Ormai è chiaro come l’acqua cristallina. Nel centrodestra
l’idea che il Cavaliere possa ricandidarsi Premier fa
venire atroci mal di pancia. Del resto, nelle file del PDL (e
non solo) sono in molti – in verità, più che nel centrosinistra – ad auspicare
un pensionamento dorato per Berlusconi, nella convinzione
precisa che la sua ingombrante figura alle prossime elezioni sia più dannosa
che utile. La verità è però ben più sfaccettata. In primo
luogo, se il centrodestra perderà le prossime elezioni, le responsabilità
dovranno essere imputate a tutti gli attori principali della passata
legislatura (quella attuale). È comodo infatti prendersela con un solo
uomo, comunque bersagliato quotidianamente dalla stampa di sinistra e da una
giustizia non sempre obiettiva. Soprattutto è comodo quando nelle fasi del
passato governo, c’era chi remava contro e chi ha persino tradito il
proprio elettorato.Dunque, se è vero che Berlusconi non si è impegnato
abbastanza per creare una casa dei moderati liberisti, preoccupandosi
giocoforza di altre faccende più… personali, è anche vero che i suoi “amici” e
“collaboratori” non sempre (in verità quasi mai) sono stati all’altezza
della situazione. Ognuno ha tirato acqua al proprio mulino,
innaffiando il proprio orticello personale, e si è altamente
sbattuto del futuro degli italiani, oggi costretti a subire un governo
del palazzo (persino con il loro voto) e la prospettiva di peggiorare la
situazione se al governo poi ci andrà il più grande sponsor del
palazzo: il centrosinistra. La situazione è decisamente nera,
non solo per il centrodestra, che ha assunto le fattezze di un’armata
brancaleone senza capo né coda, ma pure per l’Italia, infilatasi in un
tunnel dal quale non riuscirà a uscire, costretta com’è a un scelta tra la
sbobba politica offerta dal trio Bersani-Casini-Vendola e
l’antidemocrazia europea, sponsorizzata da banche e speculatori. Davanti a
questa trista realtà, l’ennesima discesa in campo del Cavaliere
rischia di essere il proverbiale raggio di sole in una giornata di temporale;
l’arma vincente, o comunque il muro di gomma capace di arginare la deriva
cattocomunista in cui ci stanno trascinando Monti, Bersani e
Casini. E seppure non la ritengo la scelta ottimale, è una
scelta certamente obbligata, davanti a una classe politica che ha
perso, ancora una volta, l’occasione di creare un grande partito moderato
contrapposto alla sinistra. Ma forse è pure comprensibile: è difficile se non
impossibile aspirare a un siffatto alto e nobile ideale, quando gli uomini che
dovrebbero perseguirlo non riescono proprio ad andare oltre il loro
interesse di bottega. Ora non ci resta che il ruolo della gazza ladra,
capace per natura di rubare consenso e scena.
Nel bene e nel male Berlusconi in questo ruolo è un fuoriclasse rispetto ai brocchi della politica italiana… rischio calcolato
Nel bene e nel male Berlusconi in questo ruolo è un fuoriclasse rispetto ai brocchi della politica italiana… rischio calcolato
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