lunedì 26 marzo 2012

PER LA VILLA ACQUISTATA DAL CAV. ADESSO LE TOGHE S’INVENTANO PURE IL RINVIO “A PREGIUDIZIO”


IL DOPPIPESISMO DEI PM. D’ALEMA PROSCIOLTO: NON SAPEVA DI COMPIERE REATO SUI VOLI GRATIS. MA SE A COMO BERLUSCONI COMPRA VILLA DELL’UTRI, INDAGA SUBITO PALERMO

La legge è uguale per tutti. Verissimo. Gli articoli del codice sono sempre quelli, chiunque li consulti. Peccato che l’interpretazione della legge sia un po’ differente a seconda che un fatto sia compiuto da Tizio o da Caio. L’azione penale è obbligatoria. Verissimo, se sta scritto dev’essere vero. Peccato che nella realtà se si sospetta il coinvolgimento di Tizio certe procure scattino come pantere per indagare in luoghi anche lontanissimi dalla loro competenza e in tanti altri, quando invece rischia di essere coinvolto Caio, i fascicoli dormano per anni, ricoperti di polvere e noia.Sperare in crescita o investimenti dall’estero in un Paese senza certezza del diritto è utopia pura, altro che articolo 18 (peraltro anch’esso ingigantito come freno proprio da molte sentenze «creative»). Berlusconi acquista la villa sul lago di Dell’Utri e il Fatto quotidiano si affretta a rendere noto che sulla compravendita sarebbe partita un’indagine della procura di Palermo. Non dev’essere piacevole vivere con una procura ad personam , eppure a quanto pare certe persone hanno questo discutibile privilegio. Qualcuno vorrebbe avere la grazia di spiegare cosa c’entra Palermo con gli immobili lariani? Ci sono state irregolarità nella vendita? Indagherà Como. Il prezzo è elevato? Fantastico, mezzo parlamento si è comprato case a prezzi ridicoli acquistando da enti pubblici e nessuno ha mai alzato un dito, adesso si questiona per un prezzo forse elevato pagato da privati. In ogni caso non si sono registrati interventi di procure né esotiche né nostrane quando villa Fontanelle, appartenuta a Versace, stesso lago, sponda diversa, fu venduta per 33 milioni nel 2008 al magnate russo Novikov. Basta che faccia qualcosa Berlusconi ed ecco che le cose cambiano. Legge diversa per tutti e rinvio a pregiudizio.



In contemporanea si è avuta la notizia dell’archiviazione di D’Alema che svolazzava gratis su aerei di un signore che pagava tangenti perché «non sapeva di commettere un reato». In pratica incapace di intendere e di volere, dato che la legge prevede l’impunibilità per fatti commessi «senza coscienza e volontà » (elemento soggettivo), non certo per ignoranza se un fatto sia reato o meno. Sfumature. Peccato che sfumino sempre dalla solita parte. Si potrebbero aggiungere i numerosi casi di pericolosi criminali lasciati uscire perché non si è trovato il tempo di scrivere la sentenza mentre si trovava tutto il tempo per trascrivere (a Napoli, non si sa perché) novemila telefonate di veline ed attricette per l’indagine Berlusconi- Saccà poi regolarmente archiviata, oppure i casi, anche recenti, di fascicoli con intercettazioni potenzialmente rilevanti finite curiosamente in naftalina. Dipende da chi e da dove. Il problema andrebbe affrontato alla radice: o si diventa un paese conun sistema giudiziario di tipo anglosassone, dove le leggi sono date dai precedenti dei processi (ma allora si devono accettare anche le conseguenze di ciò, come ad esempio l’elezione dei magistrati), oppure il Parlamento deve mettere un freno alle esegesi creative riappropriandosi del suo ruolo di legislatore, anche se ciò dovesse significare il mettersi a sfornare centinaia di interpretazioni autentiche di leggi stravolte da idee esorbitanti.
Una magistratura autoreferenziale e priva di responsabilità per le sue azioni crea storture, sospetti e veleni. Chi esulta per l’arbitro che dà il rigore a favore della propria squadra per fallo a centrocampo è miope. «Fino a quando?», si domandava Cicerone che di leggi ne capiva. La stessa domanda si dovrebbero porre tutti gli italiani.



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