sei una pecorella..."), è difficile mantenere l'aplomb
e non schierarsi dalla parte di quell'uomo in divisa. In assetto anti
sommossa, con lo scudo trasparente, il casco e la mascherina, resta
impassibile di fronte alla strafottenza di quel ragazzo, forse suo coetaneo,
che con il pretesto di manifestare contro l'alta velocità è
pronto a tutto pur di scatenare la rissa. Il carabiniere sembra una statua. Si
prende gli insulti e soffre in silenzio. E' una guerra di nervi (leggi l'articolo). La vince l'uomo in divisa, che
non si scompone e non reagisce, neanche con mezza parola. La "forza
tranquilla" vince sulla bestialità. Il carabiniere non ha fatto nulla di
straordinario, solo il suo dovere. Ma in certi casi basta davvero poco perché
si scateni la violenza. L'estremo equilibrio di quel giovane militare non è
passato inosservato. Il comandante generale dell’Arma,
Leonardo Gallitelli, l'ha chiamato al telefono, complimentandosi con lui "per la fermezza e la compostezza professionale dimostrate, che hanno
impedito ad una situazione delicata di degenerare in ulteriori incidenti".
"Per il lodevole
comportamento tenuto a fronte della grave provocazione - si legge in una nota
dell’ufficio stampa dei carabinieri - il comandante generale ha tributato al
carabiniere un encomio solenne". Su internet, e in particolare su Twitter (con
l'hashtag #siamotuttipecorelle e #pecorella),
impazzano i commenti: prevalgono quelli che
difendono il carabiniere e dicono, a chiare
lettere, che il provocatore ha sbagliato, creando un danno, tra l'altro, alla
stessa causa No Tav. In una nota Silvio Berlusconi ha
ringraziato e fatto "i
complimenti al bravissimo carabiniere che in Val di Susa ha dimostrato la
differenza tra chi fa sempre il proprio dovere per il bene comune e chi sa solo
insultare, l’abisso esistente tra chi ama l’Italia e ha il senso dello Stato e
chi invece usa le invettive e la piazza per seminare odio e violenza. Bene ha
fatto il comandante dell’Arma a premiare la professionalità e la compostezza di
quel militare con un encomio solenne. Una volta di più, lo Stato ha fatto lo
Stato: in quel carabiniere abbiamo ritrovato l’Italia
migliore, in cui
ci riconosciamo".
Noi del Giornale stiamo con il
carabiniere. Non è una questione "politica" né di essere d'accordo, o
meno, con l'alta velocità e i lavori necessari per realizzarla. Si tratta di buon senso. Ammiriamo quel giovane
carabiniere per l'equilibrio che ha dimostrato. Per questo ci sentiamo di dire:
siamo tutti "pecorelle".
Quanto al No Tav, sarebbe troppo facile citare Pier
Paolo Pasolini, che dopo la famosa "Battaglia di Valle Giulia" del '68
si schierò dalla parte dei poliziotti (..."sono i figli dei
poveri..."), attaccando i ricchi studenti figli di papà che giocavano a
fare la rivoluzione. Sono passati parecchi anni ma il modo di ragionare ottuso
di certi rivoluzionari non è cambiato: per il semplice fatto di indossare una
divisa lo "sbirro" è un nemico da abbattere.
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